La vita di Orlando (Rocco Papaleo), mite sessantenne accordatore di pianoforti, poco felice del suo presente, tanto da ricorrere alle canne per “anestetizzarsi”, tormentato da dolori alla schiena, cambia quando incontra Olga (la cantante Giorgia, al suo debutto nel cinema), un’affascinante fisioterapista amante del canto, che gli diagnostica una contrattura “emotiva” e gli chiede di portarle una sua foto da giovane, così che lei possa aiutarlo a risolvere i suoi problemi. Un incontro che gli cambierà la vita, non in senso amoroso, pur se vorrebbe, ma emotivo. L’insolita richiesta spinge infatti Orlando a mettersi in viaggio e rivivere, quasi come spettatore, gli eventi della sua vita che lo hanno reso l’uomo solitario e “contratto” che è oggi.
Stiamo parlando di Scordato, la nuova, malinconica commedia diretta ed interpretata da Rocco Papaleo, girata per lo più in Basilicata, tra Lauria e Maratea e che ha inaugurato sabato la sezione competitiva Italia Film Fest della 14° edizione del Bif&st-Bari International Film Festival.

Il film segna il ritorno di Papaleo dietro la macchina da presa dopo Una piccola impresa meridionale e Onda su Onda ma soprattutto dopo lo struggente, randagio, emozionante “piccolo film on the road” Basilicata Cost to Cost, che segnò il suo esordio registico e anche quello attoriale del cantante Max Gazzé. Qui a debuttare è la tanto amata 52enne cantautrice e produttrice musicale Giorgia (tra i tanti successi, Come saprei, Spirito libero, Parole dette male): ancora un po’ acerba ma per nulla intimorita dalla cinepresa, tanto da risultare, complessivamente, dotata di una luminosità e di un sorriso che la rendono molto più naturale di quanto si potesse pensare di primo acchito. Per giudicarla più approfonditamente aspettiamo un’altra prova, visto che in Scordato il personaggio di Giorgia è, dopotutto, volutamente “marginale” per non distogliere l’attenzione dello spettatore dal fulcro del film: il confronto di Orlando con i demoni del passato e rapporti familiari ancora dolorosamente sospesi.
Il film – come ha sottolineato Papaleo in un’affollata conferenza stampa – è un lavoro che, sempre fortemente ancorato alla Basilicata, vuole sottolineare la necessità nei legami familiari di perdonare e perdonarsi, superando ogni rancore e frustrazione. Insomma, un film intimista, con qualche caduta di ritmo dovuto ad un uso un po’ esagerato di flashback e dove l’ironia dei suoi precedenti lavori appare sì in modo meno rilevante, senza costituire però un deterrente alla sua fruibilità. E’ un film che unisce la dolcezza all’amarezza, senza mai mancare un profumo di autenticità.

Il film è sceneggiato da Papaleo insieme a Valter Lupo. Interpreti Giuseppe Ragone, Anna Ferraioli, Manola Rotunno Antonio Petrocelli. Brava Angela Curri nei panni della sorella di Orlando, studentessa comunista che finisce per abbracciare la lotta armata: è lei, con la sua scelta, a generare nell’accordatore “scordato” i tanti sensi di colpa e struggimenti.
La vera rivelazione è Simone Corbisiero, che interpreta Orlando da giovane mostrando grandi tempi comici risultando così esilarante e spumeggiante senza mai scadere nell’imitazione o trasformarsi in un “grillo parlante” che avrebbe solo appesantito il film. Orgogliosamente meridionale in un’area d’Italia dalla bellezza straripante ma spesso calpestata e riconosciuta quando Matera è stata nominata nel 2019 Capitale Europea della Cultura.