Era rimasta sepolta per decenni questa storia, un romanzo che ho letto con l’inesauribile interesse che un periodo tanto duro riesce a tenere vivo, un racconto che ha certamente dell’incredibile. D’altronde non è il primo caso che ha visto i sopravvissuti alla Seconda Guerra Mondiale tacere i soprusi e le umiliazioni sopportate per lunghissimo tempo. Per dolore, vergogna, pudore. Ma soprattutto, azzardo a credere, per un istintivo desiderio di auto protezione. Perché a volte basta poco per trovarsi nuovamente travolti e inghiottiti da un passato che non si augura a nessuno.

Ebbene, il protagonista dei mesi incredibili ricostruiti pazientemente da Mark Sullivan nel romanzo “Beneath a scarlet sky“, si chiama Giuseppe “Pino” Lella, all’epoca dei fatti diciassettenne. Milanese (ma nato a Bari), classe 1926, figlio di commercianti che gestivano un negozio di pelletteria a San Babila, Lella è il protagonista assoluto di importantissimi eventi che si verificarono nel Nord Italia e che fecero la storia degli ultimi 20 mesi del secondo conflitto mondiale. La sensazionale storia di Pino comincia quando, quasi inconsapevolmente, si ritrova a salvare decine di ebrei grazie alla scuola cattolica sulle Alpi presso cui era di appoggio, guidando verso la più sicura Svizzera chi era in pericolo. A soli 17 anni e sotto la protezione di Don Luigi Re, Pino non ha il tempo di abbandonare la spensieratezza di una famiglia tranquilla e diventa improvvisamente uomo. Quella di “accompagnatore”, però, sarà solo la punta dell’iceberg perché compiuti i diciotto anni viene costretto dai suoi genitori, per la sua incolumità, ad arruolarsi con i tedeschi. Come spia.

Secondo le ricostruzioni di Sullivan a partire da questo momento, e per casi assolutamente fortuiti, Lella diventa l’autista personale niente meno che del Generale Hans Leyers, la più alta carica tedesca in Italia, responsabile della Direzione Generale degli armamenti e della produzione bellica, nonché figura controversa del dopoguerra, rimasta al limite tra lo spietato nazista e l’opportunista calcolatore che non si è risparmiato in segretissimi accordi con la Resistenza. “Per ogni favore fatto a qualcuno nel corso della vita diventi più forte, tenuto in considerazione. È una legge della natura”, disse in un raro momento di abbandono al giovane Lella. Il quale diventa un prezioso “informatore” degli oppositori al Regime, una presenza vigile e discreta, l’ombra ossequiosa del gerarca nazista, uno chauffeur scrupoloso e all’occorrenza il suo personale traduttore negli incontri che teneva con il Duce sull’andamento della guerra, oltre che sulla spinosa questione delle fabbriche di armi.
Con l’esperienza personale di Lella, Mark Sullivan tesse anche un resoconto dettagliato di fatti storici inediti che marcarono inevitabilmente le esistenze di tanti sopravvissuti a quegli anni. Alcuni noti, molti altri rimasti sconosciuti alle pagine di storia e alla memoria collettiva. Quella stessa memoria che oggi, a distanza di decenni, scorge finalmente in Pino Lella il coraggio di un ragazzino che ha avuto la dignità (e la fortuna) di andare avanti seguendo il suo cuore. Nonostante gli anni sprecati, un amore perduto e la crudeltà di una guerra senza vie d’uscita. Oggi novantunenne, Lella vive sul Lago Maggiore e vedrà presto la sua storia sul grande schermo, avendo la Pascal Pictures acquistato i diritti del libro “Beneath a scarlet sky”.