Alma Italian Content & Entertainment, l’acronimo è Alice, Alice Tv (https://www.alice.tv/) per la precisione. Si tratta di un canale televisivo in chiaro interamente dedicato alla cucina italiana. Questo tema ci è molto caro, perché se il sogno di Piero Bassetti, come recentemente ha dichiarato al Corriere della Sera, è quello di unire 250 milioni di italici nel mondo, il legame passa, come ci racconta anche il nostro intervistato Mattia Poggi, attraverso la cucina. Arte e gastronomia, due forme culturali dell’italicità nel mondo, ne sono il collante. In queste pagine abbiamo scritto di cucina glocal, di forme regionali e dell’invenzione italiana di Artusi, che ha cucito forme locali e regionali in un unico “piatto” risorgimentale. Ma tutto questo passa poi nelle mani di chi la fa veramente e abbiamo bisogno delle loro competenze e opinioni per capire meglio come stanno le cose. Abbiamo avuto modo di approfondire il tema con Mattia Poggi, giovane chef formatosi nella scuola ALMA presieduta da Gualtiero Marchesi, volto noto di tanti programmi di Alice Tv, di cui, da qualche tempo, è direttore. Ligure e innamorato della sua Liguria, e certo non lo si può biasimare, ci racconta la sua esperienza anche alla luce della sua conoscenza e amore per NY. Recentemente, visto i suoi contatti con le star internazionali, ha raccontato di aver dato qualche lezione di cucina anche a Naomi Campbell, mentre Jennifer Lopez e Madonna sembrano contenderselo. Cosa mangia quando va a NY? Quali ingredienti si porterebbe per un solo piatto in un’ isola deserta? Le risposte di Mattia non hanno mancato di sorprendermi.
Innanzitutto raccontiamo, a chi non lo conoscesse, che tipo di canale è Alice Tv e a chi si rivolge?
“Alice è un canale rivolto a tutti coloro che negli anni si sono appassionati al mondo dell’enogastronomia. Chiunque abbia voglia di conoscere, di capire, di sperimentare o semplicemente di provare a combinare qualcosa in cucina non può non fare un salto da noi. In un ventennio di cucina abbiamo cresciuto almeno due generazioni di aspiranti chef o semplici appassionati di cucina, sia con il nostro canale (221) che con le nostre riviste (Alice cucina e Facile cucina). Alice è l’unica vera scuola di cucina gratuita in onda 24/7 in chiaro sul digitale terrestre.”
Da conduttore di vari programmi di gastronomia a direttore del canale: ci può riassumere perché da qualche anno la cucina è diventato un format televisivo molto amato?
“Credo che la cucina sia davvero un legante incredibile tre le persone: permette di parlare, di discutere, di confrontarsi su un terreno che, soprattutto in Italia, è molto comune tra la gente. In più è una passione che tra molti vizi moderni, molti dei quali costosissimi, permette di trarre grande piacere con pochi spiccioli. La cucina è il modo più semplice ed economico per provare un grande piacere (anche fisico), questo credo sia stato il suo successo in questi anni, vista anche la situazione economica globale che non è delle più rosee”.
In questa rubrica ho avuto modo di parlare in varie occasioni di gastronomia dove ho sostenuto che la cucina italiana sia, sostanzialmente, un’invenzione e che la sua essenza è fondamentalmente regionale e localistica. E’ d’accordo?
“Si perfettamente. La cucina italiana è nata da una biodiversità incredibile, pur avendo l’Italia una superficie molto ridotta. Puoi passare dal mare alla montagna in pochissimi chilometri, per poi riscendere verso immensi campi coltivati e la cucina è lo specchio di questa natura, che a parte rari casi, come la Nuova Zelanda, è unica al mondo”.
Nel mondo la cucina italiana è tra le più amate, dal suo punto di vista qual è il motivo di tanto successo?
“Il motivo non lo conosco, ma obiettivamente quello che esportiamo nel mondo è davvero buono: pizza, lasagne, pasta, salumi, formaggi… Tutti i gusti sono davvero piacevoli a livello universale. Ovviamente la cucina italiana non è solo quella, c’è molto altro che magari all’estero non riusciamo ad esportare, ma ce ne faremo una ragione….e ce la terremo per noi…!”
Avrà avuto modo di conoscere NY, immagino. Cosa ne pensa della cucina italiana a NY?
“Conosco bene ed amo New York, ma devo ammettere che nonostante abbia sentito grandi cose sui ristoranti italiani della “grande mela” non conosco personalmente la realtà della ristorazione tricolore. La mia politica nei viaggi è abbastanza ferrea: io mangio solo cibo locale tradizionale, non mi vedrete mai mangiare una pasta in nessuna parte del mondo, a meno che non faccia parte della cultura del luogo, preferisco una clam chowder!”
Qual è il segreto per diventare un buon cuoco “all’italiana”?
“Sembra una banalità, ma il 70 % della fatica lo fanno gli ingredienti, poi tanta tecnica che nasce da una grande passione ed infine un briciolo di spirito imprenditoriale, sapendo ascoltare ciò che chiede il mercato”.
Su un’isola deserta può portare gli ingredienti per una sola ricetta. Quale sceglierebbe?
“Trippa, patate, fagioli, cipolla, sedano, carota, olio, aglio e rosmarino… La “trippa alla ligure” in sostanza!”
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