Splash. Un tuffo che sa di tante cose insieme. Sono quasi le 23 di giovedì, l’ora del coprifuoco pandemico, e il Venezia Football Club ha agguantato il pareggio al 93’ in dieci uomini. Il fischio dell’arbitro suggella il ritorno in Serie A, dopo 19 anni. Al grido di “un presidente, c’è solo un presidente…” nel canale davanti allo stadio Penzo il finanziere newyorchese Duncan L. Niederauer, presidente della squadra dallo scorso anno dopo essere entrato nel capitale sociale nel 2015, indossa la maglia a strisce orizzontali arancione, nero e verde, lo si vede che fa spostare il motoscafo lì davanti, e si tuffa a bomba nell’acqua tra frotte di tifosi in delirio riguadagnando poi a rana le scalette.
È il trionfo di una città che si è rimessa in moto con la Biennale Architettura, inaugurata la scorsa settimana, e che ora esplode con cori da stadio e fuochi d’artificio. E se riparte Venezia, riparte il mondo.

Ma perché stiamo parlando di calcio in questa rubrica dedicata al Design? Perché dietro al successo calcistico c’è lo sponsor ufficiale, che è UNO Contract, azienda specializzata nella realizzazione di arredi per hotel di lusso, residence e navi da crociera, con stabilimenti di 60mila metri quadrati a Pramaggiore, nella città metropolitana di Venezia. Per espressa volontà di Niederauer sulla maglia figura solo la parola Venezia ma i cartelloni allo stadio parlano chiaro. E dicono anche, dati alla mano, che UNO Contract sarebbe l’unico sponsor in Serie A del settore arredamento con una caratura e una dimensione internazionale. A onor del vero c’è anche la Scaligera Arredamenti, una giovane azienda che sponsorizza l’Hellas Verona con una presenza sostanzialmente locale, entre all’estremo figura un colosso come Mapei, sponsor del Sassuolo, però nel settore dell’edilizia.

La conferma di quanto sia raro l’impegno nel calcio da parte delle aziende del settore design arriva anche da uno studio che, prendendo in esame i 60 sponsor che sostengono i 20 club di Serie A, evidenzia come solo il 3 per cento di questi appartenga al settore, considerato chissà perché insieme agli pneumatici (Pirelli, Inter FC).
UNO Contract è un caso che colpisce in positivo, per diverse ragioni. In questo periodo di difficoltà, in modo particolare per il settore dell’hospitality e della crocieristica, questa azienda ha saputo mettere a segno delle mosse molto interessanti dandosi un’identità precisa ed uscendo dall’anonimato del lavoro per conto terzi, che pure gli ha assicurato per decenni la possibilità di crescere e acquisire know how e contatti. Dopo anni di anonimato per il grande pubblico, ora è uscita allo scoperto con il proprio brand, forte della realizzazione negli ultimi tre anni di 2940 camere d’albergo e dell’arredo di 2150 appartamenti, con un fatturato che per il 70 per cento viene dall’estero e una forza lavoro di 110 dipendenti.
La società, fondata nel 1985 dalla famiglia Tabaro, è alla seconda generazione e negli anni ha realizzato progetti per i più importanti brand dell’hospitality come Oberoi, Hyatt, Marriott, Kempinski, disegnati da studi internazionali di architettura e interior design del calibro di Zaha Hadid, Piero Lissoni e tanti altri. Una delle ultime realizzazioni in termini di prodotto è la linea UNO Essential, disegnata dallo Studio Ciarmoli Queda appositamente per il mondo dell’hôtellerie: una collezione di imbottiti rivestita con i tessuti di Métaphores, la firma francese appartenente alla filiera tessile Hermès.
L’azienda è stata scelta quest’anno per il nuovo progetto del Padiglione Venezia dal titolo “Sapere come usare il sapere” all’interno della Biennale Architettura 2021, intitolata “How will we live together?”. Il percorso è diviso in tre aree differenti e vede al suo interno la presenza de “il grande specchio del futuro”, un progetto realizzato da UNO Contract legato ai temi del sapere, della bellezza e dell’artigianalità. L’area centrale del percorso è dedicata alle “Education Stations”, ideate dall’architetto Michele de Lucchi, e al suo AMDL Circle, spazi concepiti per educare attraverso le qualità dell’architettura.

La linea Uno Essential è stata presentata lo scorso settembre e ha coinciso con un’altra novità unica per un brand del contract, ovvero la possibilità di uscire da questo ambito B2B per mettere in vendita a tutti i propri pezzi d’arredo attraverso la piattaforma Artemest.com, una sofisticata vetrina digitale del made in Italy, lusso handmade, che dopo la fase di start-up ha visto entrare investitori americani del calibro di Kirstie Steiner e Alessandra Lundry, insieme alla Holding del Venture Capital SharkBites.
A marzo scorso UNO Contract ha fatto un altro passo significativo, lanciando la propria piattaforma di e-commerce dove vende a privati, architetti e designer. E poi, il mese scorso, la decisione di supportare la squadra di calcio del Venezia FC. Tutto questo fa parte coerentemente della strategia di posizionamento del brand associato alla città più bella del mondo. “Con l’idea _ come spiega l’amministratore delegato Mauro Tabaro _ di sostenere Venezia dal punto di vista culturale e sociale nella logica dell’economia della bellezza, facendo capire che supportando queste iniziative si porta economia a tutto il territorio”.