Dall’Italia non credo di avere modo di vedere i canali nazionali dell’inglese BBC che, fuori dalla Gran Bretagna manda in onda il suo servizio internazionale. Però mi piacerebbe potermi sintonizzare perché l’emittente manderà in onda… il Commissario Montalbano, la fortunata serie ripresa dai bei libri di Andrea Camilleri con protagonista Luca Zingaretti. Saranno trasmesse in “prime time” e saranno in lingua originale, cioè quella straordinaria parlata siculo-italiana di cui lo scrittore è maestro. Le puntate saranno ovviamente sottotitolate ma sarò molto curiosa di vedere la reazione di un pubblico anglosassone: chissà se, prima o poi, la serie verrà comprata da una major americana?
Il Commissario è un personaggio molto amato dagli italiani: umorale, anzi decisamente ombroso, è profondamente onesto. Si muove tra criminali, spesso borghesi paludati dietro un finto perbenismo che nasconde i peggiori peccati. Potrebbe essere l’ambasciatore giusto per far capire all’estero, dove in questo momento la nostra immagine nonè che sia proprio ai massimi livelli di gradimento, che gli italiani seri e giusti, rispettosi della legge e dotati di buoni sentimenti, esistono. E sono la maggioranza.
Montalbano non sarà solo. La Rai, che evidentemente fuori d’Italia si muove meglio che entro i patri confini, ha messo a segno un bel colpo. Al recente Mipcam di Cannes è stato infatti annunciato che la malandata emittente di Stato ha comprato l’intero catalogo della vecchia casa di produzione tricolore Titanus; e lo ha fatto con l’obiettivo di vendere all’estero alcune delle pellicole migliori che hanno fatto la storia del cinema italiano.
Tanto per dire, tra i titoli ci sono “Rocco e i suoi fratelli” di Luchino Visconti, “Pane, Amore e Fantasia” di Luigi Comencini, “Poveri ma belli” di Dino Risi, “Zorro” di Duccio Tessari con Alain Delon e “L’uccello dalle piume
di cristallo” di Dario Argento. Mi sembra una buona cosa.
Nel Sud Italia le condizioni di lavoro sono disumane. Lo ha detto nientemeno che il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, commentando la morte delle cinque donne nel crollo del pericolante palazzo di Barletta dove quattro di loro lavoravano in nero per pochi euro l’ora.
Il Presidente della Repubblica – lo confermano in continuazione i sondaggi – è il politico (l’unico?) che gode della fiducia della gente. Le sue parole, in questa stagione economicamente difficile e moralmente poco edificante,
vengono accolte da unanime consenso. Ma spesso l’impressione è che, complice anche l’attenzione che Napolitano mette nel non uscire mai dai limiti imposti al suo ruolo dalla Costituzione, restino appunto tali: parole.
Mentre qui è arrivato il momento di agire: in fretta e drasticamente.