È una delle attrici più premiate del cinema italiano, con sette David di Donatello, sette Nastri d’argento, cinque Globi d’oro, tredici Ciak d’oro, ma ora Margherita Buy ha deciso di cimentarsi dietro la cinepresa: Volare, presentato alla Festa del cinema di Roma, è il suo debutto come regista.
Un’arguta, veloce commedia con al centro l’aerofobia, cioè quella paura di volare che, stando ad un recente sondaggio, interessa 2 italiani su 10: fragilità che è propria anche della Buy, che più volte ha dichiarato di essere vittima di attacchi di panico quando si tratta di salire su un aereo.
Un film come terapia? Non ha funzionato: la paura, come lei stessa ha ammesso, le è rimasta dentro! La paura di volare ha condizionato tutta la vita ma anche la carriera di AnnaBi (Margherita Buy), un’attrice di successo che potrebbe aspirare al successo internazionale se salisse su quel maledetto aereo per la Korea, dove un regista molto famoso le ha offerto il ruolo principale nel suo prossimo film. L’ostacolo psicologico dell’aerofobia risulta però insormontabile. La sua agente (Anna Bonaiuto) fa di tutto per cercare di convincerla a fare il grande passo e, giocando sulla rivalità e l’invidia presenti anche nel mondo del cinema, le fa presente che allora un’attrice rampante, che lei non stima (Elena Sofia Ricci), la sostituirà. Ma lei decide di restare a terra. Successivamente deve però affrontare lo stesso problema quando sua figlia Serena viene accettata alla Stanford University in California. Ossessionata dall’idea di non essere una buona madre, Annabì si costringe a varcare la temuta soglia dell’aeroporto di Fiumicino e a dirigersi verso una zona isolata dove si svolgerà un corso tenuto da un pilota esperto (Francesco Colella). Altri sconosciuti viaggiatori sono diretti nello stesso luogo, diversissimi da lei ma accomunati dallo stesso problema, tutti con il loro bagaglio di paure. Ci riusciranno? Non vi resta che andare a vedere Volare, un film spumeggiante nei dialoghi e nelle situazioni tragicomiche che contribuiscono a dargli un piacevole ritmo. Come trasmette la scena, tra tante, in cui il gruppo entra nel simulatore di volo: pur se consapevoli che non ci sarà alcun distacco da terra, la sola inclinazione della cabina di pilotaggio fa loro irrazionalmente pensare ad un possibile incidente meccanico, ad un gruppo terroristico in azione in un riuscito mix di tragedia e comicità. Insomma, non basta dire “voglio cambiare” se al desiderio non seguono i fatti.

Scritto da Margherita Buy con Doriana Leondeff (Giorni e nuvole) e Antonio Leotti, il film riesce a creare una connessione tra lo spettatore (non necessariamente affetto da aerofobia) e le fragilità, le problematiche “patologiche” che, magari mai confessate, lo attanagliano: lo fa sottolineando la parte comica delle nostre paure, senza però perdere di vista il realismo dei momenti di ansia in cui si rimane soli con se stessi.
Riuscita la scelta dei personaggi e delle cause interiori che generano in loro la paura dell’aereo: dalla claustrofobia di Roberto De Francesco all’ansia generalizzata di Giulia Michelini, dall’ossessione di primeggiare di Pietro Ragusa, invidioso critico cinematografico che ha spesso cercato con le sue recensioni di distruggere AnnaBi, al continuo bisogno dell’attrice di poter controllare tutto e tutti, mania che in un soggetto aerofobico è spesso legata al fatto che il volo suscita la sensazione di essere “in gabbia” e di non poter quindi agire attivamente per cambiare la situazione.
Del cast fanno parte anche Euridice Axen, Maurizio Donadoni e Sergio Rubini, attore e regista che lanciò Margherita Buy (sua moglie dal 1991 al 1993, ndr) nel suo ben accolto La stazione (vincitore di due David di Donatello e di altrettanti Nastri d’Argento): qui veste i panni del padre sui generis, che vive in un mondo suo, di AnnaBi.
Volare è coprodotto da Marco Bellocchio, Kavac Film, IBC Movie, Maremosso, RAI Cinema e Tenderstories in collaborazione con ITA Airways e distribuito da Fandango.
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