Tratto dal racconto Maruzza Musumeci di Andrea Camilleri, Le funambole è un cunto della tradizione siciliana che, nei rimandi all’Odissea di Omero, si snoda tra magia, fantasia e realtà, sullo sfondo di leggende e superstizioni della Sicilia di fine ‘800 e inizio ‘900. Oltre a Maruzza le protagoniste sono le suggestive installazioni realizzate dalla stessa Romano presenti sul palco a rappresentare delle figure mitiche, forgiate con il ferro e sospese come funambole fra forza e leggerezza. I costumi sono di Alessandra Gaudioso.
Ci racconti la genesi di questo progetto?
“Le funambole nasce da un innamoramento; l’innamoramento per la musica e la potenza evocativa della scrittura di Andrea Camilleri. Ho scritto questo cunto come un concerto a due voci pensando ad Antonella Romano e a me, come un vestito cucito su misura su di noi dopo anni di lavoro comune, un vestito ricamato con il ferro, come le opere d’arte di Antonella. Abbiamo lavorato insieme a casa sua, cercando i suoni giusti, i piccoli gesti, gli sguardi, mentre lei come d’abitudine ricamava a mani nude il fil di ferro. È nata così l’idea di due fratelli che ricamano con il ferro e lucidano con acqua di mare la lunga sirena protagonista dello spettacolo. Ogni sera una nuova sirena nasce sul palco sotto gli occhi incantati dello spettatore. La nostra compagnia Bottega Bombardini ha poi presentato il lavoro al centro di produzione Casa del Contemporaneo di Napoli, col quale collaboriamo da anni e il cunto ha potuto incontrare il suo pubblico pronto ad ascoltare, anche a New York.”
Quali sono i punti di forza dello spettacolo? Perché è da vedere?
“Le funambole è da vedere e ascoltare per fare innanzitutto un bellissimo viaggio in Sicilia. La Sicilia con il suo carattere forte, la lingua ammaliatrice e lo sguardo dei suoi abitanti. Se il teatro che si ama, che si cerca, sera dopo sera, è quello fatto da bravi attori e da una storia forte allora Le funambole è da vedere e vivere per lasciarsi andare al sorriso e all’emozione di un tempo dedicato all’ascolto, come quando da bambini incantati si ascoltano le storie.”
Cosa significa per voi andare in scena a New York?
“Il protagonista maschile de Le funambole Gnazio Manisco nello spettacolo inizia il proprio viaggio proprio a New York dove viene a fare il bracciante stagionale. Per noi significa accompagnare Gnazio nel viaggio che finora abbiamo solo raccontato; significa come compagnia Bottega Bombardini e Casa del Contemporaneo fare ascoltare il nostro teatro e la sua musica in una città che rappresenta il nuovo; significa mescolare tradizione e contemporaneo per un confronto vivo e sinergico. Quando rappresentiamo questo spettacolo, magicamente, ovunque lo facciamo, veniamo sempre trasportati in Sicilia, in contrada Ninfa e con noi, il pubblico. La potenza e l’allegria de Le funambole porta questo piccolo lembo di terra ovunque, con forza.”

Adattare un romanzo per il teatro non è mai semplice. Ci racconti come hai lavorato per realizzare l’adattamento e quali sono state le difficoltà incontrate e le scelte drammaturgiche che hai fatto?
“Ispirandomi ai personaggi di Camilleri che a loro volta prendono ispirazione dai cunti antichi ho ideato un racconto a due voci, un’orchestra di personaggi, uomini e donne, che prendono corpo e anima. La difficoltà, come sempre accade quando si adatta per il teatro un racconto o anche quando si costruisce uno spettacolo, è scegliere cosa si vuole raccontare. Scegliere quello che chiamo ‘il cuore narrativo’ e seguirlo fino in fondo senza farsi distrarre dal canto delle sirene delle mille altre cose che si vorrebbero dire ma che tradirebbero quel cuore, gli toglierebbero forza in quell’ora di racconto. Il lavoro di scrittura fatto necessariamente in solitudine è come quel momento magico che da solo vivi dietro le quinte prima di entrare in scena, una solitudine necessaria prima di poter parlare al pubblico con il cuore.”
Chi sono le funambole del tuo spettacolo e cosa raccontano?
“Le funambole sono tutte le donne ma anche gli uomini talvolta, tutti gli esseri capaci di cantare anche mentre annegano, in bilico fra terra e mare, costantemente. Le funambole attraversano tutti gli elementi senza appartenere a nessuno di essi, perché sono creature che stanno e nel contempo scappano. Funambole dell’anima, creature gentili e mostruose, feroci e delicate che non hanno nessun timore della concretezza della vita e dei riti magici che in essa si nascondono. Le funambole raccontano il coraggio e la vendetta, la giustizia che mai è giusta, il desiderio di un bacio, di emozionarsi, il desiderio dell’abbandono e dello stringersi. Le funambole dello spettacolo cercano vendetta, da secoli, senza sconti. Scavando nel mito sono sirene che cercano Ulisse per un ultimo canto.”
Cosa vuoi trasmettere con il tuo teatro?
“Le Funambole ha in sé tutte le caratteristiche che come regista e come Bottega Bombardini intendo perseguire con la nostra attività teatrale. Un linguaggio leggero e insieme profondo, un atto di fede nella forza delle storie e nella loro capacità di prendere allo stomaco e raccontare il mondo. Nel teatro che amiamo la ricerca stilistica si concilia con la capacità di raccontare storie: un teatro ‘popolare’ che parli all’umanità usando le armi dell’ironia e della poesia.”
The Tightrope Walkers andrà in scena presso il The Brick Theatre (Brooklyn) il 6 maggio alle ore 20 e preso la Casa Italiana Zerilli-Marimò (Manhattan) il 7 maggio alle ore 18.
Per maggiori info: InScena!