Hanno vent’anni e sono cresciute in un paesino di alcune migliaia di abitanti nel casertano, hanno sempre voluto recitare e sono diventate, grazie al film di Edoardo de Angelis, delle star indiscusse, su cui tutti puntano gli occhi.
Le gemelle Fontana, per la loro bellezza naturale, per il talento e per la loro voglia di farcela, ricordano le attrici italiane di una volta, con gli occhi pieni di sogni.
Gemelle nella vita, le Fontana hanno dovuto mettersi nei panni di due gemelle siamesi attaccate per il fianco, ispirate a Daisy e Violet Hamilton, che nel ’32 recitarono nel film di Tom Browing, Freaks, mettendo in scena la loro vita, tra balli, canti e performance da circo.

Indivisibili è stato il loro primo film e sembra che già molti nel mondo del cinema si siano accorti di loro: sono state candidate come miglior attrice protagonista ai David Di Donatello e ai Globi d’oro e hanno vinto insieme al musicista napoletano Enzo Avitabile il David per la migliore canzone originale, Abbi pietà di noi, scritta appositamente per il film.
Una performance attoriale straordinaria, preceduta una studio di alcuni mesi che ha portato le gemelle a vivere fisicamente in simbiosi, per calarsi nella parte di due siamesi indivisibili: corse legate una all’altra, nuoto sincronizzato, documentazione su gemelli siamesi, scrittura di un diario a quattro mani, per diventare Viola e Dasy e non concedersi errori sul set.
Due giovanissime attrici che sembrano avere le idee chiare sul loro futuro, che affrontano con umiltà e tanto impegno. Le abbiamo incontrate al festival Open Roads: New Italian Cinema di New York, dove la favola nera di De Angelis ha ricevuto un’accoglienza trionfale al Lincoln Center, durante la serata di apertura.
Angela e Marianna hanno rilasciato interviste per ore interminabili negli ultimi giorni, ma sono sempre sorridenti e disponibili con chi le cerca per un’intervista o per una foto. Sanno cosa vogliono, ma non hanno fretta di arrivare, sono belle ma non sembrano rendersene troppo conto.

Lo so che lo avete ripetuto già tante volte…
Marianna: “C’è sempre una prima volta, non ti preoccupare”.
Come siete arrivate al cinema?
Marianna: “Mia madre ci ha abituate a vedere film fin da piccole, è una sua passione innata. Siamo sempre andate a teatro, a vedere film al cinema, siamo state abituate ad amare i registi, gli attori, i direttori della fotografia… Sono fissata con queste cose, da sempre. Grazie a Edoardo [De Angelis, n.d.r.] abbiamo cominciato a prendere tutto sul serio. Avevamo 16 anni e abbiamo fatto un provino per un suo film. All’epoca non ci ha prese, ma quando abbiamo raggiunto i 18 anni ci ha richiamate per fare il provino di Indivisibili. Però è grazie a mamma che amiamo il cinema. Mia madre è una grande artista d’animo, pur non lavorando nel cinema, ama l’arte e il cinema più di tutto”.
Angela: “Fin da quando siamo nate mamma ci ha messe vicino al televisore per farci vedere i film, ci ha fatto innamorare di questa passione. A tutte e due”.
Dove siete cresciute?
Angela: “In un paese piccolissimo, Casapesenna: non c’è il cinema, non c’è niente di tutto questo. Ogni volta per andare al cinema o a teatro ti devi spostare e diventa sempre un evento, ci vai con uno spirito diverso rispetto a chi ce l’ha sotto casa e ci può andare quando vuole. Perciò ogni volta che andavamo al cinema o a teatro era una grande festa. Forse è per questo che la nostra passione è stata amplificata”.
Avete mai pensato che avreste debuttato al cinema insieme?
Marianna: “Mai, neanche nei sogni forse”.
Angela: “Sognavamo di fare una cosa insieme, bella, forte, che lasciasse un segno anche minimo, però non ci aspettavamo un film da protagoniste su due gemelle siamesi. Quindi questa cosa ci ha stupito tantissimo. Ma è stata una sfida, la sfida di raggiungere un obiettivo difficile”.
Ieri avete detto che nel film avete lavorato molto sul rapporto di attrazione e repulsione che c’è tra le gemelle siamesi. Questi aspetti fanno parte del vostro rapporto o le avete dovute costruire?
Marianna: “I gemelli hanno un rapporto molto particolare: noi ci capiamo con lo sguardo, non abbiamo bisogno di parole. Perciò il binomio attrazione-repulsione lo viviamo, nel senso che è difficile stare lontane e spesso è difficile stare vicine. Quando non c’è mia sorella la voglio vicina a me, poi magari quando c’è ci litigo. Io la cerco sempre. La gemella è un po’ come il fidanzato, quando non c’è ti manca quando c’è lo odi” [ridono entrambe e anch’io, n.d.r.].

Angela: “Quando c’è magari ti sgrida per qualcosa, ma poi quando non c’è la vorresti per avere consigli su tante cose. C’è un rapporto di amore e repulsione in effetti. Anche se ognuna ha la sua vita, sapere che l’altra c’è sempre è davvero diverso. Abbiamo le stesse passioni, ma viviamo vite indipendenti. Perciò ci sentiamo perché facciamo lo stesso mestiere e ci diamo dei consigli a vicenda. È la mia migliore amica, c’è sempre”.
Il lavoro che avete fatto per Indivisibili è stato un lavoro fisico. Questo ha avuto qualche ripercussione sulla vostra vita vera?
Marianna: “Abbiamo fatto una preparazione di due mesi, eravamo Dasy e Viola ormai: abbiamo corso insieme, ci siamo lavate insieme, abbiamo dormito attaccate, siamo andate in bagno insieme, abbiamo fatto cose assurde insieme. Perciò quando è finito il set, dopo un mese e mezzo, ci siamo ritrovate un po’ fuori dal mondo, ci abbiamo messo un paio di settimane a riprenderci. Mi sentivo strana senza di lei attaccata a me, alla fine della giornata mi sentivo troppo leggera. Durante le notti prima del set noi dormivamo attaccate per non uscire dalla parte, perché non volevamo distaccarci dalle gemelle siamesi. I personaggi di Viola e Dasy hanno vissuto 18 anni attaccate, perciò per loro è normale, fa parte della loro vita. Nella scena finale, per esempio, Viola ha dovuto imparare a camminare da sola, dopo 18 anni di vita attaccata a Dasy”.
Angela: “Dopo il set era strano, perché quando camminavamo insieme era pesante, ma era anche bello. Poi avevamo un trucco speciale che ci teneva occupate cinque ore al giorno e quando non c’era il trucco avevamo delle mutande specifiche che ci tenevamo unite, strette, incastrate. Ci siamo abituate a stare appiccicate durante le riprese del film”.
Marianna: “La scena della litigata, per esempio, è stata difficilissima, perché tu lì non ti potevi muovere. Normalmente quando litighi con una persona pesantemente tendi sempre a non guardarla negli occhi e ad allontanarti, invece lì dovevamo stare vicinissime, strette l’una all’altra, senza poter prendere aria o guardare altrove”.
Angela: “È stato un film molto intenso emotivamente e forse è per questo che emergono molte emozioni dal film. È stata una sfida molto difficile”.

Angela, tu hai già lavorato al tuo secondo film con Marco Tullio Giordana in Due soldati…
Angela: “Lavorare con Marco Tullio Giordana è stato un onore, perché oltre al fatto che lui è uno dei miei registi preferiti in Italia, è anche una persona magnifica. Sono andata al provino e poi ne ho fatti cinque e alla fine sono stata presa. Marco Tullio Giordana è molto esigente. Il film è impegnato, il mio personaggio è molto intenso”.
Interessava a entrambe lavorare nel film di Marco Tullio Giordana?
Marianna: “Abbiamo fatto il provino entrambe, poi è stata presa lei e io sono felice per lei, nel senso che quello che accade a mia sorella mi riguarda sempre anche me e viceversa”.
Angela: “Mia sorella mi ha fatto da actor coach! Mi faceva correre, mi faceva muovere ed è sempre venuta sul set. Ci diamo una mano anche in questo senso”.
Quali sono i vostri modelli di attrici o attori?
Angela: “Le attrici straniere che mi piaccioni di più sono Natalie Portman e Cate Blanchett, perché ogni volta che le vedo al cinema mi trasmettono qualcosa di vero e reale, mi convincono molto. Hanno una luce diversa negli occhi, si vede che c’è un grande lavoro dietro come attrici. Provo empatia nei loro confronti”.
Marianna: “A me piace tantissimo Jared Leto, perché per fare ogni film che fa si prepara tantissimo, si vede che c’è un lavoro pesante prima del film, e poi ogni ruolo che interpreta è diverso dall’altro, non lo riconosco mai, sembra un camaleonte. Anche Robert De Niro mi piace tantissimo per lo stesso motivo”.
E tra gli attori/attrici italiani del passato chi preferite?
Marianna: “Tra le attrici attuali, mi piacciono tanto Sara Serraiocco de La ragazza del mondo e Alba Rohrwacher: sono un po’ i nostri modelli di oggi. Del passato, Anna Magnani, senza dubbio. Secondo me lei è l’icona del cinema italiano. Poi c’è Sophia Loren, lei è un’altra delle donne che hanno fatto la storia del nostro cinema”.
Angela: “Oltre ad avere un fascino incredibile, Sophia Loren è un tipo di donna che mi piace. Anche lei veniva dalla Campania, era di Pozzuoli”.
Marianna: “La Magnani mi piace perché era vera, autentica. Aveva il volto sofferente e quegli occhi intensi che dicono tutto, era espressiva e ogni frase che diceva era credibile”.
Angela: “La Magnani era molto terrena e intensa. E poi non era neanche troppo bella in senso classico e questo è importante per essere espressivi in modo autentico”.
Marianna: “Sì infatti, aveva un viso non regolare. Rappresenta un modello di donna diverso da quello che c’è oggi, in cui devi essere magra per forza, lei era naturale, imponente”.

Angela: “Ci vorrebbero più attrici così, perché stiamo diventando un po’ tutte uguali, pensiamo troppo all’apparire. Anna Magnani aveva un carisma forte e rappresentava uno stereotipo di donna “sacra”, che si scopriva difficilmente, che incarnava dei valori antichi che si sono persi. Se pensiamo alla Loren, anche quando si metteva una scollatura o si spogliava nei film non era mai volgare, era perfetta”.
Marianna: “Oggi il corpo della donna in televisione e sui social è molto strumentalizzato, sempre in vista, anche se ci sono delle belle eccezioni ovviamente”.
Angela: “Nel cinema la donna è molto rispettata per fortuna, non succede quello che avviene in televisione. Ma il cinema è il cinema!”
Che tipo di attrici vorreste essere da grandi?
Marianna: “A me piace scoprire, sono curiosa, perciò mi piacerebbe fare sempre ruoli interessanti, che mi mettano in gioco sempre, che mi obblighino a studiare tanto e a trasformarmi”.
Angela: “Io e lei siamo molto fisiche, io amo molto il contatto con le cose, quindi sarebbe ideale lavorare su personaggi che permettano di scoprire cose nuove, tramite il tatto, gli odori. Questa è una ricerca che facciamo a prescindere dal lavoro, cerchiamo di metterci in gioco scoprendo cose nuove tramite i sensi, perché ogni volta scopri qualcosa di te che non sapevi. Lavorare così sarebbe un sogno. In Italia sembra un po’ difficile, ma qualcosa di nuovo si sta muovendo, perciò speriamo bene”.
Quali sono i piani per il futuro?
Marianna: “In estate abbiamo dei ruoli molto belli su cui lavorare separatamente, in Italia, ma speriamo anche noi un giorno di poter lavorare in America e sui set internazionali. Speriamo che con lo studio arriverà. La nostra idea è studiare recitazione qui a New York”.
Angela: “Facciamo già dei corsi di recitazione con dei docenti che vengono dall’Actor Studio, però venire qui sarebbe diverso certamente”.
Marianna: “Dobbiamo studiare l’inglese bene e saper recitare in inglese, avere una buona dizione: questo è l’obiettivo. La priorità è l’inglese, poi vediamo. Intanto stiamo in Italia a studiare e lavorare”.
Ragazze, grazie per il vostro tempo
Marianna: “Grazie a te, mi sa che ho parlato troppo!”
Un messaggio delle gemelle Fontana al pubblico di New York:
Guarda il trailer di “Indivisibili” di Edoardo De Angelis:
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