Da Dangerously in Love, suo primo disco, a Renaissance act. 1, Beyoncé Giselle Knowles, alias Beyoncé, conosciuta anche con il soprannome Queen Bey, è riuscita a creare uno suo spazio sociale, tra mito, cultura e musica, tanto da far pensare che meriterebbe una laurea in marketing. A conferma non c’è solo la sua storia artistica e imprenditoriale, ma anche l’anteprima mondiale al prestigioso Goldwyn Theater di Los Angeles, di Renaissance: A Film by Beyoncé, da lei diretto e prodotto.
Segue il percorso, anche intimo, compiuto per arrivare a raggruppare e sfruttare al meglio le sue tante capacità artistiche e realizzare il Renaissance World Tour, che – presentato in 39 città – ha superato ogni record di incassi. A colpire i presenti è stato anche, a riprova della sua creatività, il suo look: un abito in metal mesh argentato e una lunga chioma liscia, biondo platino. Il film, comunque, è stato accolto con successo dalla critica, con tanti elogi sia per le spettacolari riprese del concerto che per gli intimi elementi dietro le quinte.
Beyoncé non è del resto nuova ai progetti cinematografici, ma dopo il visual album Lemonade del 2016 e il progetto sulla cultura afroamericana Black Is King, rivolti a reti come Hbo e le piattaforme di streaming, questo film è sicuramente il suo passo più ambizioso, anche se, in qualche modo, la strada è stata recentemente già aperta da The Eras Tour di Taylor Swift, anche quello film concerto che ha battuto ogni record d’incassi.
Queen Bey oltre ad essere un’artista di grandissimo talento, e di successo, è anche un fenomeno economico rilevante: una delle artiste musicali più vendute nella storia della musica pop contemporanea, con circa 200 milioni di copie nel mondo, di cui 60 milioni con le Destiny’s Child, il gruppo musicale con cui esordì, e 118 milioni da solista.
Ad impegnare Beyoncé non è comunque solo la presenza sul palco ma anche il “dietro le quinte”. Nel 2008, per emanciparsi dalle regole del mercato delle Major, ha infatti fondato la Parkwood Entertainement Company, una società di intrattenimento destinata alla gestione, alla realizzazione e alla digitalizzazione di tutti i contenuti e i prodotti connessi al marchio “Beyoncé”. La società offre inoltre una vasta gamma di servizi anche ai suoi partner commerciali, per conto dei quali realizza siti web o spot pubblicitari (come quello della Pepsi).
Il successo planetario della cantante, ballerina e attrice, ha raggiunto il suo apice nel dicembre del 2013, con l’uscita inaspettata del suo quinto album da solista, Beyoncé. La pop-star americana si era impegnata al massimo per tenere nascosto il lancio, nell’intento di sperimentare una nuova strategia di marketing, ma anche per evitare la possibile diffusione di versioni contraffatte dell’album in seguito alla fuga di notizie. Al momento dell’annuncio, avvenuto attraverso un video su Facebook e un messaggio su Instagram, nessuno poteva prevedere come la novità sarebbe stata accolta dai fan e soprattutto dall’industria musicale. Il successo strepitoso ottenuto è esempio lampante della genialità, della sua creatività, sopra e fuori dal palco.
Dopotutto, sono sempre l’originalità e la capacità di sorprendere gli altri a costituire la chiave del successo di Beyoncé: il suo progetto sembra aver dimostrato a tutti che un’artista professionista affermato può benissimo rinunciare al supporto di una campagna pubblicitaria tradizionale, puntando tutto sulla qualità del suo rapporto con il pubblico, con cui ha la possibilità di condividere emozioni, sogni ed esperienze.
E veniamo a parlare della Beyoncé “casa di risonanza” di importanti cambiamenti sociali. Break my soul, singolo tratto dall’album Renaissance act. 1, in meno di 24 ore dalla sua uscita ha raggiunto 6,5 milioni di visualizzazioni, diventando l’inno della Great Resignation, un fenomeno globale che inizialmente ha avuto un impatto decisivo negli Stati Uniti, per cui a fronte di tentativi di ripresa economica post lockdown per il covid, nella primavera del 2021, 48 milioni di persone hanno lasciato il loro posto di lavoro, per realizzare un cambiamento radicale nel proprio stile di vita, seguendo il mantra: qualità e non quantità. Persone che non vogliono più essere vittime di un sistema e di un mondo del lavoro che non risponde più a condizioni di vita all’altezza delle aspettative.
Che cosa rende Beyoncé una delle opinion leader della nostra epoca? Da qualche anno, anche il mondo accademico ha iniziato a mostrare reale interesse per questo tema, soprattutto i dipartimenti universitari di studio della comunicazione e quelli di genere. L’apripista è stato Kevin Allred, ex professore alla Rutgers University in New Jersey, il quale, nel 2010, ha attivato il corso di studio “Politicizing Beyoncé” analizzando la carriera della cantante per indagare l’approccio e la mentalità della cultura americana su questioni razziali, di genere e di politica sessuale. Purtroppo, il suo mandato accademico è finito nel 2016 a causa di una serie di tweet provocatori (in cui sfogava la sua frustrazione per il governo Trump e per la revisione del Secondo Emendamento) che gli sono costati una valutazione psichiatrica sulla sua salute mentale da parte della polizia di New York e la perdita della cattedra.
Ad ogni modo, anche nei paesi nordici europei alcuni professori universitari hanno fatto di Beyoncé un caso da studiare: Erik Steinskog, professore associato del Dipartimento di Arti e Studi Culturali dell’Università di Copenaghen, nel 2017 ha istituito il corso “Beyoncé, Gender and Race”. Il focus delle sue lezioni era l’analisi di testi e della parte visual dei video musicali delle sue canzoni, strettamente correlate a questioni di genere, razza e sessualità, per riuscire a comprendere meglio il mondo in cui viviamo da una prospettiva differente.
Oltre alla sua carriera musicale, Beyoncé è attrice e stilista: grazie alla sua interpretazione nel film Dreamgirls ha ottenuto due candidature ai Golden Globe; nel 2005 ha creato la sua linea di moda, la House of Deréon, e nel 2010 anche una sua linea di profumi. Nel 2016 ha fondato la linea sportiva d’abbigliamento Ivy Park, in collaborazione con Adidas.
Infine, non poteva mancare una gustosa curiosità: secondo il musicologo Norman Lebrecht, Queen Bey è legata, da una lontana parentela, al compositore Gustav Mahler.