"Poi c'è chi vuole cambiare l'Italia e chi vorrebbe che tutto restasse così come è. Noi non l'accettiamo questo, cambieremo… La buona scuola in Italia c’è già, va solo fatta funzionare meglio” . Matteo Renzi
Centinaia di docenti hanno commentato, nei vari gruppi su FB, e molti altri mi hanno scritto privatamente, riguardo al mio articolo sulla riforma scolastica del Presidente Obama “Race to the Top” e del nuovo sistema di valutazione imposto dal governatore di NY Andrew Cuomo.
Avevo scritto chiaramente che lo scopo dell’articolo era di disilludere quei docenti che pensano che negli USA il mestiere dell'insegnante sia migliore, o meno arduo, che in Italia, ma molti docenti hanno commentato non esprimendo opinioni diverse sulle riforme, ma con affermazioni che dimostravano o di non aver letto con attenzione il mio articolo o di non aver capito quello che ho scritto (Se sono stata poco chiara, me ne scuso). Avevo cercato di riassumere in modo semplice la riforma americana e la valutazione dei docenti nello Stato di NY, ma non mi sorprendono i molti docenti disorientati che non hanno capito quello che tentavo di descrivere, perché non è facile intendersi sulle riforme scolastiche. E’ comprensibile non capire le riforme perché sono difficili da riassumere con poche righe essendo scritte con un linguaggio tecnico.
Voglio qui evidenziare che l’articolo non era diretto ai docenti italiani con il messaggio che si debbano consolare guardando al peggio, come alcuni hanno pensato, come si legge in questi commenti: ”Perchè dovremmo prendere esempio da leggi peggiori?” . . . “Dobbiamo sempre consolarci guardando al peggio?” . . . “Filomena, potevi esitare ancora . . .” Ma ci sono stati anche quelli che hanno ringraziato, o scritto: “Forse non abbiamo compreso, che Filomena voleva dire a quegli insegnanti italiani che vorrebbero andare negli USA per trovare “l'America” che lì la situazione è peggiore di qui, e non voleva darci nessuna lezione, secondo me”.
Il motivo per cui scrivo per La VOCE di New York è condividere e scambiare le mie esperienze scolastiche con altri docenti sparsi per il mondo. E a parte i numerosi giovani docenti che desiderano insegnare a NY, ci sono anche professori che mi scrivono sul sistema di valutazione dei docenti, interessati a sapere come funzionano altri modelli di valutazione per capire se tutte queste riforme ottengono alcun risultato concreto sul miglioramento dell’istruzione e nell’apprendimento. Ma per capire se questi sistemi funzionano, bisogna aspettare anni, e qui a NY dopo 2 anni abbiamo notato solo confusione, tantissimo lavoro, e molto stress per docenti, studenti e genitori. Infatti, il Governatore di NY, Andrew Cuomo, non ha cambiato la riforma dopo due anni di proteste da genitori e docenti, con studenti che hanno protestato rifiutando di dare l’esame di stato. Anzi, Cuomo ha aumentato la percentuale della valutazione, basata sugli esami finali degli studenti, dal 30% al 50%. Per riassumere: dall’anno scolastico 2015-2016 il 50% della valutazione di un docente sarà basato dai risultati degli esami finali dei suoi studenti che saranno mandati ad Albany, dove lo stato li analizza e poi dà il voto al docente. L’altro 50% è basato sull’osservazione in classe, la professionalità e la preparazione del docente durante l’anno. La valutazione dei docenti include tutti i risultati ottenuti nel corso dell’anno, in termini qualitativi basandosi sul rendimento scolastico degli alunni del docente. Ossia, la progettazione nel metodo didattico utilizzato in classe, approvato e implementato dall’istituto (verificato dalle osservazioni del preside o del direttore del dipartimento); il risultato degli esami finali; il contributo dato dal docente alla scuola durante l’anno, per il suo miglioramento professionale basato sulle conferenze, aggiornamenti, e il tempo dedicato agli studenti dopo le lezioni. Anche se noi, da docenti esperti, sappiamo benissimo che non è possibile valutare correttamente un insegnante basandosi sui risultati raggiunti dai suoi studenti all’esame finale.
A tutti quelli che mi hanno chiesto se questo nuovo sistema funziona, ripeto quello che ho detto nell’altro articolo, cioè, che ci sono in ballo molte altre variabili che non sono prese in considerazione nelle valutazioni dei docenti e nell’apprendimento degli studenti come: l’ambiente scolastico, la famiglia, l’ambiente di provenienza, culturale e sociale, e l’ambiente sociale in cui gli studenti vivono e crescono. I legislatori, che sono d’accordo con i politici, vogliono che tutti gli studenti nelle diverse scuole, e nei diversi stati, acquisiscano le stesse competenze e allo stesso livello (dimostrando una crescita di apprendimento) che permetta loro di orientarsi efficacemente nella complessa società globale di oggi. Secondo i legislatori americani, le riforme sono iniziative per migliorare non solo l’istruzione, con l’obiettivo di perfezionare l’apprendimento, ma sono anche “condizioni” di vivibilità nelle scuole pubbliche che favoriscono l’integrazione di tutti gli studenti. Questi cambiamenti non sono facili e richiedono tempo (anni) per sapere se funzionano. Comunque, nelle riforme non sono prese in considerazione i giovani di oggi, che crescono in una società impostata sul consumismo, dove è più importante avere un i-phone ultimo modello che dei buoni voti sulla pagella, perché non producono un’immediata soddisfazione e gratificazione. Questo è proprio il vero problema che abbiamo oggi nella società e nelle nostre classi.
Con tutto ciò, per essere più specifichi, nel NYS, i professori che soffrono di più sono quelli d’inglese e di matematica, che insegnano dalla quarta alla terza media, perché questi docenti vengono valutati con gli esami di stato che i loro studenti danno nel mese di aprile e non con l’esame finale. La competenza, sia in inglese e sia in matematica, della maggioranza degli studenti americani è molto bassa, sotto la media. Con i Common Core Standards di Obama, tutti noi insegnanti siamo responsabili di migliorare la competenza sia in matematica e sia in inglese, e non solo per la materia in cui siamo specializzati e abilitati. Questo concetto e molto difficile da capire anche per noi insegnanti americani, che da tre anni ci aggiorniamo su come fare per questa “teoria” (o fantasia) possa diventare realistica e come metterla in pratica. Gli aggiornamenti servono anche a istruire i docenti su come analizzare quello che potrebbe accadere nelle classi e prepararli a intervenire su problemi di vario tipo.
Tornando alle valutazioni, nello stato di NY il 91% dei docenti sono stati valutati “effective” o “highly effective” nel 2013-14 . I voti delle valutazioni di quest’anno (2014-15) li sapremo a settembre. Questo dimostra che la maggioranza dei docenti nel NYS sono preparati e seguono il curriculum. Con mia grande sorpresa durante questi due anni ho avuto una valutazione di “highly effective” (si è valutati docente "altamente efficace" con un voto totale che va dal 91 al 100). Queste valutazioni sono resi pubblici e chiunque può leggerle, quindi noi docenti negli USA, anche e se non siamo dipendenti statali o federali, non abbiamo nessuna “privacy”, lavoriamo per il pubblico e secondo le leggi, i risultati, ottimi o pessimi, devono essere pubblicati.

Negli USA, la percentuale degli studenti che si diplomano dal liceo e’ del 81%
Un lettore, Umberto, mi scrive dicendo: ”Nell'articolo, di come funziona il sistema scolastico di NY, mi pare di non aver letto da nessuna parte quale sono gli esiti degli studenti. L'eventuale risposta, oltre che sciorinare numeri e statistiche dovrebbe anche dire quanto quei numeri corrispondono a reali competenze, perché in Italia abbiamo circa il 99% di diplomati ogni anno, ma tutti coloro che hanno partecipato, almeno una volta, allo svolgimento degli esami di Stato, sanno che quella percentuale dovrebbe essere nettamente più bassa.” Caro Umberto, qui a NY non abbiamo il 99% che si diplomano dai licei, ma l’81% e non tutti superano gli esami di Stato, per questo i politici creano queste riforme complicate. In questo articolo si possono leggere i dati del 2014 che provengono dal U.S. Department of Education . Gli esami sono controllati, e non si può imbrogliare con i voti, e se succede in alcune scuola si rischia non solo di perdere il posto ma anche di pagare conseguenze legali, e non sono solo i docenti a pagare ma anche i presidi e le scuole. Consiglio di leggere e ascoltare il video .
Molte sono state le domande dirette sullo stipendio dei docenti americani, e sul mio. Carissimi lettori, io non guadagno molto anche perché, non trovandomi a mio agio nelle scuole dove ho insegnato all’inizio della mia carriera, ne ho cambiate parecchie cercandone una migliore, e così alla fine ho dovuto accettare quello che ho trovato, una scuola frequentata da studenti che provengono da diverse culture, e da diversi livelli socio-economici, ma dove ho imparato, e imparo molto. Pertanto, non è facile che vi dia una risposta precisa sullo stipendio dei docenti americani perché non siamo pagati tutti allo stesso modo. Lo Stato con lo stipendio più alto è NY, ma la paga è diversa da un comune all’altro.
Per esempio: Il sistema scolastico più grande della Nazione è quello della città di New York nel quale sono incluse le scuole del Queens, Brooklyn, Bronx, Manhattan e State Island, governate dallo stesso comune. I docenti che insegnano nelle scuole di queste città sono con lo stesso contratto e incominciano con la stessa paga che va dai 45 mila dollari all’anno in sù. La paga aumenta ogni anno se si frequentano classi di aggiornamento con crediti universitari. Quindi la paga di un docente va da un minimo 45 mila dollari a più di 100 mila, se si insegna e si studia allo stesso tempo per più di 25 anni. Comunque, nessuna scuola assume docenti con molti anni di esperienza perché non li vogliono/possono pagare (più anni di esperienza più alta è la paga; più titoli di studio più alta è la paga). Quindi, se si perde il posto in una scuola americana dopo più di 5 anni di servizio non è facile trovarne un altro in un’altra scuola, perciò i docenti devono adeguarsi ai cambiamenti se vogliono mantenersi il posto di lavoro.
Sulla riforma italiana chiamata "La Buona Scuola" non ho espresso la mia opinione, ma devo ammettere che mi piace se effettivamente favorirà l’integrazione, e che forse anche in Italia con questa riforma si potrà insegnare L2 Italiano agli stranieri in Italia. Questi docenti da anni non vedono garantita la loro figura professionale.
Come tanti hanno commentato, anche se le strutture scolastiche americane sono ottime e molto belle, i docenti hanno meno diritti e più problemi politici e sociali in paragone a quelli in Italia. Molti docenti pensano che il vero problema a scuola sia la motivazione degli studenti e non le riforme scolastiche. Questi insegnanti si domandano come può essere stimolata la motivazione degli studenti affinché si ottengano risultati migliori con tutti gli alunni in classe. Il discorso sulla motivazione è molto ampio e ne parlerò nel mio prossimo articolo.
Filomena Fuduli Sorrentino, insegna alla South Middle School, ECSD, Newburgh, NY. Nata e cresciuta in Italia, calabrese, vive a New York dal 1983. Diplomata alla scuola Magistrale in Italia, dopo aver studiato alla SUNY, si è laureata alla NYU- Steinhardt School of Culture, Education, and Human Development, con un BS e MA in Teaching Foreign Languages & Cultures. Dal 2003 insegna lingua e cultura italiana nelle scuole pubbliche a tempo pieno e nelle università come Adjunct Professor. È abilitata dallo Stato di New York all’insegnamento nelle scuole pubbliche delle lingue italiana 1-6 & 7-12, ESL K-12 e spagnola 1-6 & 7-12.
Discussion about this post