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February 26, 2014
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Legge anti omosessualità: l’ONU esorta l’Uganda ad abrogarla

Stefano De CupisbyStefano De Cupis
Il presidente ugandese Yoweri Museveni

Il presidente ugandese Yoweri Museveni

Time: 4 mins read

 

Per l’Alto Commissario per i Diritti Umani (OHCHR), la nuova legge approvata in Uganda lunedì criminalizza e impone l'ergastolo per i seguenti cosiddetti “crimini”: omosessualità, matrimonio tra persone dello stesso sesso e omosessualità aggravata.

“Che taluni disapprovino l’omosessualità non può mai giustificare il fatto di violare i diritti umani fondamentali degli altri”, ha affermato Navy Pillay. “Questa legge istituzionalizza la discriminazione ed è idonea ad incoraggiare le molestie e la violenza contro le persone sulla base del loro orientamento sessuale”. L’Alto Commissario ha poi aggiunto: “E' formulata in modo così ampio che può persino portare ad un abuso di potere e di accuse nei confronti di chiunque, non solo verso le persone LGBT”.

Pillay ha sottolineato che l'Uganda è obbligata, sia per la sua propria Costituzione sia dal diritto internazionale a rispettare e a proteggere i diritti di tutti gli individui da ogni forma di discriminazione e violenza. “Questa legge viola una serie di diritti umani fondamentali, compreso il diritto alla libertà dalla discriminazione, alla privacy, alla libertà di associazione, di riunione pacifica, di opinione e di espressione e l'uguaglianza davanti alla legge – che sono sanciti nella stessa Costituzione dell'Uganda e nei vari trattati internazionali che il Paese ha ratificato”.

L'Alto Commissario ha inoltre espresso profonda preoccupazione poiché la nuova legge potrebbe anche minacciare l’importante e fondamentale lavoro svolto dai difensori dei diritti umani nel paese, e pertanto ha voluto invitare il governo a prendere misure immediate per garantire che quest’ultimi non siano perseguiti.

Il Portavoce del Segretario Generale dell’ONU, Martin Nesirky ha annunciato lunedì che Ban Ki-moon è “seriamente preoccupato” per l'impatto negativo che avrà la nuova legge e condivide il parere dell'Alto Commissari Navy Pillay, poiché questa legge lede fortemente i diritti umani.

“Sarà come istituzionalizzare la discriminazione, limitare il lavoro vitale degli attivisti per i diritti umani, e potrebbe innescare ondate di violenza oltre ad ostacolare gli sforzi per fermare la diffusione del virus HIV”, ha detto Martin Nesirky ai giornalisti a New York.

Il Segretario Generale Ban Ki-moon mrtedì ha esortato le autorità ugandesi a rivedere o abrogare la nuova legge anti omosessualità, esattamente un giorno dopo la sua approvazione, insistendo sul fatto che violi i diritti umani fondamentali e metta in pericolo le persone LGBT.

“Il Segretario Generale vuole ribadire che ognuno ha il diritto di godere degli stessi diritti fondamentali di chiunque e di vivere una vita di valore e dignità senza subire alcuna discriminazione”, ha detto il suo portavoce, Nesirky aggiungendo che questo concetto è incorporato nella Carta delle Nazioni Unite, nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo e nella Costituzione ugandese.

Il Presidente ugandese, Yoweri Museveni ha lunedì firmato il disegno di legge che prevede una pena detentiva di 14 anni per una prima condanna e il carcere a vita per il reato di “omosessualità aggravata”.

Museveni, ha altresì dichiarato in un'intervista esclusiva alla CNN che il comportamento sessuale è una questione di scelta e le persone omosessuali sono “disgustose”. Dopo aver firmato il disegno di legge che ha reso alcuni atti omosessuali punibili con l'ergastolo, il Presidente ugandese ha detto a Zain Verjee della CNN che, a suo avviso, essere omosessuale è “innaturale” e non un diritto umano.

La Casa Bianca non ha taciuto su tale questione e ha rilasciato una dichiarazione: “Invece di stare dalla parte della libertà, della giustizia e della parità dei diritti per la sua gente, oggi, purtroppo, il Presidente ugandese Museveni ha fatto fare all’Uganda un passo indietro firmando un disegno di legge che criminalizza l'omosessualità”. La dichiarazione di lunedì prosegue: “Come ha detto il Presidente Obama, questa legge è più che un affronto e un pericolo per la comunità gay in Uganda. Essa si riflette negativamente sull'impegno del paese nel proteggere i diritti umani del suo popolo e metterà a repentaglio la salute pubblica, compresi gli sforzi per combattere l'HIV/AIDS. Continueremo a sollecitare il governo ugandese affinché opti per l’abrogazione di questa legge aberrante e si impegni a proteggere i diritti umani universali delle persone LGBT in Uganda e in tutto il mondo”.

Tra l’altro, Museveni ha addirittura dichiarato sempre nella sua intervista concessa alla CNN che l'Occidente non deve forzare le sue convinzioni sugli ugandesi, aggiungendo: “Rispettate le società africane e i loro valori”. “Se non siete d'accordo, tacete soltanto. Noi cerchiamo di gestire la nostra società, poi si vedrà. Se abbiamo sbagliato, lo scopriremo da noi stessi, proprio come noi non interferiamo con vostra società”. Il Presidente ha infine detto che sono stati gli occidentali ad aver portato l'omosessualità nel suo paese, corrompendo la società e insegnando agli ugandesi l'omosessualità. L'Occidente ha anche contribuito nelle scuole a rendere i bambini omosessuali, finanziando gruppi che diffondono l'omosessualità.

Non appena aver appreso della firma del disegno di legge contro l’omosessualità, Ban Ki-moon ha convogliato le sue preoccupazioni circa il suddetto disegno di legge verso  l'Ambasciatore Richard Nduhuura, Rappresentante Permanente dell'Uganda presso le Nazioni Unite, esprimendo anche il sostegno dell’ONU “per ottenere un cambiamento in merito”.

Nella dichiarazione di martedì invece, il portavoce di Ban Ki-moon ha evidenziato che anche Michel Sidibé, Direttore Esecutivo del Programma delle Nazioni Unite congiunto su HIV/AIDS (UNAIDS), si è fortemente espresso contro tale legge, dicendo che potrebbe ostacolare la lotta contro il virus dell’HIV.

Infine ricordiamo che Ban Ki-moon ha già lanciato anche in passato un appello per la depenalizzazione completa e universale dell'omosessualità, considerata ancora come un reato in circa 76 paesi, sottolineando che i diritti umani devono essere sempre prevalere sugli atteggiamenti culturali e sulle restrizioni sociali.

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Stefano De Cupis

Stefano De Cupis

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