La musica è l’elemento comunicativo più potente (per la velocità) che il mondo abbia mai conosciuto; è il messaggio più puro, più semplice che identifica il senso di unità. Uno strumento che può essere messo a disposizione in un momento così difficile per la società mondiale, colpita dalla pandemia.
Il progetto DJSUNITEDNYC è nato proprio in questi mesi di allarme. Ciascuno ha reagito a suo modo, molti si sono chiesti come potevano attivarsi in un frangente così grave per cercare di essere utili in qualche modo. E’ ciò su cui si sono interrogati anche Sasha Barbot e Pietro Gramegna, partner del progetto.
Abbiamo intervistato Sasha che vive e lavora a New York dal 2012 ed é un talento italiano intrinsecamente multietnico e multiculturale, di madre italiana e padre creolo francese de La Martinica che è stato Sammy Barbot, volto noto dello spettacolo italiano, come cantante, ballerino e conduttore di popolari programmi TV. Il talento di Sasha lo ha distinto a livello internazionale, grazie anche alla collaborazione con Sananda Maitreya ovvero l’intramontabile Terence Trent D’Arby.

Come è nato il progetto DJSUNITEDNYC ?
“Nel giro di tre settimane abbiamo cercato Dj produttori tra i più talentuosi della scena newyorkese disposti a donare una canzone per creare un album che racchiudesse, inglobasse più colori musicali rimanendo in ambito house music. il valore aggiunto che rende ancora più straordinaria New York, caratterizzandola, è la presenza di persone che provengono da tutto il mondo che la arricchiscono di influenze musicali e culturali. Abbiamo scelto di essere in esclusiva su Bootcamp per i primi tre mesi perché ci sta dando la possibilità di raccogliere donazioni quotidiane che saranno destinate al 100% al New York Presbyterian hospital, un sostegno da parte nostra in aiuto a questo periodo difficile che stiamo attraversando. Dal 25 agosto siamo anche su tutte le altre piattaforme musicali”.
Quali altri musicisti ne fanno parte?
“Tra i dieci artisti/Dj, oltre me, che hanno abbracciato questa causa, c’è anche un Grammy Winners ed una star nell’ambito house music, rispettivamente: Hex Hector ed Oscar P. Tutti gli altri, selezionati tra tanti, sono astri nascenti ben noti al pubblico di New York e che si faranno strada presto in altri paesi. Vorrei citarli visto che senza di loro questo progetto non avrebbe avuto vita: Sabine Blaizine, Memos, Ameme, Leo+ The Munk Machine, Oktave, doux., Jordi Iven, Duddha, Okai Musik. Ognuno di loro ha portato un valore aggiunto che ha impreziosito questa raccolta, un progetto, come scrivevo prima, creato in un momento di smarrimento, di dolore che resterà nella memoria di tutti, ma che è nato come inno alla speranza, un inno alla vita. La grafica della copertina dell’album è stata creata dal talentoso Brian Steele – Slate design studio di San Francisco. Io ho inserito due canzoni di cui una ha un video realizzato dal maestro Gilbert Santana”.

Che messaggio hai voluto trasmettere con questa iniziativa?
“Il senso di unità, di cui c’è sempre stato bisogno nel mondo, ma più che mai ha senso in questo periodo inedito che stiamo vivendo”.
Che impatto ha avuto per la scena musicale della città il covid-19?
“Devastante! anche perché non abbiamo situazioni precedenti da cui prendere spunto riguardo alle reazioni mentali sul come affrontare la paura degli schemi, la routine. Il tempo come elemento ha preso un’altra forma, tutti hanno sperimentato durante i lockdown nel mondo settimane di isolamento totale o parziale, avendo più tempo per riflettere su vari aspetti della vita ed anche sull’importanza di riunirsi con altre persone, è un qualcosa che davamo per scontato pre-covid. Sono convinto che il mondo dell’enterteinment tornerà più forte che mai appena il vaccino sarà reperibile. Non si potrà mai sostituire l’emozione per l’artista/artisti ed il pubblico nel rituale di una performance live. Basta pensare alle migliaia di Streaming fatti in questo periodo: Guardandoli, avete vissuto la stessa emozione di una performance live? La risposta è ovviamente “No”.

A livello personale come hai reagito?
“Un aspetto positivo è stato ed è tutt’ora il tempo per concentrarsi sulla creazione, produzione musicale. Altre persone hanno finalmente trovato il tempo per dare sfogo ad un hobby per il quale “non avevano mai avuto tempo”, leggere libri, imparare una nuova lingua, tutto questo grazie alla pausa temporale; La sospensione del tempo che abbiamo vissuto sul pianeta terra. Un altro aspetto che mi ha colpito è stata la reazione della natura visto che i vari tipi di inquinamento ed invasioni sono diminuiti in tutto il mondo per alcuni mesi. Quella sensazione di essere un tutt’uno, un unico respiro mentre si assiste ad un concerto o performace live in generale che allinea tutti sulla stessa frequenza facendo vivere la stessa esperienza alle persone nel corso dello show, se pur diverse tra loro per fattori culturali o demografici, in quelle ore di performance live tutti sono uguali, vivono le stesse emozioni e questa è una magia tangibile che tutti conosciamo, sentiamo e di cui abbiamo bisogno come valvola di sfogo. Il periodo Covid ce lo ha fatto capire molto bene questo concetto”.
Resterai a New York? Che progetti ti aspettano?
“Al momento non ho pensato neanche per un minuto di lasciare la città. Resterò, continuando a lavorare su progetti musicali ed in questo periodo sto sfornando varie idee visto che ho più tempo a disposizione, prima dell’ inizio della pandemia ero molto preso da djsets nei club ed eventi privati. Sono convinto che si ritornerà ad assistere ad esibizioni live di varia natura artistica, questo ve lo garantisco. Intravedo un ancor più assidua attività di produzione musicale per quanto riguarda il mio futuro e certamente dj sets accompagnati da alcune mie canzoni che canterò live come ho spesso fatto in passato. Il 9 Settembre 2001, circa 20 anni fa, New York si rialzò dalla tragedia e seguirono anni splendidi. Oggi nel 2020, si rialzerà ancora e tornerà a brillare!”.