Non so se anche questo sia da aggiungere agli ormai numerosi sintomi che annunciano il principio della fine del berlusconismo, ma negli ultimi giorni si è verificata una forte "inversione di valori" nel rapporto fra Silvio Berlusconi e il "suo" popolo che lo acclamava qualunque cosa facesse, che lo applaudiva qualunque cosa dicesse, che gli credeva per quanto campate in aria fossero le sue promesse, che lo votava e rivotava nonostante l’accumularsi della montagna di promesse non mantenute, che andava davanti al tribunale di Milano per protestare contro i magistrati cattivi senza avere la minima idea di quali fossero le accuse contro di lui né di quali fossero le prove raccolte a suo carico e che rideva sempre alle sue barzellette per vecchie e sceme che fossero.
Ecco, il cambiamento è proprio qui. Alle risate. Prima (cioè un paio di settimane fa, gli italiani hanno un metabolismo molto rapido) quelli che accorrevano ai convegni di Berlusconi ridevano senza neanche ascoltare la fine della barzelletta: sentivano che era finita e ridevano di gusto, più alla gioia di essere lì che alla battuta finale. Oppure si adeguavano prontamente quando Berlusconi decideva di toccare il tasto della mestizia: le loro facce si facevano serie, in alcuni occhi spuntavano perfino delle lacrimucce e di solito quello era il momento in cui lui sfoderava il suo slogan più finto e più (forse per questo) da lui preferito: quello del "Noi siamo il partito dell’amore, loro dell’odio".
Una volta era riuscito a commuovere perfino quelli del Congresso di Washington raccontando che quando era bambino il padre lo portava a passeggiare nella periferia di Milano e a volte andavano a visitare i cimiteri dove erano sepolti i soldati americani morti nelle battaglie contro i nazisti. Era lì – aveva detto con voce resa incerta dalla commozione – che lui aveva imparato a nutrire eterna riconoscenza per quei ragazzi che erano morti per liberare l’Italia e di lì il suo amore indefletibile per gli Stati Uniti. Ma era tutta una balla, perché i cimiteri militari non si trovano alla periferia di Milano – dove all’arrivo delle truppe americane che risalivano dal Sud i tedeschi erano già in cammino verso la Germania – bensì nel Meridione, dove avennero le battaglie più cruente. Hillary Clinton, ignara di quei particolari, gli manifestò la sua commozione e non è difficile immaginare un trionfale "li ho fatti fessi" detto fra sé e sé.
La "inversione di valori" di cui stavo parlando, prima di divagare come molto spesso mi capita, è quella che adesso il popolo non ride più alle barzellette di Berlusconi, che neanche lui, del resto, sembra molto propenso a raccontarne, e invece ride a crepapelle quando lui cerca di fare il "serio". Non sono addendi, la cui inversione non cambia la somma e non sono neppure fattori, che a inventare il loro ordine il prodotto rimane lo stesso. Sono elementi che cambiano proprio tutto, specie nel momento in cui accadono due cose importanti come la "ristrutturazione" del Popolo della Libertà con l’acclamazione del nuovo segretario, Angelino Alfano, e la faccenda della frasetta di tre righe aggiunta di soppiatto "all’ultimo comma del terz’ultimo articolo" del decreto che dà l’avvio alla manovra finanziaria destinata a "salvare" la disastrata economia italiana. Lo scopo di quell’aggiunta nascosta era che la nuova legge non si sarebbe limitata a imporre le tre nuove aliquote della tassazione, il ritorno del ticket sanitario, l’aumento delle tasse per quasi tutti tranne i molto ricchi, eccetera, ma si sarebbe estesa a consentire al signor Berlusconi Silvio di non pagare i 750 milioni di euro come risarcimento del furto da lui commesso ai danni di Carlo De Benedetti, cui a suo tempo fu sottratta la Mondadori grazie alla "compera" di un giudice.
Ovvio che quando il neo segretario del PdL saluta la nascita del "partito degli onesti" le risate si propaghino per tutta la Penisola come un’onda gigantesca. E altrettanto ovvio è che quando si scopre che la frasetta fra le righe del decreto c’è andata da sola, perché Berlusconi e tutti i membri del governo negano di avercela messa, il famoso anarchismo "Una risata vi seppellirà" risulta profetico.