A unirli non è soltanto una salda e oramai storica amicizia, ma anche un’influenza reciproca irrinunciabile per guardare a un futuro d’innovazione e talento creativo: il legame tra Italia e Stati Uniti è stato al centro della decima edizione del Premio America, organizzata l’11 ottobre dalla Fondazione Italia-Usa alla Camera dei Deputati a Roma. Un evento che è un riconoscimento al meglio dell’imprenditoria e della ricerca, dello sport e del cinema, ma anche della narrazione dei media e dell’eccellenza enogastronomica. Tra i vincitori di quest’anno, Piero Antinori, presidente onorario di una delle più antiche case vitivinicole italiane, la Marchesi Antinori, che sugli Stati Uniti ha detto: “In America l’enoturismo si è affermato in maniera straordinaria. E noi italiani, che siamo un po’ ‘più vecchi’ in quanto a vino, avremmo molto da imparare in questo senso e stiamo imparando a farlo”.
Sul palco a ritirare il premio anche l’attrice Valentina Cervi, nipote dell’attore Gino Cervi, con una carriera in piena ascesa in America, dove oggi è un’apprezzata interprete su grande e piccolo schermo, dal ruolo nella serie tv True Blood a quello nella pellicola James Dean a fianco di James Franco, fino al film di Spike Lee, Miracle at St. Anna. “Il mio legame con gli Stati Uniti è sempre stato puntuale, lì è dove sono stata chiamata a fare i miei debutti”, ha detto, aggiungendo: “In nessun altro posto ci si sente liberi come in America”.

Un meritato riconoscimento è andato poi al professor Silvio Garattini, presidente dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, presente anche a New York con la Mario Negri Institute Foundation, che negli anni ha ricoperto prestigiose cariche internazionali occupandosi, tra le varie attività, di ricerca e terapie antitumorali: “Ho potuto vivere con tanti giovani, ed è a loro che dedico questo risultato – ha commentato Garattini – Perché la freschezza di idee dipende dai giovani e dalla loro capacità di contestare ciò che c’è e che deve essere cambiato. Gli Stati Uniti? In realtà dovrei essere io a dare un premio a loro: l’idea di realizzare un istituto di ricerca mi è venuta durante un lungo viaggio in America nel 1957, visitando tante istituzioni. All’inizio è stato proprio il governo americano ad aiutarci, finanziando dei progetti. Ecco, mi auguro che il governo italiano capisca che la ricerca, oggi molto abbandonata, non è una spesa, ma un investimento senza cui non avremo gli sviluppi tanto attesi”.
Formazione e approccio statunitense, Federico Marchetti è un altro dei premiati di quest’anno, un imprenditore riuscito a traghettare la sua start up a Piazza Affari: oggi Yoox-Net à Porter, definito anche “l’Amazon della moda”, è un colosso da due miliardi di dollari di fatturato all’anno, con sedi a New York e Los Angeles. Ma, Marchetti tiene a sottolinearlo, “è un’azienda ancora italiana, benché impostata all’americana”, senza l’ossessione del controllo tipica delle imprese del Belpaese.

“L’intuizione di coniugare la rete con lo shopping è stata un’idea come un’altra, ci ho soltanto pensato 20 anni prima, condividendo oneri e onori con i miei dipendenti”, ammette l’Ad di Yoox, entrata a far parte del gruppo Richmond. Con l’America come primo mercato, Yoox-Net à Porter “è l’unico unicorno italiano, ossia l’unica azienda ad aver superato la valutazione del miliardo di dollari – spiega Marchetti – Questo per me non è affatto un vanto, ma un grande peccato perché abbiamo tantissimi creativi in Italia, che potrebbero ottenere molto di più”.

Intervento curioso quello di George G. Lombardi, imprenditore, analista politico e saggista italo-americano, che più recentemente ha legato la sua notorietà all’amicizia con Donald Trump, del quale è pure consigliere e vicino di casa: sua la mente dietro alla campagna social che ha portato il tycoon alla presidenza. “In Italia così come negli Usa c’è tanta disinformazione su Trump – ha detto ritirando il Premio America – Il giorno dopo che annunciò la sua candidatura andai nel suo ufficio e gli chiesi: ‘Davvero vuoi fare questa cosa?’. Eravamo convinti fosse una trovata pubblicitaria per The Apprentice. Per tutta risposta mi disse: a me non interessa, anche a costo di spendere 100 milioni voglio dire a quello lì (Obama) tutto ciò che penso. In realtà lui non credeva neanche lontanamente di diventare presidente. Voleva togliersi uno sfizio”.
Lombardi ha quindi parlato dei rapporti più che positivi che intercorrono tra il presidente Usa e gli italiani: “E’ cresciuto nel Queens, con metà degli amici italiani, poi è passato ai casinò e alle costruzioni, e anche lì ha conosciuto tanti italo-americani. Adesso c’è Mike Pompeo come segretario di Stato, Rudoph Giuliani è consigliere per la Sicurezza informatica della Casa Bianca… Insomma, siamo messi bene”.
America fonte d’ispirazione e mercato cui guardare, ma anche posto da cui partire per ritrovare le proprie radici: così è stato per Joe (Joseph) Bastianich, l’ormai celeberrimo giudice di Masterchef premiato dalla Fondazione Italia-Usa. Chef stellato e imprenditore di successo, Bastianich è figlio di istriani emigrati a New York, diventati ristoratori di successo: primo della famiglia a frequentare il college, dopo un anno di lavoro a Wall Street comprò un biglietto di sola andata per l’Italia, girandola in lungo e in largo a bordo di una Fiat Croma. Da lì la svolta. Ha aperto 30 ristoranti, tra i quali Becco e Dal Posto nella Grande Mela. Insieme a Oscar Farinetti ha portato in America la catena Eataly, mentre con la madre Lidia è diventato produttore di vini pregiati in Italia.

“Sono il classico italo-americano cresciuto in una famiglia molto umile – ha raccontato alla platea della Camera – E sono qui per dirvi dell’impatto che l’Italia ha avuto su di me. Sono cresciuto con mia nonna che mi ha insegnato i valori del rispetto, della famiglia, del lavoro e del risparmio. Da 10 anni ho la fortuna di vivere in Italia e a 50 anni ho imparato tanto su questo Paese, anche ad apprezzare l’importanza di un gelato nel pomeriggio o di un caffè e una sigaretta la mattina, prima di iniziare a lavorare. Tutte cose che voi italiani avete capito, a differenza di noi americani”.
Tradizione di famiglia e passione sono alla base del successo straordinario della stilista Alberta Ferretti, altra vincitrice del Premio America, che ebbe i primi approcci al mondo della moda grazie alla madre, titolare di una sartoria sulla costa Adriatica che serviva tanti americani di passaggio. Oggi è una delle più celebri stiliste al mondo: fondatrice del gruppo Aeffe, veste da 15 anni le grandi attrici di Hollywood, dagli Oscar ai Golden Globes. “Sono una ragazza di terra di Romagna. Anche se si parte da zero, sono convinta che sognando con determinazione e tenacia, si possa andare avanti – ha sottolineato – Il mio stimolo creativo sono le donne di oggi: cerco di rispettarne la fisicità, con una moda che sia gratificante per loro che hanno una vita dinamica, ma che non rinunciano a essere donne”.
Una ventata briosa, quella portata da Bebe Vio, campionessa paralimpica premiata quale ambasciatrice italiana dello sport e di valori positivi: colpita da una malattia nel 2008, oggi è l’unica atleta al mondo a tirare di scherma senza braccia. Ha fatto incetta di ori tra Mondiali e Campionati italiani e si è cimentata anche nel doppiaggio e nell’editoria.

Studentessa della John Cabot University, con i suoi genitori si occupa della fondazione “Art4Sport – Lo sport come terapia per bambini amputati” e nel 2016 è stata ospite del presidente Barack Obama alla cena di Stato della Casa Bianca. “Il mio prossimo sogno? Essere presidente del Coni. In realtà vorrei alzare l’asticella dello sport paraolimpico e creare un comitato unico con l’olimpico”, ha confessato.
Tra i premiati anche Bruno Vespa, da 22 anni conduttore di Porta a Porta, talk show politico che da sempre dedica ampio spazio agli eventi americani, dalla politica alla cultura, e che ha pubblicato recentemente “Soli al comando”, libro che contiene i ritratti di alcuni degli uomini più influenti di questo e del secolo scorso, da John Fitzgerald Kennedy a Donald Trump. “Quanto si è verificato in America, con il ‘voto di pancia’ dei cittadini, si è riprodotto anche in Italia, dove una mattina partiti tradizionali e storici si sono svegliati e hanno visto che M5s e Lega erano lievitati nei sondaggi. Il futuro per la politica italiana? Difficile fare previsioni, ma Di Maio e Salvini sono fermamente determinati ad andare avanti e curiosamente vanno d’accordo, cosa che non ricordo fra gli alleati che li hanno preceduti”.

Il Premio America alla Memoria è invece andato all’indimenticabile Bud Spencer, campione di nuoto e pilota, prima divenire famosissimo attore in Italia e nel mondo. “L’America è il Paese del sogno, mio padre lo rappresentava e faceva sognare gli altri con la sua allegria”, ha detto la figlia Cristiana ritirando il riconoscimento.
Personaggi illustri, ma non solo, il premio è stato anche occasione per omaggiare tre dei più promettenti studenti americani della John Cabot University a Roma, con la medaglia della Camera dei Deputati. Presente poi una delegazione di studenti del master in “Global Marketing, Comunicazione & Made in Italy” organizzato dal Centro studi Comunicare l’impresa: ogni anno la Fondazione Italia-Usa mette a disposizione mille borse di studio riservate a brillanti neolaureati per poterlo frequentarlo gratuitamente. “I settori del made in Italy che si mostrano sensibili al master – ha detto il direttore del Centro Studi Comunicare l’impresa, sono quelli che rappresentano l’intreccio tra cibo, paesaggio e cultura: enogastronomia, agroalimentare e soprattutto turismo, ciò su cui maggiormente stiamo puntando”.