Quando Amadeus prende la parola nella conferenza stampa della vigilia del Festival di Sanremo, il brusio dei giornalisti si blocca. Pendono dalla sua bocca aspettando dica qualcosa di sbagliato, con l’intento di pesarlo, ci è o ci fa? Si tratta di esemplare di vero direttore artistico o forse di qualcuno messo là a presentare, senza troppa cognizione di causa, qualcuno messo là a coprire scelte (artistiche, di ospiti) altrui?
“Sei la persona più buona che io conosca, ma questo Sanremo ti ha trasformato in un mostro”, dice Fiorello, che ufficialmente ha il ruolo di “disturbatore” del Festival, ma ogni volta apre bocca ne diventa il protagonista assoluto, facendo ombra al povero Amadeus che ride e farfuglia. “Io so che non volevo offendere nessuno – spiega Amadeus – Sono sereno perché sapevo fin dall’inizio che le polemiche fanno parte del gioco. Io contro le donne? E’ da fine settembre che ho pensato a inserirne 10 nel Festival, ognuna con la propria storia”.
Ma mentre durante le prove generali chiuse al pubblico di lunedì pomeriggio Fiorello gira tra la platea dell’Ariston come un maitre di sala, Amadeus siede in prima fila, con il suo manager sempre seduto di fianco. A chi gli chiede che Sanremo sarà risponde: “Avverto la responsabilità della 70esima edizione. Vorrei una settimana ricca di emozioni, che guardino al passato, al presente ma anche al futuro”. Un modo per dire tutto e niente. I nomi degli ospiti sono già stati annunciati: Roberto Benigni, Johnny Dorelli, Massimo Ranieri. Tiziano Ferro sarà una presenza fissa e canterà anche Mia Martini e Domenico Modugno. Ritornano I Ricchi e poveri. E poi ancora Dua Lipa, Mika, Lewis Capaldi, Al Bano e Romina Power nella serata inaugurale e ancora Gianna Nannini, Ghali, Zucchero e Biagio Antonacci.
Al di là delle polemiche, che si sentono, che fanno già partire Sanremo in sovrappeso, c’è la musica che dice molto di più di quello che vorrebbe raccontare. E’ il Festival del “Prendimi come sono”, del rifiuto di entrare in canoni previsti ma non accettati, nei testi c’è più ribellione che amore, più rassegnazione che speranza. E’ un’onda che ti arriva addosso appena ascolti dal vivo i brani e che segna forse un cambio di traiettoria, un punto di rottura. Poche le ballad sanremesi, tanti i pezzi energici. Il favoritissimo è Anastasio, colpiscono positivamente Bugo e Morgan, Diodato, Levante, Tosca. Menzione speciale al producer Dardust, che l’anno scorso ha firmato la canzone della vittoria di Mahmood e quest’anno torna a Sanremo con due pezzi: quello di Elodie e il brano di Rancore. Un sound il suo, riconoscibile e pulito, moderno e distante dai canoni classici sanremesi, che ci piace molto.
Ma se non volete perdervi nella selva sanremese, ecco quali canzoni potrebbero fare per voi:
Achille Lauro. Ti piace se: vuoi un inno ribelle.
Alberto Urso. Ti piace se: ti piacciono quelli de Il Volo.
Anastasio. Ti piace se: vuoi un mix di energia e testo, se vuoi ragionare sulla rabbia, se la ascolti pensando che potrebbe essere stata scritta da un kamikaze.
Bugo e Morgan. Ti piace se: ti è piaciuto il vibe della serie Stranger Things, se ti piace Battiato, se vuoi un pezzone pop radical chic.
Diodato. Ti piace se: cerchi una ballad dinamica e con una bella voce. Nota bene: se scommetti oggi su Diodato e se dovesse vincere, prendi 20 volte la somma che hai puntato. Perché non è tra i favoriti, mentre la sua canzone lo è. Nota bene bene: se vince, rischiamo di portarci a casa anche l’Eurovision.
Elettra Lamborghini. Ti piace se: avresti sempre voluto vedere una Spice Girl spagnola, su sfondo di scenografia rosa leopardata.
Elodie. Ti piace se: hai voglia di ballare. Una dance di classe scritta da Mahmood, dalla produzione top.
Enrico Nigiotti. Ti piace se: ti piacciono gli assoli di chitarra anni ’90 a fine pezzo.
Francesco Gabbani. Ti piace se: ti piaceva la voce di Eros Ramazzotti da giovane, se trovi divertenti gli animatori che cantano nei villaggi turistici ma ti piace soprattutto se ti piacciono i marpioni.
Giordana Angi. Ti piace se: ti piace Noemi unita alle canzoni dedicate alle mamme.
Irene Grandi. Ti piace se: ami Vasco Rossi, visto che la canzone è scritta da lui. E si sente.
Junior Cally. Non dovrebbe piacerti ma ti piace se: nasci bastian contrario.
Le vibrazioni. Ti piace se: ti piacciono le Vibrazioni sempre identiche a se stesse.
Levante. Ti piace se: ti piace essere portato via in un viaggio dove lei è la conducente, stilosa, completa, convincente, in un inno generazionale.
Marco Masini. Ti piace se: hai voglia di concentrarti sul testo e non ti aspetti il buon vecchio Masini.
Michele Zarrillo. Ti piace se: hai più di 40 anni.
Paolo Jannacci. Ti piace se: la banalità del testo non ti irrita e apprezzi una buona partitura per gli archi.
Piero Pelù. Ti piace se: vuoi vedere l’Ariston trasformarsi in un concerto rock. E questo è quello che succede quando uno che dovrebbe presentarsi come ospite decide di scendere in gara.
Pinguini Tattici Nucleari. Ti piace se: vuoi viverti il Festival con le scarpe da ginnastica. Sono i nuovi Lo Stato Sociale, ma con meno effetto “wow”.
Rancore. Ti piace se: vuoi vederlo cadere a terra mitragliato a fine brano, un bel sound modern-reggaeton dove vince la produzione musicale.
Raphael Gualazzi. Ti piace se: ami il sabor latino con venature colorate di jazz.
Riki. Ti piace se: ti piacciono le voci da talent show.
Rita Pavone. Ti piace se: pensi che l’energia non abbia età. 74 anni e ruggire come una tigre.
Tosca. Ti piace se: ami i cantanti che hanno mestiere e che sanno emozionarti. Attenzione: se sei innamorato potresti piangere.
Tecla Insolia. Ti piace se: vuoi un testo dedicato alle donne, ma senza eccellenza.