Scrivo a poche ore dall’inizio dell’allestimento in teatro di Tosca e le altre due di Franca Valeri che la mia compagnia presenta alla Dicapo Opera dal 20 al 30 marzo. Questa è una ripresa, come si usa dire in termini teatrali, e ne sono particolarmente orgogliosa perché celebra uno dei miei miti, la grande e insuperabile Franca Valeri. Franca Norsa nasce ben 94 anni fa a Milano in una famiglia borghese. Padre ebreo, madre cattolica, Franca cresce in un ambiente agiato, elegante, pieno di cultura. In quell’ambiente incontra i primi personaggi che la renderanno famosa, in particolare uno: la Signorina Snob.
Decisa a fare l’attrice, Franca prova a entrare all’Accademia d’Arte Drammatica a Roma, ma non viene presa (molti anni dopo l’Accademia farà ammenda e le darà un riconoscimento speciale, ndr.). Franca però a Milano frequenta il teatro e l’Opera, è amica dei Bompiani, di Camilla Cederna e tanti altri artisti e intellettuali che diventano il suo circolo. Inizia a lavorare in teatro – anche con Nora Ricci, allora la vera e propria signora del teatro – e alla radio, dove nel dopoguerra spopola con i suoi personaggi femminili. È la prima volta in assoluto che una donna, un’attrice, è anche autrice dei suoi testi, che fanno inoltre ridere. Insomma, non è un’attricetta di bella presenza, bensì è autrice, regista e interprete di quei personaggi che le danno un successo clamoroso. Grazie a questo successo, le viene chiesto da due giovani attori, Alberto Bonucci e Vittorio Caprioli, che diventerà suo marito, di entrare in un gruppo di cabaret chiamato i Gobbi. É la fine degli anni ’50 e da allora la carriera di Franca Valeri non si è più fermata.
Cinema, teatro, opera, libri, televisione, Franca porta la sua creatività ovunque. Dirige, crea, scrive, recita: è una donna dalla mente brillante e con un senso del teatro sopraffino, oserei dire raro. I suoi testi sono scritti per facilitare l’attore, sono densi e ironici, mai scontati, sempre estremamente rispettosi dell’intelligenza altrui che pretendono funzioni costantemente. Oggi la signora Valeri ancora scrive, ancora recita, ancora usa quella testa che mai l’ha abbandonata. Non si è mai piegata alle logiche del mercato o alla potenza di questo o quel politico, di questo o quel dirigente. La sua indipendenza nel dire e nel fare è sempre stata un esempio per tutte le donne che hanno fatto spettacolo dopo di lei. È senza dubbio considerata la mamma, forse ora addirittura la nonna, di tutte coloro che hanno voluto creare e interpretare i propri personaggi, cercando persino di far ridere.
Portare il suo nome a New York è un onore, lavorare su un suo testo è non solo un piacere, ma una continua lezione. Marta Mondelli, mia compagna di scena, ed io scopriamo ogni giorno qualcosa di nuovo e di eccezionalmente importante dentro questo testo… pensare che ci lavoriamo dal 2007! Franca, che da anni combatte contro una forma di Parkinson, sarà in scena a Luglio 2014 all’interno del Festival di Spoleto con una sua nuova commedia. Nell’ultima scritta, Non tutto è risolto, si faceva vedere ad un certo punto sulla sedia a rotelle, mezza rimbambita, per poi alzarsi e dire un secco “NO”. Quel NO, così fermo, è il NO alla vecchiaia e al rimbambimento. Per Franca la vita continua sempre, fin quando non si ferma per sempre. A quello evidentemente non ci pensa e fa bene. Noi da qui la celebriamo per quello che è stata, per quello che è e che sarà e per tutto quello che ha rappresentato in più di sessant’anni di carriera.
Nel caso vogliate venire a sentire le parole di Franca Valeri, ci trovate alla Dicapo Opera (184 East 76 street) dal 20 al 30 marzo. Per i biglietti, seguite questo link.