144mila persone pagano un biglietto per vedere milioni di libri. Per ascoltare 2000 relatori. Una magia alla Harry Potter? Assolutamente no, è un incantesimo più concreto che si chiama Salone internazionale del libro di Torino. Così si è conclusa, con la conferenza stampa degli organizzatori, la 31esima edizione del festival letterario torinese.
“Non esiste Torino senza il Salone del Libro e non esiste il Salone del Libro senza Torino” così ha commentato il sindaco Chiara Appendino.

Con i numeri alla mano sorgono spontanei alcuni ragionamenti. Chiaro è che anche la seconda edizione “guidata” da Nicola La Gioia si sia rivelato da record.
Cresce del 28% la superficie commerciale netta venduta, con 13.482 m2 rispetto ai 10.557 del 2017. “Un positivo overbooking determinato non soltanto dal ritorno dei grandi gruppi (su tutti Mondadori e GeMS, ndr) e di molti nuovi editori, ma anche dal considerevole aumento della superficie espositiva media richiesta da molti di essi”.
Migliaia i visitatori che hanno raggiunto il Lingotto, dove per cercare di limitare i disagi delle lunghe code sono aumentati gli addetti ai controlli per la sicurezza. Tra le contromisure adottate anche l’apertura anticipata alle 8 per gli espositori. Presa d’assalto sin dalla mattina la metropolitana che collega le stazioni di Porta Susa e Porta Nuova con il centro fieristico.

Ma oltre i meri calcoli c’è senza dubbio la qualità e la varietà.
Tante le realtà italiane presenti con proprio stand istituzionale: Piemonte, Valle D’Aosta, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Toscana, Marche, Umbria, Calabria, Puglia, Sardegna. Oltre alla Francia, Paese Ospite d’onore, i Paesi presenti al Salone con un proprio spazio sono stati Azerbaigian, Cina, Romania (con l’Istituto Culturale Romeno), l’Emirato Arabo di Sharja. Trentadue gli editori internazionali da tutto il mondo, con proprio stand. E poi L’Area Games nel Padiglione 1 in partnership con Lucca Comics&Games, la Piazza dei Lettori, lo Spazio Biblioteche con la Torredi François Confino, l’area Music&Books dedicata all’editoria musicale, il Superfestival.
Altro canale differente per avvicinare i lettori meno appassionati, è stato Goodbook, portale dedicato agli editori e alle librerie indipendenti che hanno organizzato tour letterari all’interno della fiera.
Gli incontri con ospiti noti con dialoghi su tematiche attuali sono stati seguiti da centinaia di persone: sabato, ad esempio, Laura Boldrini e Gad Lerner hanno dibattuto su immigrazione e inclusione sociale all’Arena Bookstock.
Nell’edizione 2018, in concomitanza con l’anniversario del maggio ’68, si è svolto un evento unico: Bernardo Bertolucci intervistato da Luca Guadagnino.
E poi Sean Greer, Vittorino Andreoli , Donatella Di Pietrantonio con Cristina Comencini e Björn Larsson, oltre a Michele Serra, Massimo Gramellini, Ferruccio de Bortoli, Roberto Saviano e Fabio Volo solo per citarne alcuni. E ancora Herta Müller, autrice tedesca nata in Romania, premio Nobel per la Letteratura 2009, intervistata da Andrea Bajani in occasione del Premio Mondello, sezione Autore Straniero. Presenti due illustri novantenni, il filosofo Edgar Morin e Piero Angela che ha presentato il suo libro su 90 anni di storie vissute.
Grazie alla Nave di Teseo, Andrew Sean Greer, nuovo Premio Pulitzer con Less, ha calcato il tappeto del Salone 2018, insieme a un altro maestro (questa volta del cinema) come il Premio Oscar Giuseppe Tornatore.

Da non dimenticare gli autori internazionali. Il Paese Ospite 2018 è stato la Francia, con Edgar Morin, che ha parlato di un suo libro in uscita sul Sessantotto. Così come francese è una giovane maestra della letteratura contemporanea come Maylis De Kerangalesempio, dalla Spagna una delle scrittrici più amate nel nostro Paese: Alicia Giménez Bartlett; dal Messico Paco Ignacio Taibo II, che è un altro affezionato frequentatore del Lingotto; dall’Inghilterra Michael Brooks, uno dei più importanti divulgatori scientifici di levatura internazionale; dalla Russia, Eduard Limonov. Leggendario scrittore, attivista, personaggio letterario grazie al celebre romanzo di Emmanuel Carrère, riottenuto il passaporto tornerà in Europa dopo oltre vent’anni e per la prima volta ha presentato a Torino la sua autobiografia. Dalla Bosnia, Diana Bosnjak, dalla Svezia, Björn Larsson, l’autore de “La vera storia del pirata Long John Silver”.
Spazio all’incontro tra Paolo Giordano, il cui nuovo romanzo “Divorare il cielo” uscirà pochi giorni prima del Salone, che per la sua prima uscita pubblica ne parlerà con Manuel Agnelli. E poi quello tra Antonino Cannavacciuolo e Valeria Parrella.
Roberto Saviano, che torna al Lingotto grazie a Sky per parlare di come funziona la testa e il cuore di uno scrittore quando lavora per le serie tv. Stessa tematica anche trattata da Niccolò Ammaniti, che ha firmato la sua prima serie televisiva, Il miracolo, per raccontare come l’autore di “Io non ho paura”, di “Anna” e di “Io e te” sia diventato anche regista.
E a proposito di scrittori che hanno lavorato o lavorano per il cinema, dal Messico è arrivato Guillermo Arriaga, che con “Il selvaggio” ha scritto un memorabile romanzo, e che per il cinema come sceneggiatore ha firmato film come Amores Perros e 21 grammi. Dall’Irlanda uno scrittore del calibro di Roddie Doyle, ospite al Bookstock Village.

Per la seconda volta il miracolo si è consumato: nonostante la liquidazione della Fondazione per il Libro, i dipendenti da due mesi senza stipendio – oggi dovrebbero arrivare gli assegni – i fornitori che aspettano ancora di essere pagati, la macchina organizzativa del salone si è messa in moto e ha raggiunto il traguardo.
Il tema “Un giorno tutto questo” è un invito a ragionare sul futuro che ci aspetta. E lo sguardo è già oltre. Da oggi si possono segnare in agenda le date della 32esima edizione: sarà dal 9 al 13 maggio, sempre a metà mese, sempre cinque (intense) giornate e dopo Tempo di Libri, confermata in marzo. Dove? Al Lingotto. Non ci sono dubbi, né soluzioni alternative, secondo gli organizzatori.