Vietato scendere. Stavolta non dal palco dell’Ariston mentre Paddy, la vecchia che balla, lascia tutti con il fiato sospeso tra capriole e giri della morte sulle note di “Una vita in vacanza”, ma dalle metro delle principali città italiane. Un insolito mini tour di ventiquattro ore a spasso tra i vagoni dei treni metropolitani per presentare “DJ di m****”: questa la scommessa (vinta) di Lodo Guenzi & co che sfilano la maschera al nuovo singolo.
Si sa, l’attesa aumenta il desiderio e così quello strano logo comparso in queste ultime settimane sugli account social della band bolognese si trasforma, stazione dopo stazione, in un fiume di gente che ritarda persino di un’ora la chiusura della metro di Catania per permettere la festa tra fan in delirio. Nel mondo de Lo Stato Sociale non c’è bisogno di inventare i Mark Caltagirone per creare l’hype, ma solo di un’idea apparentemente senza senso, che fa della condivisione, social e reale oltre che dell’imprevedibilità i suoi elementi vincenti. Spariscono gli instore tour, almeno per il momento, che lasciano spazio alla promozione face to face tra i vagoni metro di Genova, Torino, Milano, Brescia, Roma, Napoli, lo stupore della gente e le stories di Instagram. L’ennesima ragazzata di una band che ha fatto della provocatio -onis il proprio marchio distintivo. A partire dal titolo, saggiamente censurato e inusuale per una hit estiva che punta a “rompere le scatole a chi chi fa tormentoni estivi e alle hit che dicono tutto e niente”.
Una sorta di reggae misto all’elettronica che parla di una storia d’amore in modalità summer on, di quelle fugaci che capitano solo d’estate “che tra il sedotto e l’abbandonato, giocano con il paradosso, e con immagini che sembrano giganti ma dove tutto è effimero. Un incontro destinato a durare fino a quando il DJ metterà i dischi. In sostanza è il racconto di quello che non sarà”. E per l’occasione i regaz chiamano in ballo due voci femminili diversissime e lontanissime dal loro microcosmo musicale, formando il featuring più improbabile degli ultimi anni: Arisa, con il suo metronomo naturale e Myss Keta, la cantante senza volto che fa della provocazione e della sensualità la sua naturale cifra stilistica. Verrebbe da pensare ad un mega pasticcio in cui la produzione artistica è firmata ancora una volta da Fabio Gargiulo, con il quale la band bolognese ha festeggiato il doppio disco di platino di “Una vita in vacanza”, ma il risultato finale somiglia più ad una ciambella perfettamente riuscita. Poco importa se non piacerà a chi ormai li ha relegati fuori dall’indie o a chi magari si offenderà per aver creato hit ad hoc per la bella stagione. “DJ di m****” si candida ad essere il pezzo forte di quest’estate. Almeno a giudicare dall’applausometro andato in tilt per la seconda puntata dei Seat Music Awards, dove Lodo & co si sono presentati in versione extralarge insieme a Myss Keta per finire completamente in mutande e in giubbotto salvagente davanti ai tantissimi dell’Arena di Verona.
Un’immagine che ci proietta sulle spiagge italiane con tanto di smartphone incorporato pronti ad immortalare tramonti al mare, quel mare che da tanto è luogo di speranza e di paura. E al di là degli amori estivi che durano quel che durano, quei giubbotti rossi nascosti da strati e strati di vestiti sono un segno inequivocabile di vicinanza a chi, nonostante tutto, continua a salvare vite nel Mediterraneo, a chi crede che il mondo sarebbe ancora più bello se spogliarsi significhi in qualche modo restare umani, come ricorda Lodo sul suo account Instagram. Una trovata “cazzona” in perfetto stile Stato Sociale che sa di nobiltà in mezzo a un mare di “cazzoni” che faticano a vedere cosa ci sia sotto a strati e strati di superficialità. Bentornati.