Martina Castellana è tra le dermatologhe più famose in Italia, il suo matrimonio a Londra, celebrato da un pastore anglicano a San Peter Chopel con un professionista siciliano che le ha messo il fatidico anello all’anulare destro, ha fatto parlare la stampa quanto l’opinione pubblica. Martina, presidente della Commissione Provinciale alle Pari opportunità, transgender da sempre in prima linea per la difesa dei diritti civili apre le porte della sua vita per svelarci i suoi segreti. L’occasione è la presentazione del suo ultimo libro Il bambino ruvido, edito in Italia da Tullio Pironti. Martina oggi è una donna che ha conquistato il suo spazio con passione e molta determinazione, ma in passato era lo stilista di successo che portò in passerella a Milano la prima gonna per uomo. La creatività, a quanto pare, non ci lascia mai, si trasforma soltanto in qualcosa di migliore.
Quando hai compreso che il tuo essere non rispecchiava, in realtà, il tuo lato fisico?
Credo fin da sempre, da bambino preferivo giocare con le bambole: i miei genitori non l’hanno mai impedito.
Sei una donna che nella vita ha vinto perché si è presa con forza e determinazione il suo spazio. Com’è la vita, ora che hai finalmente coronato il tuo sogno d’amore?
La stessa di prima. In realtà io credevo di andare a Londra per una vacanza con il mio compagno, poi invece sono tornata con l’anello nuziale. Certo l’amore ti cambia la vita, ti fa vivere tutto quello che proviamo spesso a nascondere dentro l’anima e che accantoniamo per paura di soffrire.
Tu hai un bellissimo carattere, perché riesci a prenderti il tuo spazio e fai bene. Come è stato tornare a Salerno con il fatidico anello?
Molto divertente ed entusiasmante, ma da un lato molto triste, perché avrei voluto sposarmi nella mia terra, nei luoghi dove sono cresciuta, tra le persone che conosco e che amo, invece, come una ladra sono dovuta scappare a Londra, un paese che a differenza dell’Italia ha voluto formalizzare il mio sentimento.
In che modo hai vissuto il percorso che hai affrontato? Sei riuscita a mantenere la serenità?
Se c’è l’amore si può crescere e superare mille difficoltà, intendo l’amore per il proprio partner, ma soprattutto per se stessi, per quello che si sente nel cuore altrimenti poi si rischia di vivere la vita da falsari, invece no, bisogna essere fedeli ai propri stati d’animo e sentimenti, anche perché poi la pelle reagisce con reazione concatenanti.
Sei una dermatologa, c’è un nesso tra il lavoro che hai scelto e la tua esperienza?
Sì, la pelle è l’involucro dell’anima ed io volevo studiarla per capire me stessa e gli altri. C’è un piccolo universo che vive nel nostro corpo e che talvolta ci parla solo attraverso la pelle, ecco perché dovremmo ascoltarci di più, ma anche perdonarci mille volte al giorno, per le persone che siamo, che non siamo e che siamo stati. Bisogna accogliere i traumi, la tristezza: vivere è l’unico modo per andare al di là di essi e fare in modo che tutto ciò non si ripercuota sulla nostra pelle.
Prima di essere Martina, tu eri uno stilista dotato di molto talento, hai anche creato la prima gonna per uomo, riportata in passerella soltanto più tardi da Gai Mattiolo. Com’era la tua vita prima di diventare donna?
Bella come ora, io sono sempre stato un ragazzo molto appassionato e dedito al lavoro, ho vissuto a Milano cinque anni, ho iniziato come modello per poi ritrovarmi stilista.
E poi hai deciso ancora di cambiare, perché?
Perché la vita non si ferma ed io sentivo che c’era altro da fare per completare me stessa, la mia crescita come donna, la politica, la scrittura.
Che cosa ti senti di dire all’Italia che ancora non ammette il matrimonio per chi cambia sesso?
Non siamo diversi, proviamo gli stessi sentimenti di chi preferisce non cambiare sesso ed è straziante essere giudicati, siamo anche noi persone, esseri che cercano di realizzare il proprio viaggio per lasciare qualcosa di sé.
Attualmente stai presentando il tuo secondo romanzo Il bambino ruvido (Tullio Pironti). La storia vede protagonista Greta, una donna che esercita il mestiere più antico del mondo e che conduce una vita irregolare, scandalosa, sempre alla ricerca di un qualcosa. In una malinconica sera di dicembre Greta conosce Angelo e tra i due scoppia una passione folle, ma Greta non immagina che Angelo è il bambino timido, affetto da psoriasi, con il quale ha trascorso l’infanzia nel brefotrofio quando lei Greta era ancora Nicola. I demoni dell’anima si impossessano della pelle rendendo Angelo ruvido nell’aspetto, ma nel cuore la sua sensibilità implora alla vita una possibilità. Greta, Angelo e Nicola quanto hanno di Martina?
I miei personaggi hanno tanto di me: in primis, la sensibilità dietro la corazza. A loro devo tanto, io ho creato loro, ma loro magicamente hanno ricreato me.
Nota dell'autrice: Sono una giornalista cattolica ed oggi ho voluto raccontare di Martina Castellana. La vita in tutte le sue forme merita la dignità e la libertà di essere. Siamo pagine bianche e cambiamo ogni giorno. L’evoluzione e il coraggio sono spesso dono dello spirito. Per Martina mi sento di aggiungere: vivi e continua ad essere ciò che vuoi essere. Per le persone scettiche mi sento di dire: anch’io ero come voi prima di ascoltare e raccontare questa storia; siamo finestre su un mare in continuo movimento, c’è modo e tempo per cambiare pensiero.