‘Aliquando bonus dormitat Homerus’, cioè ‘ogni tanto sonnecchia anche il bravo Omero,’ scrisse Orazio e ripetevano gli antichi. E se sonnecchiava il bravo Omero poteva sonnecchiare benissimo anche Leonardo, se fu veramente lui a mettere al mondo il quadro che ieri è stato venduto all’asta da Christie per quasi mezzo miliardo di dollari, la cifra più alta mai pagata per un’ opera d’arte. A me veramente, più che un faux pas del supremo maestro vinciano, questo quadro di un tale che alza una mano con espressione melensa, così da far pensare più a uno che vuole fermare un taxi che a un Cristo intento a benedire il mondo, non appare nemmeno possibile che sia stato dipinto da Leonardo. Dicono alcuni esperti che il manto azzurro del personaggio appare essere stato eseguito con la preziosa polvere di lapislazzulo, proprio come faceva Leonardo, piuttosto che con la poco costosa polvere di azzurrite. Beh, vuol dire che se le pennellate antiche le ha date veramente Leonardo, esse sono state poi distrutte e falsificate dagli innumerevoli restauri. Ma a me insomma sembra che se si vuole discutere di un avvenimento come la vendita di questo quadro bisogna uscire dal campo dell’estetica e entrare in altri settori, come quello dell’economia o quello clinico o quello sociale della smisurata ricchezza del famoso un per cento del pubblico capitalista, una sperequazione inevitabile insita nel sistema stesso, di cui discuteva Thomas Picketty. Non solo il compratore del quadro, ma i vari altri che nel corso dell’asta hanno offerto centinaia di milioni, compongono evidentemente una gruppo convinto che rovesciare una simile carrettata di soldi su un oggetto come questo è un modo di mettere questi soldi al riparo dai pericoli che potrebbero minacciare il dollaro. Con un debito pubblico dell’ordine di oltre trenta trilioni forse non hanno nemmeno torto. L’America continua ad andare avanti prendendo soldi in prestito non solo in loco ma da tutto il resto del mondo. Il brutto è se questa specie di schema Ponzi finirà veramente in una grossa crisi. Mi pare che poi non ci sarà più molta gente disposta ad investire soldi in “Leonardi” di paternità poco sicura. Ma magari io sbaglio.
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