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June 7, 2019
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“Fiore Gemello” di Laura Luchetti, a Open Roads la storia di un amore in fuga

Girato nella bellissima Sardegna, il film è al Lincoln Center all'interno della rassegna di cinema italiano Open Roads

Floriana FrigentibyFloriana Frigenti
Time: 3 mins read

Si chiama Fiore Gemello, come i delicatissimi fiori a due teste che crescono nelle foreste, l’ultimo film di Laura Luchetti, un’opera d’arte lunga 95 minuti.

Presentato dal festival Open Roads al Lincoln Center e in programma proprio oggi, Fiore Gemello è un film imperdibile per tre motivi: per la storia d’amore tra due adolescenti diventati grandi velocemente che è appassionante ma delicata, per la fotografia della Sardegna e per i dettagli ‘naturalisti’ degni di una regista che è una vera esteta.

La storia, che si apre con la protagonista Anna in fuga, si sviluppa intorno a due ragazzi che scappano dai propri carnefici. Anna e Basim sono giovani ma hanno negli occhi un vissuto doloroso (di violenza e di immigrazione, come si capirà alla fine del film).

L’idea del film nasce da “un racconto che mi è stato fatto tanti anni fa da una ragazza giovanissima che era scappata dall’Italia meridionale e da una famiglia violenta e aveva fatto un viaggio lunghissimo da sola. Mi sono sempre chiesta che coraggio ci vuole a scappare e a farlo soprattutto quando ti devi continuamente nascondere. Quando ho letto del fenomeno degli “immigrati fantasmi”, migliaia di migranti giovani che spariscono appena arrivano, mi è tornata in mente la storia di questa ragazzina e ho pensato di creare una narrazione che mettesse insieme queste due storie.”

Luchetti si definisce una ‘naturalista’ e a ragione, i frame del film che si avvicinano alla natura sono una versione romantica di un documentario da NatGeo: la scena con i tre fenicotteri rosa che volano nel cielo sardo, ne è un esempio.

I luoghi del film sono così vari che si fa fatica a credere che sia tutto stato girato in un’unica regione, ma è proprio così, “La Sardegna è una terra piena di paesaggi diversi e interessanti, è un parco giochi per un regista. Tu metti la macchina lì e hai le montagne, il canyon, la costa Smeralda”.

Insieme al direttore della fotografia, Ferran Pardes e alle svariate location scelte, siamo spettatori di due narrazioni parallele ed emozionanti. Da un lato ci sono i territori della desolazione, la casa abbandonata dove i due giovani si metteranno a vivere, la centrale vecchia dell’Enel e la torre della salina ripresa di notte, dall’altro le scene che fanno uno zoom-in sulle formiche, sui fasci di luce, su una piantina che nasce in un angolo o su una libellula.

“Il mondo silenzioso che abbiamo ripreso non è un capriccio di stile ma serve a dare dignità alle cose mute che brulicano sotto ai nostri piedi e noi non vediamo. Ai senza voce come i miei personaggi, come Anna e Basim.”

Il bello di quei luoghi è che esistono davvero e sono abbandonati anche nella realtà, Luchetti ci confessa che la casa abbandonata non è una finzione scenografica ma una abitazione in disuso dove una volta aveva vissuto il guardiano della salina.

Laura Luchetti con gli altri registi italiani di Open Roads, al dibattito tenuto venerdì alla Casa Italiana della New York University (Foto VNY)

L’unico posto ancora ‘funzionante’ è proprio la salina che è tuttora operativa e dove è stato possibile girare negli orari di chiusura. La salina è uno dei posti preferiti da Luchetti e se ne capisce la ragione quando la fotografia si allunga sulle distese di sale e ci sembra di entrare in un paesaggio silenzioso, di “neve” e di solitudine.

I protagonisti di Fiore Gemello, Anastasiya Bogach e Kallil Kone, sono attori alla loro prima volta e sono stati reclutati tramite ‘street casting’. Luchetti racconta: “Abbiamo cercato attori ovunque, nelle spiagge nelle scuole, nelle palestre, sia a Roma che a Cagliari. Kallil lo abbiamo trovato in uno dei centri di accoglienza per gli immigrati dopo aver ascoltato i racconti di almeno altri 150 richiedenti asilo. Storie che non voglio neanche ripetere, ragazzi che per scappare si sono fatti l’Africa a piedi. Anastasiya stessa, italianissima ha una storia di immigrazione alle spalle visto che e’ arrivata dall’Ucraina quando aveva quattro anni”.

Lo gireresti un film a New York anche se di ‘naturalismo’ ce n’è poco? le abbiamo chiesto. E Laura Luchetti ci ha risposto: “Sono sicura che ci sia del naturalismo anche a New York, solo più nascosto. Io amo molto questi piccoli giardini in mezzo ai palazzi e i microcosmi che ci girano intorno, forse girerei li”

Il film di Laura Lucchetti è in programmazione oggi 7 giugno al Lincoln Center alle 6 pm. I biglietti si comprano qui.

 

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Floriana Frigenti

Floriana Frigenti

Sono nata in un piccolo paese del salernitano senza biblioteche né librerie, ma sono cresciuta comunque con la testa tra i libri e il sogno di vivere in una grande città. L’approdo a New York è arrivato dopo una lunga circumnavigazione: gli studi in management internazionale a Milano, una carriera nel marketing digitale prima a Berlino e poi a Londra, innumerevoli viaggi per provare, vedere e sentire tutte le emozioni. Sono una scrittrice appassionata di tutto ciò che è bello e ne tengo un resoconto qui https://www.instagram.com/spaghettisubway/

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