Ci sono volute sei settimane per raggiungere il verdetto, ma alla fine anche il processo dell’anno, seguito da tutte le televisioni del mondo, ha avuto il suo epilogo.
Johnny Depp vince contro l’ex moglie Amber Heard nella causa intentata per diffamazione nata da un articolo pubblicato sul Washington Post nel 2018, in cui l’attrice si era definita “una figura pubblica che rappresenta la violenza domestica”.
L’attrice dovrà pagare 15 milioni di dollari (dieci per danni compensativi e cinque per danni punitivi): una cifra inferiore ai 50 richiesti, ma equivalente a più del doppio degli alimenti ricevuti al momento del divorzio.
Otto giurati – cinque uomini e tre donne – hanno lavorato al verdetto. Per determinare chi dei due avesse ragione, hanno dovuto esaminare una valanga di elementi e oltre 100 ore di testimonianza, valutando chi ne avesse portati di più e quali avessero maggior peso per dimostrare, oltre alla veridicità dell’accusa, anche una “chiara e convincente prova che il processo fosse stato avviato con malizia”.

In aula Amber Heard è arrivata vestita di nero, con espressione cupa e sguardo preoccupato. Depp, invece, non si è fatto vivo. Poco prima della sentenza è stato fotografato molto lontano dal tribunale, in un pub di Newcastle. L’ultimo colpo di scena di uno scontro giudiziario che ha avuto, in ogni sua fase, tutti i riflettori puntati addosso.
‘La giuria mi ha restituito la vita – ha detto a caldo Depp pochi minuti dopo la decisione – Sono davvero onorato”.
Per la Heard, rimane la soddisfazione di aver vinto uno dei tre casi portati avanti contro Johnny, che la dovrà dunque risarcire con 2 milioni di dollari. “La delusione che provo oggi supera qualsiasi parola – ha confessato – Avevo portato una montagna di prove, ma non sono state abbastanza per resistere alla sproporzionato potere e influenza del mio ex marito”. Poi, le parole più dure: “questa pronuncia segna un ritorno all’epoca in cui una donna che osava parlare contro la violenza domestica veniva pubblicamente umiliata”.