Dal Teatro Petruzzelli di Bari un grande, commovente abbraccio del Bif&st al popolo ucraino e ai suoi cineasti. Consegnato infatti alla regista Daria Onyshchenko – della quale è stato presentato, fuori concorso il film Zabuti-The Forgotten, del 2020 – il “Premio speciale Federico Fellini dedicato ai cineasti dell’Ucraina”: un abbraccio virtuale a quel popolo – oggi drammaticamente in lotta contro l’invasore russo – molto apprezzato dalla regista, a nome di tutti i colleghi, e dal folto pubblico presente in teatro.
Nel ricevere il premio la Onyshchenko – avvolta dalla bandiera gialloblu e con indosso una maglietta su cui spiccava la scritta, in ucraino, “nave russa, fottiti” (diventato il motto dei combattenti ucraini dopo l’attacco all’isola dei Serpenti) ha detto: “Grazie di cuore. Questo premio significa davvero tanto per me e per tutta la comunità di amici e colleghi che combattono da otto anni questa guerra contro l’oppressore russo. Negli ultimi anni prima del conflitto avevamo avviato un processo di rinnovamento del cinema ucraino, c’era un fiorire di nuovi talenti ma molti di loro, attori, produttori, direttori della fotografia, registi, musicisti, adesso sono in prima linea a combattere, senza esperienza militare, giubbotti o caschi – talvolta anche con una preparazione minima, se non assente – per difendere la propria casa, la propria famiglia, la propria strada. Vi ringrazio a nome di tutti loro e di tutti i bambini. L’esercito russo, che sta bombardando le città e uccidendo migliaia di civili, deve lasciare il nostro territorio: sta sbagliando, perché la verità non è dalla sua parte Vi prego, continuiamo a combattere questo regime. Questa guerra deve finire. Chiedo sanzioni più severe e un embargo totale sui prodotti russi, sul turismo russo. Chiedo il vostro aiuto e supporto”.
“Per noi è significativa l’idea che il cinema, quello italiano in particolare – ha detto sul palco il direttore artistico del Bif&st, Felice Laudadio – si faccia interprete dell’esigenza che pubblico e cineasti italiani reagiscano per fermare questa strage, questa guerra”.
Gli artisti ucraini all’estero stanno cercando di dare il proprio supporto attraverso progetti, raccolte fondi o acquistando in occidente materiale per fornire aiuto a chi è al fronte.
La forza del popolo ucraino è nel sapere per cosa stanno combattendo, mentre nell’animo dei russi invasori feroci c’è solo propaganda: è quanto emerge dal film Zabuti-The Forgotten della Onyshchenko.
La trentenne Nina (Maryna Koshkina), un’insegnante di lingua ucraina che non può lasciare la città di Luhansk, nel separatista Donbass – nell’est dell’Ucraina – è costretta a seguire corsi di riqualificazione per l’insegnamento del russo, unica lingua permessa dagli occupazionisti assieme all’inglese. Il diciassettenne Andrii (Daniil Kamenskyj) è uno studente rimasto orfano all’indomani dello scoppio della guerra. Le loro vite si incrociano quando Nina vede la polizia arrestare Andrii per aver appeso la bandiera ucraina dal tetto della scuola. La donna sa di vivere ormai in un mondo costruito sulle ingiustizie, sulle sopraffazioni, sulle bugie della propaganda russa e per Andrii potrebbe prospettarsi un lungo periodo in galera. Pur non conoscendolo, per liberarlo è pronta a rischiare la propria vita. Nell’avvicinarsi l’uno all’altra – personaggi puri in un sistema corrotto – cercano di ricordare alle persone nei territori occupati che anch’essi hanno diritto a un futuro. Una volta fuggita dal Donbass, Nina “vede” Andrii in ogni suo studente o ragazzo che incontra per strada: la lotta contro l’oppressore, contro la propaganda e il disprezzo per i valori umani continuerà, anche lontano da Luhansk!
Il messaggio politico del no ad ogni oppressione, militare o psicologica, si accompagna nel film a quello dell’educazione scolastica – o una sua mancanza – con bambini sottoposti all’addestramento militare e insegnanti costretti a risorse limitate e che possono utilizzare solo vecchi libri scolastici russi, ma non ucraini.
Zabuti-The Forgotten è un film privo di retorica, pulito e tagliente sui misfatti dei separatisti russi del Donbass: loro avversari gli ideali umanitari e pacifisti di persone che per essi sono però anche pronte a sacrificare la vita.