Tra i protagonisti della Sicilia che non si arrende nonostante i tanti problemi che non danno tregua un posto a parte merita, senza dubbio, Petralia Soprana, deliziosa cittadina delle Madonie, la straordinaria catena montuosa che si distende dalla provincia di Palermo fino alla provincia di Messina, per poi lasciare il posto ai Nebrodi o Caronie. Da domani, nei vicoli del centro storico di Petralia Soprana, dieci artisti realizzeranno altrettante opere d’arte con il salgemma. Insomma, quello che, fin dall’albori della civiltà l’uomo utilizza per i condimenti diventerà, pe rl’occasione, materiale da scolpire.
La manifestazione prende il nome di Sale… la voglia d’arte. Non nasce casualmente sulle Madonie, perché dalle viscere di questa catena montuosa viene estratto il salgemma. Per queste contrade non si tratta di una novità. L’appuntamento che si apre domani costituisce, infatti, la III Biennale Internazionale di Scultura di Salgemma. Sette giorni – dal 30 agosto al 6 settembre – per un’iniziativa direttamente promossa dall’assessorato regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana su un progetto delle Associazioni Arte e Memoria del Territorio di Milano e SottoSale di Petralia Soprana. Un’idea che punta a promuovere le Madonie dove si fondono arte, storia, cultura, enogastronomia e natura (ricordiamo che le Madonie sono sede di un Parco naturale istituito dalla Regione siciliana). Una peculiarità che sarà apprezzata dai tanti visitatori che parteciperanno al Festival Nazionale dei Borghi più belli d'Italia che si terrà proprio in concomitanza con la III Biennale Internazionale di Scultura di Salgemma.
Com’è avvenuto nelle precedenti edizioni gli artisti, nazionali ed internazionali, svilupperanno la loro poetica modellando dal vivo un blocco di salgemma, che rivede la luce dopo sei milioni di anni, proveniente dalla vicina miniera gestita dall’Italkali, società che dal 1980 opera nel settore minerario. La miniera di salgemma delle Madonie è una delle più importanti d’Europa per la sua grandezza e per l’eccezionalità geologica che contraddistingue il bacino che racchiude cristalli di sali unici e irripetibili di straordinaria purezza (in Sicilia è attiva un’altra miniera di salgemma, non meno suggestiva: quella di Realmonte, in provincia di Agrigento).
Gli artisti lavoreranno il minerale seguendo il tema: “Il sale come prima moneta di scambio commerciale tra i popoli”. Rifletteranno quindi sul ruolo, forse dimenticato, del “sale” quale elemento fondamentale per lo scambio commerciale e la sopravvivenza alimentare fin dall'antichità. Va ricordato che il sale era già noto tra le prime civiltà stabili, da sumeri agli egiziani, dai cinesi agli ittiti fino agli ebrei. Il tema della III Biennale del Salgemma, insomma, affonda le radici nell’avventura dell’uomo sulla terra, all’ombra delle antiche civiltà, quando il sale era ritenuto più prezioso dell'oro. Proprio la storia ci ricorda la presenza delle Vie del sale tracciate dal mare verso i territori interni. Erano, queste, le grandi strade commerciali dell'antichità. Per attraversare una Strada del sale si doveva pagare una tassa che veniva calcolata valore della merce in transito.
Dal lontano passato al presente. “La base logistica dell’evento – si legge nel comunicato stampa diramato dal Comune madonita – saranno i vicoli del centro storico di Petralia Soprana che si trasformeranno in atelier dove gli artisti realizzeranno le proprie opere cimentandosi con il salgemma. Operazione non facile, perché si tratta di un materiale particolare e difficile da scolpire per via della sua cristallizzazione che richiede un approccio diverso da quello utilizzato per altri materiali, quali il marmo e la pietra più semplice da lavorare per via della loro compattezza”.
“Nonostante questa caratteristica limitante o esaltante del materiale – prosegue il comunicato – con la Biennale Internazionale alla quale crede e collabora anche il Comune di Petralia Soprana e l’Italkali, il salgemma diventerà opera d’arte attirando l’attenzione sull’unicità della realizzazione, dell’evento e del territorio all’interno del quale è incastonata questa gemma di minerale nato sei milioni di anni fa”.
Chiusa la manifestazione, il sale scolpito ritornerà nuovamente nella sua sede naturale, all'interno della miniera, nel primo Museo di Arte Contemporanea Sotto Sale (MACSS) al mondo, ricavato all’interno della cava dove vi sono esposte le opere create nelle precedenti edizioni. Uno spazio espositivo di forte impatto emotivo, realizzato in un contesto unico: all’interno del mare conservato da millenni nelle montagne delle Madonie.
“Una peculiarità – leggiamo sempre nel comunicato – che già fa pensare ad un altro evento unico da realizzare collegato alla Biennale e cioè il Ritorno al mare. Il sale, che si è generato durante il percorso degli eventi geologici, che un tempo era in fondo al mare e oggi si trova a mille metri di altitudine, scavato nella miniera di salgemma della società Italkali nella contrada Raffo, a Petralia Soprana, ritornerà alle sue origini e cioè a mare. L’idea nasce da un pensiero poetico del fotografo milanese Fabrizio Garghetti che vuole far ritrovare al salgemma, sciogliendosi nel mare, la sua identità e paternità ed anche la “pace”.
Alcuni blocchi di sale saranno quindi portati fisicamente dalla montagna a mare attraverso il mezzo di trasporto più antico del mondo: l’animale, ovvero l’asino. Il ritorno al mare attraversando borghi e paesi riscoprendo il valore dei percorsi nella natura, tracciando una “nuova strada per il turismo.