Danno le loro voci ai volti più noti del cinema americano, creano un alter ego vocale che, in alcuni casi sublima e migliora l’attore stesso a cui quella voce viene prestata. Quando Woody Allen incontrò l’indimenticabile Oreste Lionello disse: “Mi hai reso un attore migliore di quanto in realtà sia”. Decenni prima l’eterea Greta Garbo si complimentò con Tina Lattanza affermando: “fatele sapere che se avessi la sua voce sarei un’attrice molto più sicura di me”. Anche Al Pacino ringraziò pubblicamente Ferruccio Amendola, con una lettera pubblicata sul Corriere della Sera. “Gli sarò sempre debitore di quello che ha fatto per me” scrisse.

Ai doppiatori italiani, i migliori al mondo, è stato di recente dedicato un libro Senti chi parla, scritto dal giornalista Massimo Veronese, corrispondente Usa per Il Giornale e pubblicato da Paolo Battaglia. Con Veronese hanno collaborato alla sua stesura Maurizio Pittiglio e Simonetta Caminiti. Un lavoro a sei mani che raccoglie le 101 frasi più famose del cinema e racconta la storia di chi le ha dette veramente, cioè i doppiatori italiani. Senti chi parla nei giorni scorsi è stato presentato negli Usa in occasione della XVIII edizione della settimana della lingua italiana nel mondo. Houston il 15 ottobre, e poi l’Istituto Italiano di Cultura di Los Angeles, per finire a Las Vegas con un evento organizzato dal centro culturale Casa Italiana di Las Vegas presso il CSN, College of Southern Nevada. Nel presentare autore ed editore del volume, Antonio Stefanìa direttore di Casa Italiana ha posto l’accento su come Senti Chi parla non si tratti solo di un libro “ma di uno strumento che connette la cultura italiana e la lingua, all’arte del cinema. Siamo onorati di ospitare Massimo Veronese e Paolo Battaglia, hanno fatto un lavoro stupendo nello spiegare un mondo complesso come quello del doppiaggio, attraverso aneddoti, storie interessanti e immagini piene di colore”.
Ho visto cose che voi umani… Mi chiamo Bond, James Bond… Houston, abbiamo un problema… Ti spiezzo in due… Non sono cattiva, è che mi disegnano così…
Chi non ha mai sentito o ripetuto queste frasi? Frasi che hanno fatto la storia del cinema e che, in molti casi, sono entrate nel linguaggio di tutti i giorni. Ma a pronunciarle, nei cinema italiani, non sono i divi di Hollywood, ma la loro voce italiana. A volte hanno nomi noti, Gigi Proietti, Ferruccio Amendola, Giancarlo Giannini, molto più spesso sono fenomeni che nessuno conosce: Carlo Romano, Pino Locchi, Rosetta Calavetta, Maria Pia Di Meo. Cioè le voci di Don Camillo, 007, Marilyn Monroe, Meryl Streep. “Il doppiaggio – ha spiegato Veronese – è un’eccellenza italiana, come Caravaggio, la Nutella, la piazzetta di Capri”. Senti chi parla è stato presentato lo scorso settembre al Festival internazionale del Cinema di Venezia. La sua presentazione venne accompagnata da una mostra fotografica sul tema, e la consegna del Leggio d’Oro, il più antico premio dedicato ai doppiatori.
“Una cosa che voglio mostrare riguardo questo libro – ha sottolineato l’autore, mostrandone il contenuto alla platea – sono questi codici presenti sulle pagine, attraverso i quali è possibile ascoltare le voci dei doppiatori. Perché’ questo è un libro sui volti di chi ha doppiato ma soprattutto sulle loro voci. Per ciascun doppiatore abbiamo scelto una battuta recitata nel film che il lettore può risentire attraverso questi codici” (un codice QR inserito in ogni pagina con cui è possibile ascoltare con lo smartphone le frasi raccontate nel volume ndr). “Abbiamo inoltre voluto dedicare alcune pagine di questo lavoro ai doppiatori americani. Certo – ricorda il corrispondente de Il Giornale – qui negli Stati Uniti non esiste la tradizione del doppiaggio per i film stranieri, ci sono però i cartoni animati a cui va data una voce, e probabilmente quella più famosa fu quella di Mel Blanc. Diede la voce a quasi tutti i personaggi dei Looney Tunes, tra cui Duffy Duck, Bugs Bunny. Anzi fu proprio lui ad inventare quelle voci così caratteristiche. Tra i doppiatori italiani Maria Pia di Meo è considerata tra le migliori voci nella storia del doppiaggio, e certamente un altro numero uno fu Giuseppe Rinaldi. Fu la voce di Marlon Brando, James Dean, Peter Sellers. Rinaldi diede la voce anche a Frank Sinatra. Quando una volta i due si incontrarono Sinatra chiese a Rinaldi se lo doppiasse anche quando cantava, e Rinaldi rispose: certamente, per questo ti chiamano The Voice – ha detto Veronese ad una platea divertita –. Rinaldi era certamente consapevole che la sua voce era migliore perfino di quella di Frank Sinatra”. Il doppiaggio, oltre che essere un ponte tra Italia e Stati Uniti, ha il merito storico di aver insegnato agli italiani a parlare italiano quando il cinema, prima della tv è diventato uno dei più grandi collanti sociali del novecento ed è a suo modo un custode della lingua perché’ fa parlare in italiano tutti i film del mondo.
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