Alla 68esima edizione dei David di Donatello, tenutisi a Roma negli studi di Cinecittà Lumina, poker di premi per tre film: Le otto montagne, la pellicola dei registi belgi Felix van Groeningen e Charlotte Vandermeersh su amicizia a grandi altezze, con Alessandro Borghi e Luca Marinelli, ispirata al bestseller di Paolo Cognetti (https://lavocedinewyork.com/arts/2023/05/02/alessandro-borghi-amo-il-mio-paese-ma-e-ancora-razzista-e-provinciale/ ) ; Esterno notte di Marco Bellocchio, su Aldo Moro e le Brigate Rosse, che si porta a casa regia, migliore attore protagonista, montaggio e trucco, e La stranezza di Roberto Andò, con Ficarra, Picone e Toni Servillo nel ruolo di Luigi Pirandello in cerca di un’idea per quello che sarà il suo Sei personaggi in cerca d’autore, che vince scenografia, costumi, sceneggiatura originale e produzione.
Delusione invece per Il signore delle formiche di Gianni Amelio che nonostante le undici candidature non ottiene nulla.
Ritirando il premio per Migliore film, Felix van Groeningen ha commentato: “Un viaggio incredibile: due belgi fanno un film italiano, in italiano, sulle Alpi? Una storia e un libro incredibili”. A consegnare la statuetta più ambita è stata Piera Detassis, presidente e direttrice artistica dell’Accademia del Cinema Italiano.

In programma nella scaletta c’erano 25 premi divisi per varie categorie, senza contare il David alla Carriera a Marina Cicogna e i David Speciali consegnati a Isabella Rossellini ed Enrico Vanzina.
Carlo Conti ha aperto la cerimonia citando le parole del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: “Il cinema è tutti noi”.
“Non me lo aspettavo, però lo accetto. Quando si diventa vecchi non bisogna fermarsi”, ha detto ricevendo il premio Marco Bellocchio, miglior regista per Esterno notte.

Il premio come Migliore attrice protagonista è andato a Barbara Ronchi per Settembre, di Giulia Steigerwalt: “Non so se ridere o piangere. Dedico il premio a due uomini che illuminano la mia vita, se brillo è grazie a loro: Alessandro e Giovanni, che è a casa. Amore, mamma ha vinto il David!”, ha commentato l’attrice romana.
Miglior attore protagonista Fabrizio Gifuni per Esterno notte, in cui interpreta Aldo Moro. “Ringrazio la mia lentezza e la mia fragilità in questi tempi così decadenti”, ha affermato sul palco.

Emanuela Fanelli Miglior attrice non protagonista per il film Siccità di Paolo Virzì, visibilmente molto sorpresa dal premio, ha commentato: “Grazie a Paolo perché mi ha guardato e in questo mestiere bellissimo bisogna essere visti. Non so come abbia fatto a vedere lo sketch in cui prendevo in giro la periferia romana”. Classe 1986, romana e comica amatissima, la Fanelli ha dedicato il premio ”alle persone che amo: mamma e papà, mia sorella e gli amici che stanno sul divano e hanno fatto le magliette Fanelli di Donatello. Sembro il prete di Viaggi di nozze, ora me ne vado”. Poi un rapidissimo ritorno con la battuta: “Mi è sembrato di esordire in Champions League con voi… ma non so perché ho usato questa metafora visto che non capisco nulla di calcio”.
Migliore attore non protagonista Francesco Di Leva per il film Nostalgia di Mario Martone. “Non lo sapete, ma qui ne state premiando due: non avrei vinto senza Pierfrancesco Favino”, ha detto il 45enne attore napoletano.
Ad aggiudicarsi il premio come Migliore canzone è stata Elodie per Proiettili (ti mangio il cuore) di Joan Thiele, Elisa Toffoli ed Emanuele Triglia, scritta e interpretata da Elodie e Joan Thiele. “Sono felice, io non vinco mai”, ha detto la cantante romana che è anche interprete nel film Ti mangio il cuore di Pippo Mezzapesa.
Giulia Louise Steigerwalt si è aggiudicata il David quale Migliore regista esordiente per il film Settembre con Barbara Ronchi, Fabrizio Bentivoglio e Thony.
Miglior direttore della fotografia è risultato Rubén Impens per Le otto montagne, mentre il David di Donatello per il Miglior montaggio è andato a Francesca Calvelli per Esterno notte.
Il premio per il Miglior documentario se lo è aggiudicato Il cerchio di Sophie Chiarello: “Lo dedico ai bambini che possano trovare il loro cerchio che li accoglie”, ha detto la regista. Il bellissimo documentario, già premiato al Festival di Roma 2022, racconta la crescita di venti bambini dalla prima alla quinta elementare (tutti diversi per attitudine, storia e provenienza, eppure insieme formano un gruppo coeso): nell’aula della loro scuola, grazie alla pratica del “tempo del cerchio” (un momento in cui, seduti in cerchio per terra, bambini, maestra e regista con la telecamera parlano e si confrontano con una cadenza regolare lungo i cinque anni della scuola elementare) nasce uno spazio d’ascolto privilegiato in cui i bambini parlano del proprio universo, condividono pensieri, emozioni e si confrontano sulla visione del mondo che li circonda.
Il David come Miglior compositore è stato appannaggio di Stefano Bollani per il film Il pataffio di Francesco Lagi. “La mia prima candidatura, entro nella famiglia del cinema”, ha detto il virtuoso musicista capace di passare al pianoforte, in un autentico batter di ciglia, da un genere musicale all’altro.
A Il grande giorno di Massimo Venier, con Aldo, Giovanni e Giacomo, è andato invece il David dello spettatore.
Infine, miglior film internazionale The Fabelmans di Steven Spielberg.