Un fruttuoso incontro tra l’opera americana e la letteratura italiana è andato in onda il 14 gennaio in live streaming nel canale youTube dell’Istituto Italiano di Cultura di New York diretto da Fabio Finotti. Grazie all’evento organizzato congiuntamente dal Consolato Generale d’Italia e dall’Istituto Italiano di Cultura e introdotta dal vice direttore dell’IIC di New York Massimo Sarti con la partecipazione del Console Generale Fabrizio Di Michele, i melomani appassionati hanno potuto assistere alla preview dell’opera The Garden of the Finzi Contini’s, composta da Ricky Ian Gordon su libretto di Michael Korie basato su un romanzo di Giorgio Bassani, diretta da Michael Capasso e Richard Stafford: una produzione frutto della collaborazione fra il National Yiddish Theatre Folksbiene e la New York City Opera, la storica compagnia d’opera lirica che si esibisce al Lincoln Center.
Il romanzo di Bassani Il Giardino dei Finzi-Contini è ambientato nel 1957 presso la necropoli etrusca di Cerveteri, vicino a Roma, dove il protagonista, in gita domenicale insieme a un gruppo di amici, rievoca, osservando le tombe etrusche, il cimitero ebraico di via Montebello a Ferrara e la tomba monumentale dei Finzi-Contini, richiama alla memoria il tragico destino che ha travolto i membri di questa antica famiglia appartenente all’alta borghesia, che viveva nella fiorente comunità ebraica di Ferrara e che, catturata nell’autunno del 1943 dai repubblichini e dopo un breve periodo trascorso nel carcere ferrarese di via Piangipane, fu deportata nei campi di concentramento prima di Fossoli (Carpi) poi della Germania, destinata alla morte nei lager nazisti. Pubblicato per Einaudi nel 1962 il romanzo è diventato un classico della letteratura italiana che ha avuto un successo internazionale immediato con traduzioni in varie lingue (la prima edizione americana fu data alle stampe nel 1965), vincendo il premio letterario Viareggio nello stesso anno della pubblicazione.
Dal romanzo è stato tratto inoltre il film omonimo diretto da Vittorio De Sica nel 1970. La pellicola ha avuto una grande acclamazione presso il pubblico, mentre più contrastante è stato il giudizio della critica; nel 1972 si è aggiudicato l’Oscar al miglior film straniero, nel ’71 il David di Donatello al miglior film, valendo nello stesso anno l’Orso d’Oro a De Sica come miglior regista al Festival di Berlino. L’opera vanta ulteriori adattamenti: ricordiamo in particolare la lettura integrale a più voci realizzata negli Studi del Centro di produzione RAI di Torino, con introduzione di Ernesto Ferrero, e una riduzione radiofonica letta dal grande attore teatrale e scrittore italiano Sandro Lombardi nel programma di Radio 3 Ad alta voce; di recente è uscito inoltre un audiolibro interpretato da Marco Balliani per le edizioni Emons.

Infine negli Stati Uniti vede la luce la trasposizione operistica del celebre romanzo di Bassani, che sarà rappresentata nella sua versione integrale all’Edmond J. Safra Hall presso il Museum of Jewish Heritage, con sette repliche il 29 e 30 gennaio e l’1, il 2, il 3, il 5 e il 6 febbraio, a partire dalla prima del 27 gennaio, Giornata della Memoria istituita per commemorare le vittime dell’Olocausto.

Alla presenza del librettista Michael Korie, alcuni membri del cast, la soprano Tatev Baroyan e il tenore Jeremy Brauner, accompagnati dalla pianista Kathryn Olander, incantano il pubblico virtuale con alcuni significativi estratti, calando gli spettatori nelle atmosfere dolorose e intense dell’opera. È il direttore generale della New York City Opera Michael Capasso a illustrare i diversi snodi della trama dell’opera evocati dalle arie proposte dai cantanti, conducendo gli spettatori nelle fitte e complesse trame della narrazione.

La storia infatti, pur aprendosi nel 1957, con un salto temporale che riconduce agli anni Trenta, nel periodo dell’emanazione delle leggi razziali e della conseguente discriminazione degli ebrei, per chiudersi con l’amaro ricordo della Seconda Guerra Mondiale e del tragico destino che ha avvinto i membri della famiglia Finzi-Contini.

La rappresentazione della versione operistica americana del lavoro di Bassani – come sottolinea il Console Generale d’Italia a New York Fabrizio Di Michele, dopo aver ricordato l’importanza di continuare a dispensare eventi culturali, pur in streaming, a causa delle restrizioni imposte dallo stato di pandemia da Covid-19 – oltre a riportare in auge un capolavoro della letteratura italiana, rappresenta un modo importante per onorare l’Holocaust Remembrance Day, in una delle tante iniziative che ogni anno vengono proposte dalle diverse istituzioni culturali italiane presenti a New York, a partire dalla lettura dell’elenco dei nomi dei 9700 ebrei deportati dall’Italia durante la Shoah.

Collegato in diretta dal proprio studio, il compositore Ricky Ian Gordon racconta infine della profonda impressione suscitata in lui dalla visione del film di De Sica e dalla lettura del romanzo di Bassani, che lo ha indotto a musicare una storia così densa di significato, che può servire da monito per le nuove generazioni contro l’antisemitismo e in difesa dell’amore e della fratellanza universali.