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August 6, 2016
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Insegnare l’italiano con Twitter in 140 battute

Twitto dunque imparo l'italiano socializzando

Enza AntenosbyEnza Antenos

Twitter parla italiano 2009 (twitter.com)

Time: 6 mins read

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Twitter, il social network di 140 battute, potrà diventare anche un network educativo, cioè un luogo per l’insegnamento e l’apprendimento della lingua e cultura italiana attraverso la creazione di una comunità in cui degli studenti possono seguire esperti di madrelingua e tendenze culturali, possono condividere per iscritto immagini e video, conoscenze e informazioni e anche conversare con altri membri della community. Twitter come strumento didattico è utile perché da questi messaggi brevi, concisi e immediatamente comprensibili, gli studenti leggono input autentico in italiano, producono output scritto postando i tweet  e rispondono e interagiscono con la community, realizzando la negoziazione del significato: tutti passi significativi e necessari per l’acquisizione della lingua italiana.

Diversi studi sul valore di Twitter nell’ambito dell’istruzione rivelano che ha un effetto positivo sulla dinamica del gruppo in aula e gli studenti stessi commentano che questo strumento arricchisce la fase di discussioni in classe e sviluppa la loro conoscenza culturale e l’apprendimento del nuovo lessico. In più, postare questi messaggini con frequenza rafforza la loro abilità di scrittura perché con solo 140 battute, si diminuisce l’ansia e si aumenta la motivazione per scrivere in italiano.

Le basi di Twitter

italiantwitter
Qualche statistica su Twitter

Twitter è il sito di microblogging più conosciuto al mondo, un social che ha circa 310 milioni di utenti mensili attivi che postano oltre 7.000 tweet al secondo e che sostiene 33 lingue e sistemi di scrittura (vedi il video alla fine dell’articolo). Twitter è nato nel 2006 e in 10 anni ha cambiato la vita nel bene e nel male e spesso e volentieri le prime notizie arrivano su Twitter, la patria del giornalismo (pensa a tutte le news per primo riportate su Twitter), disponibili anche da chi non usa Twitter. Siccome tanti account sono pubblici e non si ha bisogno di un account per visionarli: il contenuto di questi utenti è messo a disposizione di tutti, ricercabile su internet e aperto a tutti, anche quelli che non appartengono alla community.

Allora perché creare un account su Twitter? Perché non vuoi essere solo un lurker, quello che osserva ma non partecipa attivamente. Per diventare utente, crea un profilo che ha un nome utente che rappresenta chi vuoi essere sul social. Quando altri utenti vogliono avviare uno scambio oppure iniziare una conversazione pubblica, usano la chiocciolina “@” con il tuo nome utente. Poiché quotidianamente ci sono circa 5 milioni di tweet lo #hashtag è indispensabile per organizzare il contenuto e per poter avere un dialogo costruttivo con altri utenti. Il tweet ha una breve durata (solo 18 minuti) allora per averne una più lunga e per poter cercare dei tweet che appartengono ad una tendenza o una conversazione bisogna usare lo #hashtag. Twitter anche prevede messaggi privati (i DM) e come gli altri social possiamo mettere “mi piace” ai tweet oppure possiamo condividerli (RT) con o senza commento. E poi c’è il following. Non dimenticare mai di seguire altri utenti. Il valore di Twitter si perde se non c’è una community di followers (seguaci) e following (quelli che tu segui). La cronologia principale, la quale è liscia e funzionale, è dove questo flusso di Tweet e il loro contenuto appaiono per il tuo consumo.

Twitter nel curriculum: Iniziamo

Elabora nel programma di studio le aspettative sulle attività Twitter e come saranno attribuite dei punteggi a queste attività. Partecipare su Twitter non dovrebbe essere facoltativo. Nei miei corsi, richiedo che gli studenti twittino tre volte alla settimana e conversino con un altro utente una volta, tutto sommato 4 tweet ogni settimana per 15 settimane (cioè 60 tweet al semestre). I tweet vengono fatti i giorni in cui non abbiamo lezione (per incoraggiare gli studenti ad esprimersi in italiano fuori dalla classe). I tweet vengono segnati ogni settimana come compito completo o incompleto senza valutazione numerica e i 60 tweet rappresentano il 5% del voto finale. Se i tweet superano le aspettative li conto come dei punti aggiuntivi. Sin dall’inizio del corso, uso uno #hashtag particolare per il corso: #ital101 perché è davvero generico e possibilmente viene usato da altri corsi. Lo personalizzo tipo #ital1MSU.

Organizza una lezione nel laboratorio linguistico durante la seconda settimana di lezioni. Gli allievi possono usare il proprio account su Twitter ma di solito io li spingo a creare un account italiano di modo che possono creare un’identità esclusivamente italiana. Fagli condividere il loro nome utente in un tweet in cui menzionano te (proietta la tua cronologia di notifiche alla classe). Puoi iniziare a seguirli subito e anche creare una lista con tutti i loro account e da questa lista puoi facilmente avere accesso immediato a tutti gli utenti del corso. In più, tutti possono iscriversi a questa lista per sapere chi sono i loro compagni di classe su Twitter.

Forse questa sarà la prima volta che twittano in italiano, allora bisogna dar loro l’imbeccata insieme allo #hashtag del corso. Al livello elementare, possono condividere tre cose per autopresentarsi su Twitter basato sulle attività della prima settimana di lezione: “Mi chiamo Brittany, ho 19 anni e sono di Hohokus #ital1MSU”. Magari è troppo semplice? Fagli chiedere qualcosa a qualcuno (a te docente o a un compagno di classe scegliendo tra i nomi che appaiono sulla cronologia proiettata) e spingili di avviare uno scambio con gli altri e sfruttare questo aspetto sociale dei social. “Mi chiamo Brittany, ho 19 anni e sono di Hohokus. Dove abiti @pincopallino? #ital1MSU”. Insomma Pinco è espansivo, socievole, forse un po’ curioso e fa un’altra domanda a Brittany. E poi lei gli risponde e così via… La bellezza di Twitter è proprio questo scambio organico e naturale tra utenti se si impegnano.

Pensi di usare Twitter con studenti più preparati? Un attività per rompere il ghiaccio può essere un turno di speed dating con vari studenti, con domande sul presente, passato e futuro (naturalmente prendono spunto da ciò che già sanno al livello linguistico e lessicale). Facendo una serie di domande alla stessa persona è divertente e può sviluppare una conversazione simile ad una di persona. Qualche esempio di domande è: “Qual è il tuo film preferito @pincopallino e perché? #ital4MSU” (chiedigli di passare anche il link al trailer)  o  “Da bambino, com’eri @pincopallino? #ital4MSU” (chiedigli di condividere anche una foto) o “Se potessi essere un personaggio famoso chi saresti @pincopallino? #ital4MSU”. Poter rispondere in 140 battute o meno non dovrebbe intimidire e loro imparano a scrivere risposte concise.

Per praticare le abilità orali, gli studenti possono creare video su Twitter fino a 30 secondi (il limite di durata di filmati permessi sulla cronologia). Dagli una situazione precisa e autentica (per esempio, cerco casa. Fai finta di essere un agente immobiliare e presentami la tua casa sul tuo sito Twitter) oppure chiedendogli di condividere che c’è di nuovo durante la loro giornata (dove condividono cosa stanno facendo, dove, perché e con chi in 30 secondi). Trenta secondi non bastano? Di recente Twitter ha acquisito Vine (il sesto social in classifica del Pew Research Center Teen Survey) e adesso i video e filmati su Vine possono essere fino ai 140 secondi e si possono elaborare questi compiti orali. Quando si postano su Twitter, ci sarà un anteprima di 30 secondi nella cronologia e poi un link per vedere il video completo su Vine.

Evviva la Twitteratura ossia twittare sulla letteratura italiana. Gli studenti twittano nel nome di un personaggio di un romanzo (usando alcuni #hashtag, uno per il personaggio l’altro per il romanzo) in modo creativo e ludico. Possono twittare per parafrasare, interpretare, esaminare scene o dialoghi chiave, confrontandoli alla cultura italiana attuale o le proprie esperienze. Estratti troppo brevi, certo, ma da’ loro gli strumenti necessari per leggere bene e scrivere meglio, rappresentando le loro idee e facendo battute su Twitter con i compagni di classe che poi arricchiscono le discussioni in classe e prevedono una lettura più profonda del testo.

Su Twitter gli studenti possono curare il canale social e creare liste sulla lingua e cultura italiana, affidando una pianificazione delle notizie, della musica, dei musei, delle figure letterarie, politiche e professionali, come pure liste di personaggi famosi di cultura popolare. Indagano non solo chi ha un account su Twitter, ma come lo usa, con quale frequenza, per condividere che cosa, e il livello di interazione con il following (osservando le notifiche), ecc.. Possono aggiornarsi sulle tendenze in lingua italiana su questi e altri aspetti culturali. Queste liste se sono pubbliche prevedono una reazione da altri utenti interessati alla cultura italiana quando si iscrivono alle liste. Inoltre, le liste possono essere utili per altri compiti e verifiche del corso, integrando a 360 gradi l’uso di Twitter e rafforzando i legami tra i social e l’apprendimento linguistico e culturale.

I madrelingua

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Gemellaggio digitale con studenti a Montclair e Trieste

La community cresce e ha anche italiani madrelingua di una classe (studenti di un docente che insegna in Italia) o singoli utenti Twitter. Sin dall’inizio, ho conosciuto utenti italiani su Twitter e man mano che ci conoscevamo ho chiesto a una decina di loro se fossero disposti a partecipare alla community con i miei studenti di livello intermedio. Non era obbligatorio che gli allievi conversassero con loro ma per chi si sentiva pronto o ne aveva voglia, la community era pronta anche per questa sfida. Alcuni studenti hanno conversato con i madrelingua e spesso, anche questi scambi creativi, autentici che si autoalimentavano. Parlavano del tempo e del fuso orario, della famiglia, delle tradizioni e costumi, delle feste e, senza dubbio, di New York. Nell’anno successivo, i miei studenti di corsi avanzati twittavano con una classe liceale del quinto anno nell’Italia settentrionale in un progetto di gemellaggio digitale dove ogni settimana avevano un compito Twitter da consegnare su attualità italiana e americana di quel periodo. Si discuteva su Twitter confrontando interpretazioni e opinioni in modo sintetico ma anche riflessivo e divertente.

Qui si tratta di un elenco non esaustivo delle possibili attività e modi per integrare Twitter in un programma di studio di italiano come lingua seconda. Attenzione però che Twitter può creare dipendenza! Una ex-studentessa è diventata Twitter dipendente e ha postato 324 tweet in italiano durante il semestre, superando i 60 tweet richiesi dal 400%. Ha seguito il mio corso solo per completare i requisiti della laurea ma ha continuato a twittare in italiano per quattro anni ancora dopo averlo completato. Un bellissimo esempio di uno strumento didattico che dura per sempre!


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Enza Antenos

Enza Antenos

Infanzia e studi in Canada (dottorato all’uni di Toronto), radici e anima in Italia, residenza in America. Linguista e poliglotta, insegno Italiano alla Montclair State con metodi che vanno oltre l’aula. Docente geek (la prima a introdurre Twitter nei corsi di italiano), sperimento continuamente smartphone, tablet, i social e le potenzialità di Internet per il miglioramento dell’apprendimento e della didattica. Creativa, eclettica e pragmatica in ogni aspetto della vita, amo passeggiare a piedi nudi sulle rive, dall’Atlantico all’Adriatico, per poi correre nella Tri-State con tacchi a spillo. Raised and educated in Canada (PhD @UofT), now a U.S. resident, yet my roots and soul are in Italy. Linguist and polyglot, I teach Italian at Montclair State using tools that expand learning beyond the classroom. I’m a geek at heart (the first to introduce Twitter to teaching foreign languages), and continuously experiment with smartphones, tablets, social networks and the potential of the Internet to improve teaching and learning. Creative, eclectic, pragmatic in all aspects of life, I enjoy walking barefoot along the shore from the Adriatic to the Atlantic and then running in heels through the Tri-State.

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