È in corso in questi giorni alla Staley Wise Gallery di New York la mostra fotografica che raccoglie una selezione di scatti realizzati in quasi quarant’anni da Priscilla Rattazzi, figlia minore di Susanna Agnelli e del conte Urbano Rattazzi.
Le fotografie di Priscilla riflettono la sua vita e il suo ambiente: dalla famiglia, agli amici, ai suoi cani. Nata a Roma negli anni Cinquanta nella prestigiosa famiglia Agnelli, Priscilla si trasferisce a New York negli anni Settanta, dove inizia la sua carriera di fotografa nel mondo della moda, realizzando scatti per il New York Times Magazine, Self e Vogue Italia.
Dopo essersi affermata come fotografa di moda, Priscilla diventa madre e, come lei stessa racconta, qualcosa cambia: “Con l’esperienza della maternità, quello stesso mondo che prima tanto mi affascinava, iniziò a sembrarmi frivolo e superficiale, attraendomi sempre meno”. Con lo scemare dell’interesse per la moda, Priscilla Rattazzi inizia a dedicarsi prima ai ritratti e poi alla natura, pubblicando quattro libri e un portfolio: Best Friends, una collezione di scatti di personaggi famosi e non, ritratti coi loro cani; Children, una collezione di ritratti di bambini; Georgica Pond, una documentazione dell’area di East Hampton; Luna e Lola, un racconto per immagini della storia dei suoi due cani; e Best Friends, the portfolio, una selezione delle fotografie preferite del primo libro.
Nella sua mostra alla Staley Wise Gallery, che resterà allestita fino al 22 febbraio, l’artista espone una selezione di fotografie che abbracciano quasi quarant’anni della sua carriera e spaziano dai ritratti di parenti e amici noti, agli amati cani, a suggestivi elementi naturali.
Tra questi spicca il muro degli italiani, dove domina al centro uno splendido scatto di Gianni Agnelli del 1978, affiancato da un ritratto del 1975 dell’artista Alighiero Boetti e da una fotografia del 1982 di Raimonda Lanza, pubblicata su Vogue Italia. Riguardo allo zio Gianni Agnelli, Priscilla dice: “Gianni era il fratello e il migliore amico di mia madre, oltre che una figura mitica della mia giovinezza”. E la fotografa racconta come abbia fortemente voluto esporre quello scatto per testimoniarne la proprietà, dopo che anni fa era stato rubato e stampato su certe T-shirt in Italia.
Priscilla Rattazzi ha lavorato su pellicola, digitale e addirittura Instagram, ma pur apprezzando i vantaggi del digitale e adorando le potenzialità di creare connessioni offerta da Instagram, resta un’affezionata della vecchia pellicola che, come lei stessa dice: “Si può vedere e toccare”.