Parte questa sera la 68ª edizione del Festival del cinema di Cannes, la più importante kermesse cinematografica mondiale. Un’edizione originale e bizzarra, che seguiremo per voi fino alla premiazione di domenica 24 Maggio.
Intanto, vi diamo alcune linee guida per non perdervi nella folle “babele” delle Croisette.
1. Attenzione all’Italia
Almeno sulla carta, la 68ª edizione del Festival del cinema di Cannes che apre i battenti tra poche ore si annuncia memorabile per l’Italia. Pochi giri di parole: dei quattro film in concorso, i tre nella selezione principale sono il meglio che il nostro cinema possa offrire, tanto che sperare in un premio appare tutta’ltro che azzardato, anche perché Moretti, Sorrentino e Garrone sono da sempre amatissimi oltralpe e giustamente sempre bene accolti sul palcoscenico della Croisette.

Il regista Nanni Moretti che a Cannes presenta Mia madre
Su Mia Madre di Nanni Moretti, già uscito in Italia da circa un mese, la critica nostrana ha già espresso, come sempre in modo molto discutibile, punti di vista eterogenei e contrastanti; vedremo come la giuria tratterà l’ultimo italiano ad essersi aggiudicato la Palma d’oro, nel 2001, per La stanza del figlio. Matteo Garrone, con Tale of Tales, si avventura in una scommessa piuttosto ardita: portare per la prima volta sullo schermo Lo cunto de li cunti di Giambattista Basile, una straordinaria raccolta di storie fantasy napoletane del ‘600 messe in scena con un cast e una produzione internazionali di altissimo livello e una sensibilità figurativa da brivido. Paolo Sorrentino torna a Cannes con Youth due anni dopo La grande bellezza, film che a Cannes non aveva raccolto premi ma che aveva ricevuto il “battesimo” per la fortunata corsa verso gli Oscar. È il secondo film di Sorrentino in lingua inglese e contiene una vera parata di star, da Michael Caine ad Harvey Keitel fino a Jane Fonda.
Fuori dalla selezione principale, invece, l’Italia conta su Roberto Minervini, marchigiano che lavora negli Stati Uniti e si è già imposto a Cannes con il bellissimo Stop the Pounding Heart. Minervini parteciperà con il documentario Louisiana, in concorso nella sezione Un Certain Regard, e ci regalerà uno sguardo impietoso ed originale sui perdenti bianchi negli States del profondo Sud.
2. Al femminile
Ad inaugurare la kermesse francese sarà per la prima volta il film di una donna, La tête haute di Emmanuelle Bercot, un dramma familiare con Catherine Deneuve. Al di là dell’imminente inaugurazione, questa sarà un’edizione felicemente al femminile, a partire dal manifesto, con il primo piano sorridente di Ingrid Bergman, passando per gli incontri Women in motion organizzati dalla Fondazione Kering, dove prenderanno la parola, una dopo l’altra, Isabella Rossellini, Salma Hayek, Isabelle Huppert, Rebecca Zlotowski, Golshifteh Faharani, fino alla Palma d’oro d’onore attribuita per la prima volta a una donna, l’autrice ottantaseienne Agnes Varda.
3. Vive la France!
Nutritissimo il contingente francese in cui la fa da padrone il bravissimo Jacques Audiard con Dheepan (titolo provvisorio), un pugno nello stomaco su immigrazione e mancata integrazione; a ruota i “gregari” La loi du marché (La legge del mercato) di Stéphane Brizé, in cui Vincent Lindon interpreta un disoccupato che viene incaricato di “spiare" gli ex colleghi di lavoro, Marguerite et Julien di Valerie Donzelli, da lei stessa definita una “Fiaba contemporanea sul desiderio, la passione, la speranza, l’amore e la morte. Una storia senza tempo e soprattutto oltre ogni moralità”. E si annuncia uno scandalo di un certo rilievo in quanto i protagonisti sono due fratelli che dall’infanzia all’età adulta, si amano appassionatamente ed incestuosamente. Infine Mon Roi, della trentanovenne Maïwenn, con Vincent Cassel (protagonista anche nel Racconto dei Racconti del nostro Garrone), Emmanuelle Bercot (regista del citato film d’apertura), e Louis Garrel (regista esordiente alla Quinzane des realisateurs con Les deux amis) e sua sorella Isild Le Besco.
4. Il ritorno di Mad Max
Il festival avrà una seconda apertura giovedì 14 Maggio con l’anteprima mondiale di Mad Max: Fury Road, il quarto capitolo della saga di Interceptor, diretto sempre da George Miller, il deus ex machina dei primi tre film. Tom Hardy e Charlize Theron guidano il cast di uno dei film in assoluto più atteso sulla croisette.
5. L’altra America
Dagli States quest’anno niente nomi di grido ma solo autori di qualità, a partire da Gus Van Sant (già vincitore della Palma d’Oro nel 2003 con Elephant), che dirige Matthew McConaughey in The Sea of Trees, e Todd Haynes, che con Carol, tratto dal romanzo di Patricia Highsmith, porta Cate Blanchett e Rooney Mara nelle contraddizioni morali dell’America Anni ’50. Produzioni americane anche per l’attesissimo nuovo film del canadese Denis Villeneuve, Sicario, con Benicio Del Toro ed Emily Blunt e il Macbeth di Justin Kurzel, con Michael Fassbender.
6. Sesso e scandali
Nessun dubbio su quale sarà il film scandalo di questa edizione: Love di Gaspar Noè, il primo sex movie in 3D, censurato addirittura a partire dalla prima locandina, ritirata dalla stessa produzione e programmato non a caso a mezzanotte.
7. Il festival dei cartoni
A compensare la provocazione di Gaspar Noè, sfileranno idealmente sul Red Carpet due film d’animazione, il nuovo Pixar Movie, Inside Out e la trasposizione cinematografica dello stranoto romanzo di Antoine de Saint Exupery, Il piccolo principe.
8. La parola ai giurati
A presiedere i lavori della giuria c’è per la prima volta una “coppia” di autori, i maestri Joel ed Ethan Coen. Accanto a loro Sophie Marceau, il compositore del Mali Rokia Traoré, Jake Gyllenhaal, Sienna Miller, Guillermo del Toro, l’attrice spagnola Rossy de Palma e l’enfant prodige canadese Xavier Dolan.
9. I favoriti
L’autorevolissimo quotidiano britannico The Independent, solitamente lungimirante nel preconizzare premi e bocciature, pone tra i favoriti per la vittoria finale The lobster, commedia del regista greco Yorgos Lanthimos con Rachel Weisz e Colin Farrell, il film drammatico Umimachi diary (Our little sister) di Hirokazu Kore-Eda Hirokazu, il film di Paolo Sorrentino e Sicario di Denis Villeneuve.
10. Vietato fotografarsi
Il direttore del festival Thierry Fremaux ha tuonato: “Non potrai mai essere brutto tanto quanto in un selfie. Non vogliamo certo proibirli, ma limitarli quanto più possibile”. Vi faremo sapere quante volte vedremo la security ammonire brutalmente gli appassionati intenti all’autoscatto tralasciando altri compiti, forse solo apparentemente più importanti.
Nel corso dei dieci giorni del festival vi riporteremo le nostre impressioni sui film e sull’imponente circo mediatico che attorno ad essi si scatenerà in Costa Azzurra, stando ben attenti a non cadere nella tentazione del selfie con la star.
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