Con il poco tempo a disposizione e lo smisurato numero di single che conta New York, qui più che altrove spopolano i website e le app dedicate a chi cerca l’amore online. Le piattaforme dedicate agli incontri sono innumerevoli: da Okcupid a POF (Plenty Of Fish), da Jaumo a Let’s Date, fino alle app più immediate come Blendr e Tinder, dove i profili delle papabili anime gemelle vengono proposti direttamente dal cervellone, e tutto quello che si deve fare è sfogliare profili e dire si o no.
Visto il grande successo di queste agenzie per cuori solitari 2.0, che già da anni mettono in contatto persone in tutto il globo, e continuano ad evolversi in soluzioni sempre più fulminee di accoppiamento, sono andata a curiosare tra i vari fruitori del servizio, per scoprire come funziona l’amore ai tempi delle app.
“Ho incontrato mio marito online – dice I., personal trainer – Ho sempre poco tempo, e credo che sia molto comodo poter selezionare a priori la persona che ti potrebbe interessare per profilo e aspetto fisico, prima di incontrarla. Soprattutto se si è interessati a una relazione seria, si possono scartare a priori tutti coloro che invece sono in cerca di un incontro occasionale”. Sempre supposto che gli iscritti siano sinceri nelle loro dichiarazioni…
Poi c’è A., libera professionista, che dell’online dating proprio non ne voleva sapere, fino a quando un giorno, stanca di girare in cerca dell’uomo perfetto per tutti i locali di New York, si è scaricata una dating app sull’I-Phone, trovando in un lampo il suo uomo dei sogni.
Ma non sempre l’online dating prevede l’happy ending. “Al mio primo appuntamento con una ragazza conosciuta online, lei si è presentata al bar evidentemente sotto l’effetto di stupefacenti, e la prima cosa che mi ha chiesto è stata se avessi una qualche nozione sui tagliaerba, e che tipo di macchina avessi – Dice R., pompiere di NYC – Era veramente bella, così, anche se mi parevano richieste alquanto strane, le ho detto che avevo un fuoristrada e che sapevo usare un tagliaerba. Al che lei mi invita ad accompagnarla a casa, dicendomi che prima però aveva bisogno di un piccolo aiuto”. Così R., illuso di poter concludere bene la serata, segue la sconosciuta, che lo porta chilometri fuori città, direzione upstate, lo fa fermare in un campo appena falciato e gli fa raccattare un tagliaerba. “Ero talmente stupito di essere in un campo nel bel mezzo del nulla in piena notte a rubare un tagliaerba per una pazza sconosciuta, che se ci penso ancora non riesco a crederci. – Dice R. – E il peggio è che una volta che le ho portato a casa l’attrezzo, lei neanche mi ha fatto entrare”.
“Al secondo appuntamento con una ragazza conosciuta tramite app, lei mi chiede di andare a casa sua a giocare a Connect Four (noto gioco da tavolo) – Dice G., impiegato – Io ovviamente accetto, sperando in qualche altro tipo di gioco più indicato agli adulti. Invece abbiamo davvero giocato a Connect Four, e quando ho vinto, lei si è pure arrabbiata e mi ha buttato fuori casa”.
Poi c’è chi online mette fotografie non propriamente veritiere: ritoccate con Photoshop, o di qualche decennio o taglia orsono. “Una volta ho conosciuto online una donna che dalle foto sembrava fantastica, – dice P., medico – peccato che poi al ristorante mi si è presentata una mummia anoressica di almeno 30 anni più vecchia, con una pelle incartapecorita del colore del cuoio e vestita come una baby lolita trash. Ho provato a scappare, ma il posto non consentiva vie di fuga, così l’educazione mi ha imposto di sorbirmi la sua compagnia e le sue proposte oscene per tutta una lunga e costosa cena”.
“La prima e unica volta che ho incontrato una ragazza conosciuta online, mi ha raccontato di essere sposata con un ergastolano condannato per omicidio” dice N., cameriere, che dopo quell’esperienza ha preferito continuare a rimorchiare le donne con strategie di incontro più tradizionali.
“Al mio primo appuntamento con una ragazza conosciuta online, lei era così ubriaca che ha rimesso per tutta la casa prima di svenire sul pavimento del bagno – Dice C., paramedico – Così ho passato la notte a pulirle la casa e a controllare che respirasse”.
Insomma, la fauna disponibile in rete è ancora più varia di quella accessibile nel quotidiano newyorchese, quindi è bene cercare di filtrare le papabili prede analizzando con attenzione le informazioni disponibili, e seguendo pochi piccoli accorgimenti.
Innanzitutto non fidatevi mai delle foto. Pretendete di vedere la persona via webcam prima di incontrarla. Si fa molta più fatica ad alterare la realtà in diretta video. Poi non prendete mai per oro colato le informazioni riportate sul profilo. Cercate sempre di parlare direttamente con la persona, ponete in modo diverso le stesse domande e cercate di approfondire per capire se le informazioni che vi stanno dando sono credibili. Infine cercate di fissare il primo appuntamento di giorno, alla luce del sole, magari davanti a un bel caffè e non a un bicchiere di rum. Non suona così divertente, ma almeno avrete modo di esaminare bene il soggetto.