Un’edizione davvero speciale quella che riporta l’Italian theater festival nei cinque distretti di New York, dal 3 al 19 maggio 2022.
Sono tre le compagnie italiane selezionate per partecipare a Inscena, che torna dopo due anni di stop forzato a causa della pandemia.
La prima a esibirsi sul palcoscenico del Bernie Whol Center è Theandric Teatro Nonviolento, da Cagliari, con un lavoro tratto da “La vedova scalza” di Salvatore Niffoi, premio Campiello 2006.
Abbiamo intervistato la regista di The Barefoot Widow, Maria Virginia Siriu, a New York con gli attori Carla Orrù, Fabrizio Congia, Andrea Vargiu.
Nella performance, le maschere di Marilena Pitturru e le musiche di Menhir, si denuncia la violenza dallo strapotere fascista alle consuetudini fossilizzate.
In cosa consiste il vostro spettacolo?
“La nostra è una produzione che utilizza il linguaggio del physical theatre per portare in scena quella che è una tragedia moderna, nel senso che trova corrispondenza nei canoni della tragedia antica, per i temi trattati di amore, morte e vendetta e nell’utilizzo del Coro. La storia è quella di una donna, Mintonia, che decide di aderire al codice della vendetta barbaricina, vendicando la morte del marito, seducendo e poi uccidendo il suo mandante. Subito dopo però compie un percorso di liberazione per il quale invoca il perdono e dà alla luce il figlio dell’uomo che ha sedotto e ucciso. Il perdono e la scelta della vita sono tutt’uno in lei.
Si parla di temi universali. Il rifiuto della violenza, file rouge dell’estetica di Theandric, è nella pièce, conseguenza di una consapevolezza acquisita con la sofferenza. La figura femminile ha un ruolo fondamentale nella prospettiva del passaggio a una scelta nonviolenta”.

Cosa vuol dire per la vostra compagnia avere la possibilità di esibirvi negli Stati Uniti?
“Per noi significa soprattutto far conoscere il nostro lavoro ad un’ampia platea internazionale, caratterizzata da un forte potere mediatico. C’è anche un aspetto più sentimentale che ci lega a New York in particolare, in quanto è stata la sede del mitico Living Theatre, riferimento importante del nostro lavoro artistico”.
Cosa vi aspettate dal pubblico americano e dall’incontro con altri artisti italiani?
“L’incontro con il pubblico è sempre il momento vitale del teatro. E’ una sfida accogliere le reazioni della platea alla nostra proposta artistica, sentire quanto riusciamo a vivere insieme un percorso catartico. Ogni replica è unica per la comunicazione tra le persone presenti. Anche l’incontro con gli altri artisti italiani è un aspetto importante dell’esperienza, per la possibilità di vedere spettacoli e percorsi artistici differenti dal proprio, quindi per il confronto che ne scaturisce. Reso più stimolante dal clima di innovazione e sperimentazione del Festival”.
Lo spettacolo si svolgerà al Bernie Wohl Center at Goddard Riverside (647 Columbus Avenue), il 14 maggio alle 3 pm e il 18 maggio alle 8 pm al Greek Cultural Center di Astoria, con ingresso libero.

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