Antigone – monologo per donna sola (produzione Anomalia Teatro), scritto e interpretato da Debora Benincasa con al regia di Amedeo Anfuso, è la storia dell’eroina greca per eccellenza riproposta in chiave tragicomica. Anomalia Teatro è un progetto associativo nato a Torino nel 2016, una compagnia indipendente che produce e distribuisce il proprio teatro. Il 21 ottobre 2016 ha debuttato il primo monologo: Antigone – monologo per donna sola, oltre quaranta repliche in tutta Italia, è una riscrittura in chiave tragicomica del mito, il cui testo è stato pubblicato a maggio in occasione del Salone Internazionale del Libro di Torino dalla casa editrice Suigeneris.
Ci racconti la genesi di questo progetto?
“La scuola in cui mi sono formata (Atelier Teatro Fisico Philip Radice) alla fine del percorso chiede agli studenti una presentazione di quaranta minuti in forma di monologo, non viene data nessun’altra indicazione: una sorta di foglio completamente bianco. Così, presa da un certo fermento e una certa angoscia, mi sono catapultata nella lettura di testi teatrali tra cui la riscrittura di Jean Anouilh dell’Antigone; dopo aver pianto una marea di lacrime ho sentito di aver bisogno di lavorare su quelle parole. Da lì è partito un lungo cammino di improvvisazioni, entusiasmi e angosce che mi hanno portata a riscrivere una mia personale Antigone, anche grazie preziosissimo aiuto di Amedeo Anfuso, il regista. In tutto il lavoro la ricerca è stata quella di mantenere intatta quell’ondata di emozioni presenti nella prima lettura.”
Quali sono i punti di forza dello spettacolo? Perché è da vedere?
“Antigone – monologo per donna sola è uno spettacolo che gioca con la tragedia greca, le fruga in pancia e cerca di chiacchierarci. La tragedia è una compagna con cui camminare in uno scambio di linguaggi e storie: Antigone diventa una ragazzina di oggi che guarda serie televisive e film d’azione ma mantiene intatta la forza dell’eroe. Lo scopo dello spettacolo e la sua forza stanno proprio nell’incontro tra mondi lontani, tra il classico e il contemporaneo, tra il comico e il tragico. Così riscopriamo che ancora oggi abbiamo bisogno di Antigone, abbiamo bisogno della sua forza e della sua tenacia, e continuiamo a scoprirlo replica dopo replica insieme al nostro pubblico.”
Cosa significa per voi andare in scena New York?
“Il nostro è un teatro che lavora molto col pubblico, lo guarda e gli parla direttamente. Per questo ogni luogo in cui ci siamo trovati ci ha influenzato, la realtà che abbiamo davanti scivola all’interno dello spettacolo e lo modifica, cambia il suo ritmo e il suo respiro. Per cui siamo curiosi ed emozionati di questo viaggio, siamo ansiosi di scoprire come New York abbraccerà l’Antigone. E poi, si sa, lo spettacolo è una parte di noi, poterlo portare lontano, guardarlo attraversare l’oceano è come veder crescere qualcuno e salutarlo col fazzoletto in mano – solo che in questo caso partiamo tutti con Antigone e al posto dei fazzoletti avremmo valigie e biglietti aerei!”
Il titolo del tuo spettacolo fa pensare inevitabilmente a Sofocle e alla sua Antigone. Quanto c’è della tragedia greca in Antigone – monologo per donna sola?
“Tutto! Di fatto lo spettacolo è una riscrittura dell’Antigone di Sofocle. Anche se, come riferimento più forte, abbiamo lavorato sulla versione di Jean Anouilh, testo meraviglioso del 1941, di cui utilizziamo in parte le parole nel monologo finale. La bellezza delle riscritture credo sia proprio questa: ci fanno venire voglia di rileggere Sofocle, ci incuriosiscono e stimolano la nostra curiosità. Spero che la mia Antigone faccia anche un po’ questo: pungoli allo studio e alla creatività. Saltiamo dal mio testo a quello di Anouilh, poi a Sofocle, e apriamo lo sguardo su cosa può significare l’Antigone oggi e cosa è cambiato.”
Chi è l’Antigone del tuo spettacolo e qual è la sua missione?
“Antigone è uno dei grandi archetipi degli eroi, è una ragazzina che si staglia contro il potere per affermare sé stessa e i suoi diritti; è la rappresentazione dell’individuo che si scontra con la società. Eppure, rispetto agli altri eroi che la accompagnano, i suoi colleghi, è completamente diversa. Innanzitutto è una donna, una ragazzina, in un mondo di uomini. Non è una guerriera, non agisce con la forza, ma riesce ad affermare se stessa totalmente anche a costo della sua vita. Credo che la forza di Antigone sia quella di trasmettere, nonostante la sua caduta, un forte senso di speranza e la voglia di continuare a lottare, di difendere con i denti i propri diritti.”
Citando le vostre parole, Anomalia Teatro lavora per “un teatro che sia orgogliosamente popolare”: quali sono i prossimi progetti e i vostri obiettivi per il futuro?
“Noi lavoriamo per il pubblico, vogliamo che il nostro teatro e le nostre storie possano essere ascoltati da più persone possibili, che abbiano più piani di lettura e che mantengano sempre anche un certo grado di comicità. Le storie raccontano le nostre urgenze, così se Antigone incarna, per me, una guerra allo stereotipo e alla vita che bisogna vivere, il prossimo spettacolo Era meglio nascere topi parlerà di razzismo e delle profonde radici che stanno crescendo nella società in cui viviamo. Al momento ci stiamo preparando per due importanti debutti, nel frattempo continuiamo a girare con i nostri spettacoli, abbiamo alcuni corsi di teatro (che ci riempiono il cuore) e siamo pienissimi di lavoro! I prossimi saranno mesi intensi ma siamo felicissimi delle possibilità e delle sfide che ci troviamo davanti.”
Antigone – A One Woman Monologue andrà in scena presso il The Brick Theatre (Brooklyn) l’8 maggio alle ore 19.30 e presso il Bernie Wohl Center (Manhattan) l’11 maggio alle ore 20.
Per maggiori info: InScena!
ANTIGONE – monologo per donna sola from Anomalia Teatro on Vimeo.