L’associazione veronese onlus “Genitori Tosti In Tutti I Posti” segue dal 2013 l’iter legislativo e l’andamento delle vicende legate alla questione del caregiving familiare in Italia.
L’informazione ancora latita, la figura del caregiver è, generalmente, qualcosa di sconosciuto e identificata in maniera sfocata anche dai diretti interessati, poco consapevoli di avere dei diritti come persone, come categoria professionale; per questo “Genitori Tosti” ha avviato una estesa campagna di informazione e mobilitazione, che mira a raggiungere il maggior numero di caregiver (circa 9 milioni di persone) e portarlo all’attenzione di chi sta lavorando alla legge che li riguarda.
#unaleggebuonapertutti
Piccola, l’associazione, ma battagliera: è riuscita a far sentire la propria voce a livello nazionale, grazie ad un’attività indefessa, riferita attraverso i canali di comunicazione (un blog, un sito, un gruppo FB) e l’eco della stampa sensibile al tema.
Il tempo, gli studi, l’impegno sociale che “Genitori Tosti” hanno profuso sono ora materia per un libro, che si propone come una sorta di saggio tecnico, ovvero non tanto un racconto di esperienze, quanto un resoconto di azioni pratiche, con un pizzico di manualistica, per chi deve affrontare l’argomento, anzi, di più: viverlo quotidianamente. Ma anche per chi non ha coinvolgimenti diretti, tuttavia desidera comprendere la realtà ed entrare a far parte di un circuito di sostegno ed abbracciare un pensiero aperto alla inclusione a tutto tondo, in parole e fatti.
“L’esercito silenzioso. I caregiver familiari italiani” è frutto di un lavoro a quattro mani da parte di Alessandra Corradi e Giovanni Barin – rispettivamente presidente e vicepresidente di “Genitori Tosti”, con prefazione della senatrice Simona Nocerino – e tratta con competenza un tema sfaccettato e delicato: chi ha scritto conosce da vicino ciò di cui discetta.
«Sull’argomento – commenta Alessandra Corradi – la questione fondamentale non è essere d’accordo, avere un’opinione al riguardo: è proprio “essere”». Ed empatia è una delle parole chiave per addentrarsi nella lettura, molto scorrevole nella forma, molto impegnativa nei contenuti. La letteratura sul tema è poca e poco nota e questo scritto si ritaglia un posto in primo piano nel panorama nazionale attuale.
«Esistono – continua Corradi – diverse tipologie di caregiver, sulla base del carico assistenziale; alcuni, ad esempio, mantengono il proprio posto di lavoro e quindi non sono caregiver h24, di conseguenza hanno bisogni diversi da chi un lavoro non l’ha, quindi non ha nemmeno il reddito che da esso deriva.
Questo punto è sempre stato ostico da spiegare ai politici e legislatori: pare proprio sia impossibile per loro capire la situazione di chi è costretto a lasciare il lavoro per assistere il proprio caro e capire la condizione del proprio familiare che, parimenti, costringe ad un’assistenza h24, senza se e senza ma».
Come emerge da un report compilato sulla base di dati ufficialmente raccolti, il 90% dei caregiver h24 (dunque che non può lavorare) è rappresentato da donne, «ma naturalmente esistono anche uomini che devono fare questa scelta. Ed esistono anche minori che sono devono fare questa scelta. Immaginate cosa vuol dire andare a scuola ed essere caregiver?».
Questo è il taglio del libro ed è lo stile di Alessandra: alla larga dai pietismi e dritto al cuore dei problemi da risolvere. Ella è caregiver da molti anni: non si lagna delle avversità, ma le combatte, non si compiange, ma agisce. In “L’esercito silenzioso” racconta senza filtri cosa significa assistere giorno e notte e, nel frattempo, volere e riuscire a tenere in piedi un’associazione, le campagne per i diritti, il labirintico iter burocratico legato ad ogni umana richiesta.
«L’azione di “Genitori Tosti” non insegue un semplice assegno che funga da stipendio (ci pensano già i legislatori vari che credono che poche centinaia di euro al mese risolvano la questione), bensì il riconoscimento della categoria, la dignità, finalmente, per tutte queste persone che annullano la propria vita perché lo Stato non si è evoluto al passo con i tempi».
In tutto ciò, non va trascurato anche l’impatto che la pandemia ha avuto sulla categoria: è stato prodotto uno “Studio sulle conseguenze del Covid-19 sui caregiver informali in Europa”, promosso da Eurocarers (associazione europea a supporto dei caregiver), in collaborazione con il Centro Ricerche Economico-Sociali dell’IRCCS INRCA di Ancona e col supporto della Commissione europea, sulla base di 2500 questionari raccolti in 16 nazioni.
Secondo le statistiche di Eurocarers, l’80% dell’attività di assistenza e cura prestata a persone non autosufficienti, all’interno dei Paesi europei, è fornita da familiari e amici; questo significa che i caregiver familiari rappresentano il doppio degli operatori professionisti del sistema socio-sanitario, ovvero circa 100 milioni. Una cifra che ha spinto al riconoscimento della figura in Spagna, Germania, Polonia, Gran Bretagna, Romania, Grecia, Francia, Finlandia, Svezia, ove sono previste specifiche norme a tutela.
«Riusciremo anche in Italia – si chiede Corradi – a restituire loro una vita, la possibilità di riposarsi come tutti, un reddito, la pensione? Noi “Genitori Tosti” da anni siamo impegnati in questa direzione, per cambiare la percezione, la cultura, la normativa e tenere alta l’attenzione sull’importanza del caregiver familiare, sul peso che ha nella società e, soprattutto, sulle sue spalle.
Ci sono persone che fanno fatica a capire la realtà di chi si trova senza mezzi e fa un lavoro di assistenza durissimo, sempre, ogni giorno, tutti i giorni, perché magari è l’unico parente coabitante.
Il caso più diffuso è la mamma di figlio in età evolutiva, magari non autosufficiente dalla nascita. Ci sono mamme sole che assistono da 40 anni, riuscite a capire?
Esistono storie durissime, al limite di qualsiasi umana sopportazione, ma pare che non interessi a nessuno. E non interessa nessuno nemmeno quando queste mamme stanche, o padri stanchi, compiono il gesto estremo, che viene sempre liquidato in fretta, mentre invece andrebbe studiato e, approfondendolo, forse tutti, a partire dai politici legislatori, capirebbero che una legge per i caregiver familiari è ormai un’urgenza irrimandabile».