E’ pericoloso sbilanciarsi su un cantante quando Sanremo è iniziato da appena poche ore. Nella prima serata del Festival si sono esibiti solo 12 dei 25 cantanti in gara, dobbiamo ancora ascoltare pezzi da novanta come Elisa, su tutti, o Emma Marrone. Eppure.
Eppure quando una canzone funziona la senti subito, si eleva dalle altre, si stacca dallo sfondo. E’ come se il volume si alzasse in modo automatico e il suono si facesse improvvisamente limpido. E’ il caso di “Brividi” di Mahmood e Blanco, due pesi massimi per due carriere giovani.
Se Mahmood ha già vinto Sanremo nel 2019 con “Soldi”, arrivando anche all’Eurovision di Tel Aviv e facendosi amare da tutti, Blanco, pseudonimo di Riccardo Fabbriconi, tra pochi giorni compirà 19 anni ma l’anno scorso con il suo disco d’esordio “Blu celeste” è riuscito ad occupare l’intera classifica top ten italiana con tutti i suoi brani. Questo vuol dire che a 18 anni si è ritrovato il suo nome nell’intera classifica, dal primo al decimo posto.
Cosa succede quindi se porti una canzone semplice, ma ben strutturata che non snatura nessuno dei due artisti?
Succede che metti d’accordo tutti. L’Ariston piove di applausi alla fine della loro esibizione. I social esplodono. I meme ironici, ma neanche tanto, si moltiplicano. Nella chat whatsapp di zie e cugine dal titolo “Perché Sanremo è Sanremo” la zia è d’accordo con la cugina.

Mahmood e Blanco sul palco sono liberi e fluidi, convincono un pubblico trasversale ma soprattutto contemporaneo. Azzeccano tutto, persino il look. E’ finalmente l’approdo di ciò che ascolti su Spotify sul palco dell’Ariston, niente più nicchia.
Non so cosa dovrebbero fare per non vincere, forse incontrare un’Elisa in particolare forma.
La classifica provvisoria arriva poco dopo l’una ed è quella votata della sala stampa, che li mette al primo posto, seguiti da La Rappresentante di Lista e Dargen D’Amico.
Per una volta, una prima serata del Festival si concentra su un brano e non sui presentatori, i soliti e solidi Amadeus e Fiorello, che fanno ridere meno di quanto vorrebbero e allungano i momenti di intrattenimento più del dovuto.
Le nostre pagelle
Achille Lauro con gli Harlem Gospel Choir “Domenica”
Se ci canti sopra il brano che Lauro portò due anni fa al Festival, Rolls Royce, noti poco la differenza.
Voto: 6 e mezzo.
Ce la ricorderemo per: il gesto di autobattezzarsi a fine brano, con tanto di spargimento d’acqua (santa?) sul palco.
Yuman “Ora e qui”
La sua voce ricorda un Cocciante soul. Bello l’arrangiamento dell’orchestra, forte la presenza sul palco.
Voto: 7 e mezzo
Ce la ricorderemo per: il suo difetto di pronuncia che ti fa smettere di fare quello che stai facendo per concentrarti nel guardarlo cantare.
Noemi “Ti amo non lo so dire”
E’ diretta magistralmente da Andrea Rodini ma il nonostante questo il pezzo non spicca il volo.
Voto: 6 e mezzo
Ce la ricorderemo per: quel bel vestito leggiadro rosa. Ah dovevamo ricordarci la canzone?
Gianni Morandi “Apri tutte le porte”
Dieci anni dopo aver condotto Sanremo, Morandi ci ritorna ma da concorrente. Anche questa è una grande novità. La sua canzone scritta da Jovanotti sia nel testo che nella musica è un inno alla gioia. Tanti applausi in sala, più per Morandi che per il brano.
Voto: 7 e mezzo per l’energia
Ce la ricorderemo per: Quel suo “FantaSanremo” gridato a fine esibizione.
La Rappresentante di Lista “Ciao Ciao”
Si canta la fine del mondo con un gioca jouer apocalittico. Sa di rivolta, ma verrà capita? Azzeccato il look.
Voto: 8
Ce la ricorderemo per: quanto la vorremo ballare
Michele Bravi “Inverno dei fiori”
Bravi torna a Sanremo per la seconda volta con una canzone classica che però non lo identifica. Ti piace se pensi che a Sanremo debbano vincere per forza le ballad.
Voto: 7 di incoraggiamento
Ce la ricorderemo per: ce la ricorderemo?
Massimo Ranieri “Lettera al di là del mare”
E’ una storia di migranti verso l’America, un bel testo senza precisione nelle note. Ranieri è un crooner senza tempo. Peccato.
Voto: 6
Ce la ricorderemo per: il potenziale (se cantata intonata)
Mahmood e Blanco “Brividi”
Se degli artisti entrano al Festival da superfavoriti un motivo c’è sempre. Il vero scoop sarebbe non vederli sul podio.
Voto: 9
Ce la ricorderemo per: sempre
Ana Mena “duecentomila ore”
Scritto da Rocco Hunt, è un brano neomelodico che a qualcuno ricorda “Amandoti” di Gianna Nannini.
Voto: 5 e mezzo
Ce la ricorderemo per: i meme ironici che le faranno nei prossimi giorni.
Rkomi “Insuperabile”
Mi ricorda una canzone dei Muse, o sarà che è già fine serata e il bello l’abbiamo già sorpassato?
Voto: 6
Ce la ricorderemo per: non ce la ricorderemo.
Dargen D’Amico “Dove si balla”
Per la prima volta al festival, il rapper Dargen D’Amico sceglie una canzone leggera ma affatto scema. Lui è invece intelligentissimo, con un gusto musicale, di testi e punchline che chi arriva dall’hip hop riconosce bene.
Voto: 7/8
Ce la ricorderemo per: il suo tono canzonatorio che ascolti volentieri. E speriamo sia solo l’inizio di un percorso più mainstream.
Giusy Ferreri “Miele”
E’ la quarta sua volta a Sanremo. Ma i tempi di “Non ti scordar mai di me” sono lontani.
Voto: 5 e mezzo
Ce la ricorderemo per: non ce la ricorderemo.
Classifica sala stampa alla fine della prima serata:
12. Ana Mena
11. Yuman
10. Giusy Ferreri
9. Achille Lauro con Harlem Gospel Choir
8. Rkomi
7. Michele Bravi
6. Noemi
5. Massimo Ranieri
4. Gianni Morandi
3. Dargen D’Amico
2. La rappresentante di lista
1. Mahmood & Blanco