Quando si pensa a New York, di solito si immagina una metropoli di grattacieli, rumore costante di sirene e milioni di persone che camminano lungo strade trafficate. Nella realtà, oltre a tutto ciò, ci sono zone dallo stile di vita diverso, meno caotico e legato ancora al tradizionale mondo della periferia.
È un po’ quello che accade nell’isola di Staten Island, uno dei cinque borough di New York che, pur essendo divisa da Manhattan solo da una striscia di mare che in battello si attraversa in 20 minuti, mantiene intatta la tua tipicità.
A raccontarla ci hanno pensato alcuni fotografi locali che hanno fatto oggetto dei loro scatti ciò che viene solitamente nascosto dalle luci e dai lussi della Grande mela e che, visto da così vicino, trasmette un senso di grande lontananza dalla modernità.

Staten Island Unlimited: The Borough’s First Triennal of Photography ha visto la partecipazione di 35 fotografi della zona, tra cui Irma Bohorquez-Geisler, Melissa Cacciola, Willie Chu, Edward Coppola, Luke Crisalli, Lisa Dahl, Anthony DePrimo, Will Ellis, Divya Gadangi, Ericka Hamburg, Maciek Jasik, Kristopher Johnson, Elvia Iannaccone Gezlev, Bruce Katz, e tanti altri.
I loro lavori, che sono stati riuniti all’Alice Austen House, in onore del 150° della nascita della fotografa che in quella casa visse a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento, risalgono agli anni compresi tra il 2012 e il 2015, e rappresentano delicati e tipici momenti della vita isolana. La mostra è aperta al pubblico fino il 31 agosto 2016.

“Con questa mostra fotografica siamo riusciti a catturare l’attenzione del pubblico, e renderlo curioso di sapere come sia realmente Staten Island – ha detto l’executive director della casa-museo, Janice Monger – Alla selezione si sono presentati più di 200 artisti tra i quali la giuria, formata da James Estrin (fotografo per Lens Blog e The New York Times), Meagan Ziegler Haynes (produttore per VSCO), Elizabeth Renstrom (fotografa per VICE), e Monica Valenzuela (vice direttore di Staten Island Art), ha scelto quelli che sarebbero stati esposti nella mostra”.
I loro scatti sono rappresentazioni estremamente reali della vita quotidiana di Staten Island e catturano la sofferenza e il senso di incomprensione sui volti degli abitanti dell’isola. Il fotografo Gareth Smith ha voluto, per esempio, rendere omaggio al particolare quartiere di Tompkinsville, dove nel luglio del 2014, alcuni agenti della polizia uccisero Eric Garner, fermato mentre vendeva illegalmente sigarette sfuse. Oppure, l’artista Robin Michal, che ha mostrato al pubblico le tragiche conseguenze lasciate dal passaggio dell’uragano Sandy nel 2012 che distrusse le case di tanti abitanti dell’isola.

Ma Staten Island è anche un grande melting pot che racchiude un mix di popolazioni che ogni giorno cercano il giusto modo per convivere le une con le altre, scambiandosi cultura e tradizioni, così come rappresentato dalle immagini di Irma Bohorquez-Geisler che documentano la quotidianità, e il difficile inserimento nella società degli immigrati messicani.

Ospitata nella quiete della Alice Austen House che vale di per sé la visita, la mostra offre un ricco spaccato della vita di Staten Island e di un realtà che, dall’altra sponda, osserva la vita frenetica della metropoli, senza dimenticarsi delle proprie tradizioni. Un’occasione per conoscere i dirimpettai di Manhattan e scoprire luoghi e persone di un mondo ancora autenticamente americano che troppo spesso viene messo in ombra dalla sfavillante vita newyorchese.
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