Leggende, miti, storie vere, testimonianze e il bisogno di riscoprire le proprie radici attraverso le vite, fantastiche e reali, di donne del passato che hanno abitato le terre marchigiane negli ultimi secoli.
Questo il fil rouge dei racconti del volume illustrato Più diritti per streghe malvagie edito da Giaconi, creato da un collettivo nato per gioco durante l’era lockdown del Covid-19, tra New York, Londra e le Marche.

Un libro di dieci autrici e venticinque illustratrici marchigiane che lavorano lontano dalla loro regione di nascita, ma grazie alla tecnologia, vanno alla riscoperta delle grandi donne della storia locale per capire il presente nel quale vivono. Curioso scoprire che storie e disegni sono stati ideati durante incontri settimanali via Zoom, battezzati Sabba della domenica.
Di questo gruppo di scrittrici fa parte anche Federica Belletti, produttrice e sceneggiatrice a New York dal 2015 e bloccata come tanti in USA durante la pandemia
L’abbiamo intervistata insieme a Giuditta Giardini, esperta di diritto dell’arte e giornalista de Il Sole 24 Ore, per raccontarci questa iniziativa.
Come è nata l’idea di coinvolgere scrittrice ed illustratrici per raccontare le storie delle donne marchigiane?

Giuditta Giardini: “L’idea nasce a New York, dove abitavo fino a poco tempo fa. Là ho avuto modo di conoscere delle donne molto attive per women’s rights che mi hanno coinvolta nel dibattito e hanno aperto i miei occhi circa la condizione della donna. Durante una domenica di primavera sotto lockdown, mi sono vista per una passeggiata a Central Park con la mia amica Angela Ruz e le ho iniziato a raccontare storie di streghe marchigiane, donne forti, fuori dagli schemi.
Mi mancava casa ed era un modo per sentirmi vicino alla mia terra, a mia madre, mia nonna, zie e amiche. Subito mi sono resa conto che queste donne, eretiche, non potevano essere raccontate da una persona sola e illustrate da un’unica illustratrice.
La “logica del bardo” non si applica al discorso sulla condizione della donna del 2021. Parlare di femminismo nel 2021 significa parlare di opportunità. Qui, prendo in prestito quello che ha scritto Giulia Blasi: “il femminismo non è occupazione degli spazi, ma moltiplicazione degli spazi, delle voci e dei punti di vista“. Così, ho chiesto ad alcune conoscenti di aiutarmi in questa impresa. La cosa incredibile è stata che tutte hanno accettato senza pensarci troppo e ora siamo diventate amiche”.

Una collaborazione a distanza tra donne in tempo di pandemia. Che esperenza è?
Giuditta Giardini: “La vita del collettivo ‘a distanza’ è senza dubbio un’esperienza molto formativa, un vero esercizio di democrazia. In primis, perché ogni azione di un componente del collettivo, deve essere vidimata dai miners che, nel nostro caso, sono tutte le componenti della chat di WhatsApp del Sabba della Domenica. La vita del collettivo ci ha insegnato l’importanza di mediare tra opposti interessi, dell’ascolto, del compromesso e della concessione; a fidarci delle altre componenti e ha abbattuto il pensiero individualista indotto dalla società in cui viviamo ed esasperato dall’isolamento prolungato dell’anno passato. Il collettivo combatte la retorica dell’eroe ed è per questo che sulla nostra copertina abbiamo preferito avere quattro donne piuttosto che una sola strega. Poi, c’è da dire che l’esperienza del collettivo durante la pandemia ci ha fatto sentire meno sole e comprese”.
Chi sono le donne marchigiane che hanno fatto la storia?
Federica Belletti: “Ce ne sono molte, dalle figure mitologiche della sibilla, della sirena Mití, e il fantasma di Azzurrina, a quelle reali come il Trio delle imprenditrici Vannelli, Virna Lisi, Maria Montessori. Abbiamo deciso di dare spazio e voce anche a donne meno conosciute e celebrate, quelle che sono state grandi nella loro quoditianità, quelle che non sono state canonizzate come eroine dai libri di storia. Riscoprire i loro esempi vuol dire riscrivere la storia in qualche modo, in alcuni casi raccontata male, in altri non raccontata per niente”.
Che tipo di messaggio passa a chi legge questi racconti?
Federica Belletti: “Ci rivolgiamo soprattutto ai giovani, agli adolescenti, per trasmettere una morale, come nelle fiabe, ma anche una visione moderna del femminismo che ci viene tramandata e che è giusto non scordare mai. Per noi è stato importante anche tracciare una mappa territoriale delle Marche, come luogo da scoprire anche a livello turistico, creando così un itinerario attraverso leggende, superstizioni, riti, folclore e diritti”.
Come sta procendendo il book tour? (Date, appuntamenti…)
Federica Belletti: “Molto bene! Saremo il 6 agosto alle 20:30 all’Ambrosia di Fano per parlare di incantesimi, pozioni e erbe commestibili; il 12 agosto a Palazzo Ducale di Urbino; poi saremo sui Sibillini, al Furlo, ad Elcito…”.
Al progetto hanno partecipato Federica Belletti, Claudia Cardena, Bobbi Capozucca, Camilla Cesari, Michela Ciucciarelli, Rachele Dubbini, Giuditta giardini Carolina Iacucci, Lucia Paciaroni, Giulia Salvi.
Le illustratrici sono Letizia Amati, Caterina Ansuini, Martina Biondini, Elena Bompiani, Simona Bursi, Francesca Caserta, Giulia Cecchini, Camilla Cesarini, Camilla Gaudenzi, Laura Gentili, Francesca Giraldi, Alberta Iera, Cristina Lanotte, Rebecca Lisotta, Paola Mancini, Michela Minnella, Maria Francesca Muccioli, Bianca Maria Pandolfi, Claudia Plescia, Sonia Poto, Raffaella Rinaldi, Chiara Simoncelli, Sofia Tosi, Martina Trapè, Rossella Trionfetti. E anche: Silvia Branchesi, Giovanna Luciani.