Valentina Marino riflette perfettamente lo stato di grazia dell’artista, che in modo silenzioso e laborioso raccolga e trasformi gli eventi della storia che sta vivendo.
Non lo fa con reazioni spropositate o scomposte, perché il suo stile è quello di chi la musica la attraversa, la compenetra e la supera, grazie ad un lavoro di scrittura e rilettura, ottenendo risultati eclettici e innovativi.

Il suo ultimo album Quarantine Covers rappresenta un’elaborata e complessa visione approfondita del mondo presente e passato; non a caso inizia con la fine di una storia d’amore Somebody that I used to know di Gotye, artista contemporaneo di riferimento per Valentina Marino e si conclude con una storia invece che inizia Make you feel my love del pilastro e vate Bob Dylan: un palindromo dei sentimenti in musica con due testi che fanno da plot a questa storia musicale.
In questo intenso percorso nel viaggio dell’amore, Valentina Marino si avvale dell’eredità della sua anima jazz e la tinge di rock e pop, senza che lo stile possa essere discontinuo, al contrario si materializza una vera e propria storia attraverso le canzoni scelte dalla cantante romana di origine siciliana.
La voce vellutata si alterna tra acuti e note più dolci e morbide, che ci trascinano come in un fiume di emozioni composto da tanti testi quante sono le idee da comunicare in un periodo in cui purtroppo siamo stati costretti a restringere terribilmente l’espressività e l’empatia.
Valentina Marino è in grado di interpretare trasversalmente più urgenze, e senza differenze di classificazione di stili ha scelto per il suo album cover dei brani, che sono in grado di coinvolgere un pubblico raffinato ma composito in cui si spazia in più atmosfere musicali di grandissimi artisti: la poesia in grande musica di Leonard Cohen, il genio di Joni Mitchell, la freschezza di Alice Morton, i nostri Battisti/Mogol, la perfezione di Sting e il premio Nobel Bob Dylan.

D’altronde già in passato aveva dimostrato con i suoi album di avere una forte personalità, emblematica di una donna, che ha assorbito più influenze partendo dall’Italia, passando per l’Austria e infine approdando nella città che l’ha accolta come avrebbe sempre desiderato: New York.
Ricordiamo infatti che la talentuosa cantante italiana ha alle spalle già album e singoli più che identificativi e dallo stile ricercato: In the name of love e Jazz canvas; i singoli Three Little birds, Peacocks e Make you feel my love.
Valentina Marino è ben rappresentata nella sua formazione e crescita artistica in un’immagine precisa: quella dello sradicamento evocato dalla canzone No Roots di Alice Morton: troviamo coinvolgente e entusiasmante un senso romantico del wanderer, del voler essere altro senza però in verità poter mai dimenticare da dove si viene, pensando a dove si vuole arrivare, per essere altro rispetto all’inizio.
Concetto che si invera perfettamente attraverso il rinascere dopo la fine di una storia d’amore, la quale ci porta inevitabilmente alla trasformazione attraverso ciò che abbiamo lasciato e quello che è restato di noi.
Quarantine Covers sarà disponibile per download su tutte le piattaforme digitali da Natale: ascoltatelo.
Qui il link per il concerto di Natale che Valentina Marino farà il 24 dicembre.
A made in Italy Christmas Concert with Valentina Marino Jazz Ensemble
1 pm ET, 7 pm in Europe. Live from Mitchiko Studio in Manhattan
Marco Di Gennaro – piano
Marco Panascia – acoustic bass
Jason Vitelli – horns
Valentina Marino Music – vocals and arrangements