Una sentenza che farà a lungo discutere. Ma quanto vale davvero la vittoria in corte per la star di Hollywood?
“Non ho i soldi per pagare….Non ho 15 milioni di dollari per Jonny Depp ” ha detto delusa e rabbiosa Amber Heard subito dopo il verdetto che l’ha condannata per diffamazione nei confronti dell’ex marito a pagare 10 milioni di dollari per averlo danneggiato professionalmente e altri 5 milioni per danni punitivi quando ha cercato di fabbricare prove che potessero incastrare l’ex marito. Anche nella battaglia per conquistare i favori dell’opinione pubblica sebbene pure Depp sia stato condannato ha pagare 2 milioni di dollari per diffamazione verso Amber, il “pirata dei caraibi ha vinto”.
Per “The Guardian” sempre schierato a difesa dei diritti delle donne , la sconfitta della bionda attrice che ha fornito per 6 settimane testimonianze emotive e piene di lacrime, può essere riassunta come una “catastrofe tossica” per l’immagine femminile.
Non sono i milioni di dollari ma i milioni di click che danneggiano l’immagine del movimento #meToo decisivo per ottenere la condanna del produttore Harvey Weistein ma in fondo anche di Gislaine Maxwell l’ex amante perversa del miliardario Epstein suicidatosi in carcere, per avergli procurato minorenni come schiave sessuali.
“Sento il peso di questa sconfitta per tutte le vittime delle violenze -ha detto l’attrice che pensa di ricorrere in appello- Sono rimasta sbalordita…”
Il suo team difensivo ha definito l’intero verdetto “bizzarro”. Nei casi di diffamazione sostengono molti legali non è raro che la giuria attribuisca una parte della colpa ad entrambi i contendenti. Ma il fatto che nei confronti di Depp non siano stati previsti danni punitivi, è il riflesso di una vecchia cultura maschilista che ancora domina anche all’interno di palazzi di giustizia americani e contro la quale occorre combattere.

Per l’avvocato difensore dell’attrice Elaine Bredhoft, i social media hanno trasformato il processo in uno “zoo”, in un vero e proprio circo che ha dimostrato ancora una volta come la macchina dell’informazione e della giustizia sia sempre in mani maschili anche se il magistrato che ha guidato il processo era una donna e la giuria molto assortita.
In altre parole tutti i media anche se la Heard e Depp sono stati condannati entrambi per diffamazione, avevano predetto che per Amber non sarebbe finita bene perché l’attrice in un duro contro interrogatorio con la bella avvocatessa di Depp, Camilla Vasquez, non ha saputo dare spiegazioni convincenti quando ha dovuto difendersi dalle accuse dell’attore che ha sostenuto di non averle mai usato violenza ma anzi di essere lui “la vittima delle sue aggressioni”.
Il leader del team legale di #Metoo Lee Feldman fa capire a chiare lettera che il movimento continuerà ad andare comunque avanti che negli utlimi due anni ha raccolto più di 125 milioni di dollari in danni solo da Hollywood causati dagli uomini di cinema che hanno abusato delle donne.
Pur nella sconfitta severa Amber rimarrà però un testimonial, e se anche Jonny Depp sostiene che “il verdetto gli ha reso giustizia , ristabilito la verità e restituito la vita” il famoso attore rimarrà da adesso in avanti un sorvegliato speciale con un risarcimento da pagare da 2 milioni di dollari.
Una cosa è certa pur tra molti eccessi e la difesa di posizioni discutibili, #meToo è servito a dar fiato e coraggio alle donne più deboli che si sono sempre nascoste. C’è chi ha ancora paura nell’affrontare o denunciare una star capace di provocare un forte traino mediatico. Ma quando le prove sono solide sugli abusi non c’è prescrizione.