Designer indipendenti. Autori ed editori di design. Creatori e produttori. Oltre 90 espositori hanno animato EDIT 2021 – terza edizione della fiera di design editoriale e d’autore, ideata da Domitilla Dardi ed Emilia Petruccelli – che ha chiuso i battenti pochi giorni fa a Napoli.

“Un bilancio assolutamente positivo”, spiega Domitilla Dardi. “Abbiamo avuto il pubblico che volevamo, sia in termini di visitatori, che sono stati numerosissimi, sia come attenzione da parte di compratori generalisti e buyer. EDIT, mai come in questa edizione, si è espressa su più piani. In primo luogo la fiera, a san Domenico Maggiore, con tanti espositori molto diversificati, con tipologie e linguaggi diversi, tutti accomunati dalla grande qualità. Accanto a questa, EDIT Cult, che ha presentato sei mostre dedicate alla cultura del progetto nella versione del design editoriale, logica diversa dall’industrial e da pezzo unico rivolto al collezionismo: e questo ha permesso anche di entrare in luoghi meravigliosi della città che spesso gli stessi napoletani non conoscevano”.

Una fiera con una forte connotazione curatoriale e allo stesso tempo commerciale, prodotti e progetti che privilegiano la qualità rispetto alla quantità, la territorialità rispetto alla globalizzazione. “In questa terza edizione si è consolidato sempre di più il rapporto con la città e i luoghi simbolo della sua storia, connettendoli a importanti istituzioni e realtà internazionali della cultura del progetto”, racconta Emilia Petruccelli, direttrice della fiera. E uno dei luoghi simbolo, poco conosciuto dagli stessi napoletani, è stato l’Istituto ad Indirizzo raro Caselli – Real Fabbrica di Capodimonte: qui la collaborazione con l’architetto-designer Patricia Urquiola ha dato vita a Hybrida, collezione di centrotavola realizzata per MADE IN EDIT.

“Grazie al progetto di Patricia Urquiola – continua Dardi – i visitatori hanno potuto vedere questo progetto complesso e poetico, un giardino fatto di creature ibride tra mondo vegetale, animale e minerale, realizzato dai maestri e dagli allievi della Scuola e dallo Studio Urquiola: questi pezzi, venduti all’asta da Christie’s, serviranno per ricreare un giardino didattico nel cortile della scuola, una tradizione antichissima che non era più presente per lo studio dal vero delle piante”.

Le principali collaborazioni internazionali sono state quelle con l’ambasciata olandese, che ha supportato la mostra di Li Edelkoort, trend forecaster, capace quindi di anticipare le tendenze del mondo del progetto, venuta a Napoli per i giorni della manifestazione con una mostra all’interno dell’Archivio di Stato di Napoli dedicata al suo personale archivio e alla sua biblioteca, in collaborazione con Charlotte Grün.

L’altra presenza internazionale è stata quella di House of Today, realtà libanese pensata per creare progetti di collaborazione tra designer e artigiani, gemellata con una realtà napoletana come la Fondazione Made in Cloister. “Questo – conclude Dardi – ha portato a una collezione, e soprattutto a uno scambio di vedute, tra progetto mediorientale e napoletano: due fratelli che si affacciano sullo stesso mare, con mani e grafiche differenti, e che hanno trovato una formula di dialogo molto affascinante”.
Altre mostre di EDIt Cult, visitate dalla gallerista internazionale Lia Rumma, sono state quella di Daniel Kruger, curata da Marco Bazzini, in collaborazione con la Galleria Antonella Villanova, ospitata nelle sale del Museo del Tesoro di San Gennaro e dedicata alla collezione di pendenti Amuleti e alle ceramiche del Dinner Service Maria Callas dell’artista orafo sudafricano, mentre la designer d’interni e di arredamento Stéphanie Moussallem ha presentato quattro lampade che mixano corallo, vetro cattedrale, tessuti, seta e intaglio del legno realizzate dagli artigiani napoletani.

Inoltre, le collezioni del brand francese La Manufacture, e i pezzi disegnati da Emma Boomkamp, Todd Bracher, Noé Duchaufour-Lawrance, le FRONT, Luca Nichetto, Nendo, Neri&Hu, Patrick Norguet, Marc Thorpe, Michael Young, hanno occupato con un’installazione ad hoc le meravigliose sale del Teatro di San Carlo, e qui – appassionato di musica e arte – è arrivato anche quest’anno il ct della Nazionale Roberto Mancini.

Il Museo Civico Gaetano Filangieri è stato lo scenario della mostra monografica “Chest’è” di Federico Pepe a cura di Federica Sala, un’immersione nell’universo iconico dell’artista all’insegna della contaminazione e dell’ibridazione: quadri, sculture, mobili, tappeti che trovano nell’alfabeto di segni di Pepe le loro radici comuni.
Una commissione di esperti, composta dai designer italiani Andrea Trimarchi e Simone Farresin, ovvero Formafantasma; dalla interior e furniture designer francese Dorothée Meilichzon; dalle ideatrici di Sight Unseen di New York, Monica Khemsurov e Jill Singer, e dal direttore web di ELLE Decor Italia, Alessandro Valenti, si è messa al lavoro per scegliere i migliori inediti del 2021: i vincitori hanno rappresentato i valori promossi da EDIT Napoli: design intelligente, profondo rispetto per il patrimonio culturale e prezzo ben calibrato.

Tra i tanti brand italiani e internazionali presenti, Atelier Malak, Forma&Cemento, Golden Editions, Lithea, Milla Novo, Stamuli, The Art and Design Group, Zieta Studio. E ancora: Basis Rho, Eleit.it, Finemateria e Very Simple Kitchen mentre, tra i molti nuovi nomi emergenti, provenienti da tutta Europa, gli italiani Atelier Ferraro, ccontinua + mamt, Caterina Frongia, la francese Julia Chiaramonti, il danese Alexander Kirkeby e il londinese Atelier Pendhapa.