Founded by Stefano Vaccara

Subscribe for only $6/Year
  • Login

Editor in Chief: Giampaolo Pioli

VNY La Voce di New York

The First Italian English Digital Daily in the US

English Editor: Grace Russo Bullaro

  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • Video
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • Video
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY La Voce di New York
No Result
View All Result
in
Primo Piano
April 10, 2015
in
Primo Piano
April 10, 2015
0

Gli eccidi al Palazzo di Giustizia di Milano: cronaca di una manipolazione

Fabio CammalleribyFabio Cammalleri
Time: 5 mins read

Tre persone uccise, due ferite, un omicida. E un Palazzo. Uno dei feriti è in prognosi riservata; l’altro, fortunatamente, non è in pericolo di vita. Evidenti sono dinamica e movente: un delirio persecutorio si è impossessato di Claudio Giardiello e ne ha sostenuto la mano.

Il giovane avvocato, Lorenzo Claris Appiani, 37 anni, era suo ex avvocato; il coimputato, Giorgio Erba, 60 anni, era tale nella rovina fallimentare; e il magistrato, Ferdinando Ciampi, 71 anni, aveva dichiarato il fallimento della sua società. Uno dei feriti, Stefano Verna, 50 anni, era il suo commercialista, e l’altro, Davide Limongelli, 40 anni, era suo socio ed anche nipote. Il commercialista, l’avvocato e il magistrato erano testimoni a carico nel processo per bancarotta fraudolenta in corso di svolgimento.

Dovrebbe essere tutto qui: e, perciò, uno si aspetta dolore dei familiari e degli amici, sgomento nella pubblica opinione; al più, qualche domanda sulle condizioni di accesso ai luoghi pubblici e sui controlli previsti; qualche altro interrogativo, forse, sulla detenzione e sul porto d’arma da fuoco, sulle loro condizioni di rilascio amministrativo; volendo esagerare, qualcun altro avrebbe potuto azzardare meditazioni sulle verità scientifiche in ambito psichiatrico, sul fanatismo antimanicomiale che lascia sulle famiglie dei malati un problema spesso irrisolvibile e che li sovrasta (quando non uccide pure loro). Ma, insomma, l’eccidio del Palazzo di Giustizia di Milano non pareva ragionevolmente prestarsi a speculazione, a volgarità strumentali, ad abuso della sofferenza e della morte altrui. E invece no. 

Già dai primi commenti, i morti, da tre tendono a ridursi nel numero; e non per intervenuta resurrezione di due di essi, ma per il ruolo formale del Dott. Ferdinando Ciampi, magistrato. L’impropria focalizzazione non si spiega solo con l’arte macabra che innerva certa deteriore retorica demagogica, o con l’inevitabile superficialità di un incontrollato sbocco emotivo. Il tramestio su questi cadaveri è stato ed è, invece, metodico e lucido.

Infatti, accantonati gli altri, si comincia subito a lavorare sul fatto ritagliato, stravolgendone la causale. Il Dott. Gherardo Colombo, su Repubblica TV, in video pochi minuti dopo il lancio, all’intervistatrice-collaborante dice: “A me è successo almeno tre volte”. Perdere un collega e amico? “Sì, a Milano (gli altri due erano Emilio Alessandrini, ucciso il 29 gennaio 1979, e Guido Galli, assassinato il 19 marzo 1980, ndr), perché persone che conoscevo bene sono state ammazzate anche altrove, sono Rocco Chinnici, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino. La prima cosa è il dolore forte per questa mancanza”. E gli altri, magari si poteva pure chiedere? Niente: gli altri non ci sono più.

Ad un gesto senza nesso, si impone un nesso: non importa che le parole del Dott. Colombo siano vistosamente strumentali: serve introdurre la linea da seguire. E così accade. L’intervista non raccoglie l’espressione di un amico, ma si volge in messaggio, con tanto di annotazione. Infatti i nomi dei magistrati Alessandrini e Galli vengono inseriti come glossa redazionale (‘n.d.r.’). Le parole sono lucide perché, mentre i nomi usciti dalle labbra di Colombo attengono al versante di Cosa Nostra, quelli inseriti “a chiarimento” rimandano al terrorismo rosso, in particolare a Prima Linea. L’evocazione così complessivamente costruita serve a svelare la chiave di lettura e a fissarla come l’unica da seguire. La mano sarà stata anche di un anonimo raptus, ma lo spirito è dei Nemici della Magistratura. Gli unici morti che contano sono i magistrati; e le morti dei magistrati sono sempre eroiche e gli si deve non partecipe commozione ma annichilita sottomissione. 

E’ un ordito sinistramente ecclesio-martirologico che, dalle quattro mani in avanscoperta, si viene svolgendo per l’intero telaio. Repubblica.it ha fatto lo scoop alle 11 circa di giovedì mattina, e ha lasciato la sua prima pagina immobile su questa notizia (dopo trenta ore siamo ancora lì e, dopo la sapiente preparazione, mentre scrivo, finalmente garrisce il vessillo: “Strage di Milano. L’accusa dei magistrati.’Giudici pagano isolamento’). Questa è l’era dei giornali on line, e chiunque sa che il “rullo” (cioè la titolazione e i commenti relativi) cambiano da tre a quattro volte nelle 24h. Solo in casi eccezionali si rimane fissi. Per intenderci: nemmeno per Charlie Hebdoo (e chi è?) Repubblica.it si è spinta a tanto. Si dirà: è una loro scelta. Non c’è dubbio, che è una scelta.

A tirare le somme arriva Stefano Folli, nome di peso, che commenta la frase del Presidente Mattarella (“Basta discredito sulle toghe”), in questo modo: “Sembra di capire, in altri termini, che il presidente non condivide la tesi di un sistema giudiziario che nella lunga stagione della "transizione" è andato al di là dei suoi confini. Se c’è stato conflitto con il mondo politico è solo perché qualcuno in questo ambito ha cercato di prevaricare sulla magistratura, tentando di piegarla e, appunto, di screditarla”.

Così, ecco che un fatto di cronaca concluso nella sua evidente unicità, si fa dischiudere a nuova vita: giacchè su di lui si erge e troneggia il vero protagonista, il Soggetto a cui tutti, anche i cadaveri, devono volgersi e dedicare la loro attenzione: il Palazzo di Giustizia di Milano, la vera ed unica vittima, sua Lesa Maestà.

Nell’intervista al Dott. Colombo (oltre che noto magistrato, è Consigliere della RAI e Presidente di Garzanti Libri) vengono richiamati Cosa Nostra e quindici anni di Brigate Rosse, Prima Linea e similari, e li si mettono a fianco di Claudio Giardiello. “Repubblica.it” monta, contestualmente, una diretta fiume, intercalandovi l’intervista-memorandum, ambiguamente messa al riparo di un’evocata amicizia; quindi, con una firma di prestigio (Stefano Folli è già stato direttore del Corriere della Sera ed editorialista del Sole 24Ore), ribadisce l’area tematica, artatamente dilatata fino agli anni oscuri della “transizione” (1992-1994, Tangentopoli, stragi di Palermo, Firenze, Roma e Milano). E schiera manu militari il Presidente della Repubblica: a cui si fa dire quello che non ha detto, ma nel modo insidioso e di consumata doppiezza che traspare dalle parole di Folli; giacchè, quella introdotta dal “Sembra di capire”, è un’interpretazione che non si può smentire, senza smentire la frase a cui si è deliberatamente incollata. Ciò che, evidentemente, non accadrà. D’altra parte, all’indomani dell’elezione di Mattarella, due altri generali di brigata del Gruppo Espresso-Repubblica (Viviano e Bolzoni) si erano spinti fino a Santa Venerina (provincia d Catania), per strattonare morbidamente il fratello del Presidente su una vicenda morta e sepolta e, soprattutto, ampiamente chiarita dal Prof. Antonio. Così, tanto per comunicare. Sicchè, col neo presidente del CSM, erano già state fatte le presentazioni.

E’ tutto molto vistoso, molto esibito. Molto vistosa è la distanza fra Giardiello, oscuro padroncino che da Benevento era emigrato nella brianzola Brugherio, per esplodere infine in un incubo, e le vette della questione di Stato, su cui viene fatta intervenire anche la sua Massima Carica. Molto esibito è lo schieramento di forze.

Perchè? Perchè Matteo Renzi, nonostante alcuni cedimenti ed incertezze, non è ancora affidabile sull’unico fronte interno che conta: la Tirannide Giudiziaria; sulla quale, in questi venti e più anni, si è ordinato il nuovo assetto di potere italiano. E su ferie e responsabilità civile, per gli standard di protervia e sopraffazione correnti, il Governo ha offerto pessimi segnali. Ancora in queste ore, il Presidente del PD, Orfini, credo inavvertitamente, ha toccato un tasto delicatissimo di questa oscura Seconda Repubblica: Gianni De Gennaro. E, nonostante le rassicurazioni dello stesso Renzi e del Gran Tutore Cantone (l’obiezione di Orfini riguardava la responsabilità politica e amministrativa dell’allora Capo della Polizia, non quella giudiziaria), il vaso di Pandora dei processi politici mascherati da processi di mafia è di quelli su cui non sono ammesse le menome incrinature. Verrebbe giù tutto.

Perciò stanno rialzando il tiro. Micidiali. Sono micidali. 

Share on FacebookShare on Twitter
Fabio Cammalleri

Fabio Cammalleri

Il potere di giudicare e condannare una persona è, semplicemente, il potere. Niente può eguagliare la forza ambigua di un uomo che chiude in galera un altro uomo. E niente come questa forza tende ad esorbitare. Così, il potere sulla pena, nata parte di un tutto, si fa tutto. Per tutti. Da avvocato, negli anni, temo di aver capito che, per fronteggiare un simile disordine, in Italia non basti più la buona volontà: i penalisti, i garantisti, cioè, una parte. Forse bisognerebbe spogliarsi di ogni parzialità, rendendosi semplicemente uomini. Memore del fatto che Gesù e Socrate, imputati e giudicati rei, si compirono senza scrivere una riga, mi rivolgo alla pagina con cautela. Con me c’è Silvia e, con noi, Francesco e Armida, i nostri gemelli.

DELLO STESSO AUTORE

Ilda Boccassini: va bene il libro, ma ora occorre la verità oltre la memoria

Ilda Boccassini: va bene il libro, ma ora occorre la verità oltre la memoria

byFabio Cammalleri
La cosiddetta trattativa tra Stato e Mafia: un tentativo totalitario

La cosiddetta trattativa tra Stato e Mafia: un tentativo totalitario

byFabio Cammalleri

A PROPOSITO DI...

Tags: eccidio Milanogiudicigiustiziamagistratimorti tribunalePalazzo di Giustizia MilanoPoliticaRenziscontro giustizia politica
Previous Post

Sal Palmeri, torna la voce radiofonica degli italiani d’America

Next Post

La rivoluzione dalle gambe lunghe: mezzo secolo in minigonna

DELLO STESSO AUTORE

Gioie e dolori al Pride 2021: dopo i festeggiamenti, gli scontri con la NYPD

Il reato-padagogo e il DDL Zan: difendere valori giusti senza il tic della galera

byFabio Cammalleri
I “libricini” scritti sui siciliani per preparare le truppe Alleate allo sbarco in Italia

I “libricini” scritti sui siciliani per preparare le truppe Alleate allo sbarco in Italia

byFabio Cammalleri

Latest News

Taylor Swift trascinata nella causa legale tra Blake Lively e Justin Baldoni

Taylor Swift trascinata nella causa legale tra Blake Lively e Justin Baldoni

byZoe Andreoli
Claudia Sheinbaum / Ansa

Il Messico fa causa a Google: è scontro sull’uso del nome “Golfo d’America”

byEmanuele La Prova

New York

Justice Dept. Probes NY AG Letitia James Over Mortgage Deal

byPaolo Cordova
La procuratrice James pronta a richiedere il sequestro dei beni di Donald Trump

Letitia James nel mirino del Dipartimento di Giustizia per abusi immobiliari

byPaolo Cordova

Italiany

Il Prosecco italiano conquista i cuori delle donne USA

Il Prosecco italiano conquista i cuori delle donne USA

byAndrea Zaghi
Da sinistra: Elvira Raviele (Ministero delle Imprese e del Made in Italy), Fabrizio Di Michele (Console Generale d’Italia a New York), Maurizio Marinella, Luigi Liberti (Direttore Patrimonio Italiano TV), Mariangela Zappia (Ambasciatrice italiana a Washington), e Diego Puricelli Guerra (Preside Istituto Bernini De Sanctis di Napoli)

Marinella a New York: l’eleganza del Made in Italy all’Istituto Italiano di Cultura

byMonica Straniero
Next Post

Al bar col gatto: il paradiso per gli amanti dei felini è nel Lower East Side

La Voce di New York

Editor in Chief:  Giampaolo Pioli   |   English Editor: Grace Russo Bullaro   |   Founded by Stefano Vaccara

Editor in Chief:  Giampaolo Pioli
—
English Editor: Grace Russo Bullaro
—
Founded by Stefano Vaccara

  • New York
    • Eventi a New York
  • Onu
  • News
    • Primo Piano
    • Politica
    • Voto Estero
    • Economia
    • First Amendment
  • People
    • Nuovo Mondo
  • Arts
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
    • Lingua Italiana
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
  • Travel
    • Italia
  • Mediterraneo
  • English
  • Search/Archive
  • About us
    • Editorial Staff
    • President
    • Administration
    • Advertising

VNY Media La Voce di New York © 2016 / 2025 — La testata fruisce dei contributi diretti editoria d.lgs. 70/2017
Main Office: 230 Park Avenue, 21floor, New York, NY 10169 | Editorial Office/Redazione: UN Secretariat Building, International Press Corps S-301, New York, NY 10017 | 112 East 71, Street Suite 1A, New York, NY 10021

VNY Media La Voce di New York © 2016 / 2025
La testata fruisce dei contributi diretti editoria d.lgs. 70/2017

Main Office: 230 Park Avenue, 21floor, New York, NY 10169 | Editorial Office/Redazione: UN Secretariat Building, International Press Corps S-301, New York, NY 10017 | 112 East 71, Street Suite 1A, New York, NY 10021

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password?

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In
La Voce di New York
Gestisci Consenso
Per fornire le migliori esperienze, utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Il consenso a queste tecnologie ci permetterà di elaborare dati come il comportamento di navigazione o ID unici su questo sito. Non acconsentire o ritirare il consenso può influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni.
Funzionale Always active
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici. L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.
Manage options Manage services Manage {vendor_count} vendors Read more about these purposes
Visualizza preferenze
{title} {title} {title}
La Voce di New York
Gestisci Consenso
Per fornire le migliori esperienze, utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Il consenso a queste tecnologie ci permetterà di elaborare dati come il comportamento di navigazione o ID unici su questo sito. Non acconsentire o ritirare il consenso può influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni.
Funzionale Always active
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici. L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.
Manage options Manage services Manage {vendor_count} vendors Read more about these purposes
Visualizza preferenze
{title} {title} {title}
No Result
View All Result
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
    • Primo Piano
    • Politica
    • Economia
    • First Amendment
  • Arts
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
    • Cucina Italiana
  • Travel
    • Italia
  • Video
  • English
    • Arts
    • Business
    • Entertainment
    • Food & Wine
    • Letters
    • Lifestyles
    • Mediterranean
    • New York
    • News
  • Subscribe for only $6/Year

© 2016/2022 VNY Media La Voce di New York

Are you sure want to unlock this post?
Unlock left : 0
Are you sure want to cancel subscription?