Il piccolo-grande palco de LaMama ha visto lo scorso weekend il debutto statunitense dello spettacolo “Somewhere at the beginning” interpretato dalla coreografa e ballerina Germaine Acogny.
Lo spettacolo di Acogny da solista non è solo uno spettacolo di danza ma una performance multimediale che alterna movimento e recitazione a suoni e video. “Somewhere at the beginning”, co-creato e diretto da Mikaël Serre, è un lavoro coraggioso dove alcuni tratti della storia africana si intrecciano con la storia personale e privata dell’artista 75enne. Con lei facciamo un viaggio che parte dall’Africa, arriva in Europa e ritorna in Africa, proprio come la sua vita: nata in Benin, si è trasferita in Senegal a 10 anni dove ha iniziato a studiare danza per poi espatriare in Francia dove ha continuato, e rafforzato, la sua carriera di ballerina e coreografa. E poi è tornata in Africa. Acogny è anche la fondatrice e direttrice della scuola “Ecole des Sables” in Senegal.
Il pezzo viene affrontato a mo’ di dialogo (monologo) con suo padre che era un impiegato statale per i colonialisti francesi ed un vero simpatizzante di tutto ciò che fosse occidentale, tanto che si era convertito alla religione cristiana.
Suo padre, in uniforme è nella foto in bianco e nero proiettata nell’angolo in alto a destra di uno schermo costituito da una tenda a fili, o come si dice in gergo teatrale una “rain curtain” dall’effetto vedo/non vedo.
Il dialogo con il padre è molto animato e a tratti carico di risentimento. I temi affrontati sono tantissimi: una Medea che uccide i suoi figli, le religioni cristiane ed i riti voodoo, la crisi degli immigrati in Europa, il femminismo e perfino il Mein Kampf di Hitler.
Lo spettacolo, che dura 65 minuti, è forte della presenza scenica di Acogny e del suo corpo senza età ma anche di proiezioni sulla ‘rain curtain’ che ci mostrano spezzoni della vita in Senegal o gommoni pieni di rifugiati a largo del Mediterraneo. Definita la ‘madre della danza africana’, Acogny mescola movimenti europei moderni a coreografie africane tradizionali. Il suo assolo introspettivo ci fa emozionare quando sulle sulle note di “Hurt” di Johnny Cash si batte testa, petto e gamba in un moto malinconico e meccanico, sussultiamo quando capiamo che il cuscino che batte a terra rappresentano i suoi figli e ci incantiamo quando si copre la faccia di farina bianca.
Nel suo libro “African Dance”, pubblicato nel 1980, Acogny scrive dei dettagli della sua tecnica artistica: “Sometimes even a small movement can be more impactful because of the intention behind it, more so than the expressive outside movements. The older I get, the more I am better” spiegando così che l’intenzione dietro ogni movimento, seppur piccolo, è più importante del movimento stesso.
“Somewhere at the beginning” fa parte del Festival “Crossing the Line”, un festival newyorkese distribuito su sei teatri della città e dedicato ai lavori innovativi di artisti francesi, francofoni ma anche americani.
“Crossing the Line” è un appuntamento annuale prodotto dall’istituto francese FIAF in collaborazione con le grandi istituzioni culturali come il “Theatre for a New Audience”, il teatro La MaMa ed altre.
Il Festival prosegue fino al 12 Ottobre e l’intero programma si può visualizzare a questo indirizzo: https://crossingthelinefestival.org/2019/events/
Il calendario degli spettacoli al LaMama è invece qui