Founded by Stefano Vaccara

Subscribe for only $6/Year
  • Login

Editor in Chief: Giampaolo Pioli

VNY La Voce di New York

The First Italian English Digital Daily in the US

English Editor: Grace Russo Bullaro

  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • Video
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • Video
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY La Voce di New York
No Result
View All Result
in
Primo Piano
August 18, 2015
in
Primo Piano
August 18, 2015
0

La sollevazione di Watts: mezzo secolo dopo l’America brucia ancora

Toni De SantolibyToni De Santoli
Time: 5 mins read

Accadde cinquant’anni fa, di questi giorni. Più che una sommossa, fu una rivolta, una sollevazione popolare che costò la vita a oltre trenta persone, provocò il ferimento di altre1.086, causò devastazioni di enorme portata, surriscaldò ancora di più la scena politica e sociale americana già arroventata dall’intervento statunitense nel Vietnam.

Furono i fatti di Watts, sobborgo di Los Angeles, dove, dall’11 agosto fino all’alba del 16 agosto del 1965, bianchi e neri ingaggiarono una lotta feroce. Si registrarono scontri di massa, si scatenarono spedizioni punitive; spedizioni punitive condotte da neri, lanciate da bianchi. Ci volle l’intervento della Guardia Nazionale con quasi diecimila uomini per sedare le violenze che la polizia di Los Angeles non aveva saputo spegnere e, là dove era intervenuta, s’era mossa con autentico spirito anti-afroamericano, un altro scandalo, l’ennesimo scandalo in un Paese che non riusciva a trovare la giusta armonia razziale.

Cominciò, appunto, l’11 agosto, con l’arresto di un nero, Marquette Frye, trovato dall’agente di polizia Lee Minikus in stato di ubriachezza alla guida di un’automobile. I parenti di Frye chiesero la riconsegna dell’auto, la polizia rispose picche e, verosimilmente, fu questo a far esplodere i disordini di Watts: la notizia fece in un battibaleno il giro del mondo; se ne parlò a lungo anche sulle spiagge della Versilia, nei borghi del Casentino, a Cortina, in tv, nei due soli canali Rai allora esistenti, ma capaci di fornire, come i giornali, come la radio, un’informazione ampia, articolata.

Per paradossale che possa sembrare, la rivolta di Watts sorprese parecchi americani; non sorprese però parecchi italiani, all’epoca abituati a interpretare nella dovuta maniera fatti, notizie; a vedere ben più in là del proprio naso. Era fatale che prima o poi dalla pentolona in ebollizione il coperchio dovesse saltare. Soltanto otto anni prima, a Little Rock, il governatore democratico dell’Arkansas Orval Faubus aveva impedito a nove ragazzi neri l’accesso alla scuola pubblica; il Presidente Eisenhower, che nel 1954 aveva messo fuori legge la segregazione razziale nelle scuole e nelle Forze Armate, ordinò alla Guardia Nazionale di scortare ogni giorno a scuola i nove ragazzi neri.Watts

Ventidue anni prima, a Harlem e a Detroit, altri scontri razziali, anch’essi feroci, oltre trenta i morti fra bianchi e neri. Commenti salaci di un nero riguardo a una ragazza bianca a Detroit avrebbero causato i gravi disordini e provocato le sommosse nere a Harlem. Di mezzo doveva esserci anche la questione bellica, visto che all’epoca dei fatti, il giugno del 1943, la vittoria degli Alleati non appariva poi tanto scontata, sebbene americani e inglesi a italiani e tedeschi avessero da poche settimane strappato il Nordafrica, sebbene nel Pacifico l’iniziativa si trovasse ora nelle mani del Generale MacArthur.  La verità si trovava davanti agli occhi di tutti: ‘fusti’ bianchi nel 1943 affollavano ancora le piscine pubbliche di New York, Chicago, Detroit; le spiagge della California, delle Caroline, della Virginia, della Florida. Come Coney Island.

Ma in guerra veniva mandato ogni afroamericano “idoneo” al servizio militare; un po’ come era già successo all’epoca della Grande Guerra. E come nell’estate del 1965 accadeva nel Vietnam, con l’inizio della escalation voluta sia dal Generale Westmoreland, sia dal leader nordvietnamita Ho Chi Minh e dal Generale nordvietnamita Giap, l’uomo che nel 1954 aveva sconfitto i francesi a Dien Bien Phu.

Era uno scandalo. Uno scandalo enorme, che nemmeno il celebre giornalista Walter Lippman (1889-1974) seppe afferrare e capire come aveva invece capito la fallimentare politica americana in Vietnam. L’America delle grandi libertà, libertà negava ai neri… Andava bene finchè Louis “Satchmo” Armstrong, Nat King Cole, Ella Fitzgerald, Billie Holiday, The Platters, The Isley Brothers, The Four Tops suonavano e cantavano per la delizia delle masse e anche dei bianchi ricchi; andava bene finchè sul ring furoreggiavano Joe Louis, Archie Moore, Floyd Patterson, Cassius Clay poi Mohammed Alì, ma che i neri non alzassero troppo la testa, non mettessero il capo fuori del sacco, non intrattenessero “strane” e “illecite” idee… Altrimenti, arrivava la mazzata, quella non solo intimidatoria, proterva; ma “anche” assassina coi linciaggi di neri che negli anni Sessanta ripresero in numero assai allarmante.

Il vizio era di fondo. Nasceva con la nascita stessa degli Stati Uniti d’America: i Padri Fondatori nella stesura della Costituzione decretarono che ogni uomo nasce libero, ma non nascevano “liberi” i neri, no, loro nascevano schiavi. Venivano al mondo già sottomessi, trovavano subito un padrone, in vari casi premuroso, perfino generoso, ma pur sempre un padrone con diritto di vita e di morte sui propri schiavi, sulle proprie schiave nere.

Questo mentre in Gran Bretagna il deputato William Wilberforce (1759-1833) si batteva come un leone per l’abolizione del commercio di schiavi africani e non solo africani, abolizione riconosciuta, sancita dalla Corona già nel 1807.

Ma gli schiavisti americani reagivano così, reagivano da bigotti: sbandieravano la Bibbia ed esclamavano, con volgare, scellerata, delizia, che “la Bibbia permette il possesso di schiavi, la Bibbia giustifica la schiavitù”. La Bibbia può dire quel che le pare (noi non le crediamo), ma il possesso di un essere umano da parte di un altro essere umano, crimine efferato è.

Watts, mezzo secolo fa. In America è l’epoca dei Beach Boys, degli Isley Brothers, delle Supremes, di Martha and the Vandellas, di Dionne Warwick, Joe Tex, Otis Redding, Wilson Pickett, Jimi Hendrix; dell’astro nascente chiamato Sidney Poitier, bello, distinto, affabile: l’anno dopo uscirà l’ormai leggendario “Indovina chi viene a cena stasera”, co-protagonisti Katharine Hepburn e Spencer Tracy.

Ci si illude che debba esser sempre così: i neri vanno bene, anzi, benissimo, come intrattenitori… Sia nella musica che nello sport. Cento anni dopo la fine della Guerra Civile fra Unione e Confederazione degli Stati del Sud, è ancora così: che i “niggers” non avanzino pretese.

Oggi, coi fatti di Ferguson e di altre località americane, sembra d’essere punto e a capo. S’è avuta una grossa tregua fra gli anni Ottanta e gli anni Novanta, il 4 novembre 2008 un nero, Barack Obama, è stato eletto Presidente degli Stati Uniti d’America. Ma ora il problema ritorna, riappare: sembra quasi una condanna, una persecuzione ai danni dei neri. Un nero non si ferma a un posto di blocco? Spesso la violazione è roba di poco conto, eppure c’è sempre il poliziotto, bianco, che apre il fuoco e che non sbaglia quasi mai la mira.

A quando un’altra Watts?

 

 

Share on FacebookShare on Twitter
Toni De Santoli

Toni De Santoli

DELLO STESSO AUTORE

Attentati Parigi: l’antica liaison tra Francia e mondo arabo

byToni De Santoli

L’Italia che si adegua all'”inevitabil

byToni De Santoli

A PROPOSITO DI...

Tags: FergusonRazzismoschiavischiavismoWatts
Previous Post

Fondi europei per l’agricoltura siciliana, Corrao (M5S): “A chi sono andati questi soldi?”

Next Post

All’Expo va in scena il teatro italiano tradotto in New Jersey

DELLO STESSO AUTORE

L’ultimo, triste Sacco di Roma

byToni De Santoli

Il Rugby mondiale ancora una volta è All Blacks!

byToni De Santoli

Latest News

CANNES 2025: il festival vieta il ‘naked dressing’e scuote la moda

CANNES 2025: il festival vieta il ‘naked dressing’e scuote la moda

byFilomena Troiano
Eric Adams Hypes Cryptocurrencies Ahead of Gracie Mansion Summit Next Week

Eric Adams Hypes Cryptocurrencies Ahead of Gracie Mansion Summit Next Week

byDavid Mazzucchi

New York

Sean Combs / Ansa

Al via il processo contro Diddy Combs, la difesa: “Sono solo violenze domestiche”

byFederica Farina
Gen Z is “Trashing” the Big Apple, According to New Study

Gen Z is “Trashing” the Big Apple, According to New Study

byMaria Nelli

Italiany

Il Prosecco italiano conquista i cuori delle donne USA

Il Prosecco italiano conquista i cuori delle donne USA

byAndrea Zaghi
Da sinistra: Elvira Raviele (Ministero delle Imprese e del Made in Italy), Fabrizio Di Michele (Console Generale d’Italia a New York), Maurizio Marinella, Luigi Liberti (Direttore Patrimonio Italiano TV), Mariangela Zappia (Ambasciatrice italiana a Washington), e Diego Puricelli Guerra (Preside Istituto Bernini De Sanctis di Napoli)

Marinella a New York: l’eleganza del Made in Italy all’Istituto Italiano di Cultura

byMonica Straniero
Next Post

Roma: eliminate Autonomia ed economia, tocca alla Scuola e all’Università della Sicilia

La Voce di New York

Editor in Chief:  Giampaolo Pioli   |   English Editor: Grace Russo Bullaro   |   Founded by Stefano Vaccara

Editor in Chief:  Giampaolo Pioli
—
English Editor: Grace Russo Bullaro
—
Founded by Stefano Vaccara

  • New York
    • Eventi a New York
  • Onu
  • News
    • Primo Piano
    • Politica
    • Voto Estero
    • Economia
    • First Amendment
  • People
    • Nuovo Mondo
  • Arts
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
    • Lingua Italiana
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
  • Travel
    • Italia
  • Mediterraneo
  • English
  • Search/Archive
  • About us
    • Editorial Staff
    • President
    • Administration
    • Advertising

VNY Media La Voce di New York © 2016 / 2025 — La testata fruisce dei contributi diretti editoria d.lgs. 70/2017
Main Office: 230 Park Avenue, 21floor, New York, NY 10169 | Editorial Office/Redazione: UN Secretariat Building, International Press Corps S-301, New York, NY 10017 | 112 East 71, Street Suite 1A, New York, NY 10021

VNY Media La Voce di New York © 2016 / 2025
La testata fruisce dei contributi diretti editoria d.lgs. 70/2017

Main Office: 230 Park Avenue, 21floor, New York, NY 10169 | Editorial Office/Redazione: UN Secretariat Building, International Press Corps S-301, New York, NY 10017 | 112 East 71, Street Suite 1A, New York, NY 10021

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password?

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In
La Voce di New York
Gestisci Consenso
Per fornire le migliori esperienze, utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Il consenso a queste tecnologie ci permetterà di elaborare dati come il comportamento di navigazione o ID unici su questo sito. Non acconsentire o ritirare il consenso può influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni.
Funzionale Always active
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici. L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.
Manage options Manage services Manage {vendor_count} vendors Read more about these purposes
Visualizza preferenze
{title} {title} {title}
La Voce di New York
Gestisci Consenso
Per fornire le migliori esperienze, utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Il consenso a queste tecnologie ci permetterà di elaborare dati come il comportamento di navigazione o ID unici su questo sito. Non acconsentire o ritirare il consenso può influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni.
Funzionale Always active
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici. L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.
Manage options Manage services Manage {vendor_count} vendors Read more about these purposes
Visualizza preferenze
{title} {title} {title}
No Result
View All Result
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
    • Primo Piano
    • Politica
    • Economia
    • First Amendment
  • Arts
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
    • Cucina Italiana
  • Travel
    • Italia
  • Video
  • English
    • Arts
    • Business
    • Entertainment
    • Food & Wine
    • Letters
    • Lifestyles
    • Mediterranean
    • New York
    • News
  • Subscribe for only $6/Year

© 2016/2022 VNY Media La Voce di New York

Are you sure want to unlock this post?
Unlock left : 0
Are you sure want to cancel subscription?