Situato tra il quartiere di Chelsea e il Village, lungo la riva del fiume Hudson di Manhattan, si trova altro piccolo quartiere, il quale prese il nome inizialmente dal generale della rivoluzione Peter Gansevoort, il nonno di Herman Melville (Moby-Dick), ed in seguito, nel 1886 fu dichiarato un mercato pubblico e chiamato Meatpacking District. È incredibile come non molto prima in questa area sorgeva il bucolico villaggio Sapokanikan, patria dei Lenape, parte della tribù indiana degli Algonquin.
All’inizio del 1900 circa, 250 macelli erano situati nel distretto, tanto che, nel 1929, fu commissionata una linea ferroviaria merci sopraelevata ( highline ) per servire meglio questa area industriale.
Con l’avvento degli anni ’60 la zona conobbe un generale declino e negli anni ’70 e fino a tutti gli anni ’90 il Meatpacking district divenne l’epicentro dello spaccio, della prostituzione, del crimine e dei più trasgressivi sex club S&M della città, che operavano sotto la protezione della mafia o sotto quella corrotta della polizia di New York.
Un po’ di dolore, ma nessuna vergogna.

Esplorando l’area incontriamo: Il Mineshaft, il sex club che salì alle cronache perché respinse Mick Jagger e Rudolf Nureyev, ma fece entrare Vincent Minelli, Fassbinder, Rock Hudson; Hellfire, che era situato nel seminterrato del famoso Triangle Building del Meatpacking ed il Lure, dove sul palco ti facevano un piercing “ovunque volessi” o ancora il Vault, il Zone DK e molti altri.
In questi luoghi tutto ciò che riguardava il sesso, era sempre in eccesso, il leggero “gusto vaniglia” non andava. Il Codice di abbigliamento: Niente colonia o profumo, niente giacca e cravatta, niente abiti, niente firme, in realtà era più un suggerimento a svestirsi infatti, con molto orgoglio ma nessun pregiudizio, bastava entrare, spogliarsi e lasciare tutti i vestiti in un sacco della spazzatura all’ingresso. Papponi, prostitute, spacciatori e macellai erano i tuoi vicini di casa “amichevoli” e anche per l’avventurosa Samantha Jones vivere in un appartamento sopra il Lure si rivelò un po’ troppo eccessivo.
Poi, ecco, che nelle prime ore del mattino, appena uscite da un locale di lusso, un gruppo di splendide modelle con Manolo tacco 12, si imbatte in un gruppo di macellai imbrattati di sangue che escono da un vicino mattatoio, un intenso profumo dolciastro si mescola al fetore di sangue rancido che copre i ciottoli della strada e, improvvisamente… voilà! benvenuti nel Meatpacking district A.D. 2000 (circa).
Due mondi si scontrano e i cocktail Martini si impossessano degli insanguinati sampietrini.
Nel 2002 Samantha Jones fece fatica ad essere ammessa al SoHo House, il sofisticato club appena aperto, con un esclusiva piscina sul tetto. Lei era infatti solo una delle tante bellezze in Jimmy Choo e Louboutin che si riversarono nei nuovi hotel che stavano aprendo nel meatpacking district.

Il vecchio edificio di cemento e piastrelle bianche che fu la sede dei Sindacati Marittimi d’America e venne poi trasformato in una casa di accoglienza per la riabilitazione dei tossicodipendenti (conosciuto anche come “the pizza Box”, per le sue finestre rotonde sovradimensionate in stile Titanic), divenne nel 2003 il Maritime Hotel. Un Hotel molto elegante e in stile nautico con i suoi legni scuri e i toni bianchi e blu che richiamano nostalgicamente il vecchio porto. Su entrambi i lati del Maritime Hotel, dove l’edificio curva dolcemente verso strada, una lucida armatura d’argento è stata incollata alle pareti esterne dell’edificio, lasciando fuori solo le grandi finestre rotonde, creando quindi un altro hotel, il Dream Downtown.
Uno dopo l’altro si aprirono ovunque boutique hotel, lounge e ristoranti di lusso come Pastis, Tao, Buddakahn, o nightclub come Cielo, e poi ancora hotel. Nel 2004 aprì il primo “resort urbano”, il Gansevoort Hotel, e orde di festosi truzzi o “Bridge and Tunnel” dal New Jersey attraversarono il fiume Hudson ed invasero la terra degli Algonquin. Rooftop e piscine cominciarono a spuntare ovunque dall’hotel Gansevoort al Dream Downtown, dove la sua piscina all’aperto è il soffitto della lobby dell’hotel così, al check –in, basta alzare lo sguardo per incontrate l’altro tipo di sirene di New York City.
Il Meatpacking district, il pericoloso mattatoio di New York, l’anello mancante dell’inferno dantesco è definitivamente scomparso quando Google ha aperto il suo quartier generale nel vecchio Port Authority Terminal e i sex club come l’Hellfire e il Lure sono stati convertiti in costosi negozi e ristoranti e il mercato locale è passato dalla vendita di braciole alla vendita di appartamenti di lusso.
Non fu, comunque, fino all’apertura dello Standard Hotel nel 2008 e alla successiva apertura della Highline nel 2009 che la trasformazione del quartiere fu completa. A prima vista si potrebbe pensare che l’edificio di cemento in stile sovietico, appoggiato sulla highline, fosse già esistente ma, fu invece appositamente realizzato cosi, nuovo di zecca. Ma cerchiamo di non essere cattivi perché come si suol dire, non sarà proprio bello, ma ha una “grande personalità” e in questo caso ce l’ha veramente!

Lo Standard Hotel è stato creato da Andre Balazs, una sorta di geniale “Ian Schrager 2.0”, che ha trasformato le segrete infernali del meatpacking degli anni ’90 in un Paradiso di hotel e club che transpirano sesso ovunque, come si può già vedere dal giro in ascensore fino all’elegante ultimo piano della lounge con i luccichii dorati del club Boom Boom e dal suo nightclub gemello tutto rivestito in nero, Le Bain.
Bellissime hostess e cameriere ti accolgono con un sorriso, indossando uniformi che non lasciano nulla all’immaginazione come pure la spettacolare vista a 360 gradi di Manhattan che si ha dalla lounge. All’inizio mi ha ricordato una versione aggiornata della Rainbow room. Tutto era lì per impressionare. Anche dal bagno degli uomini la vista è incredibile. Mentre sei in piedi agli orinatoi puoi scegliere se ammirare il panorama di York che hai di fronte, o alzare lo sguardo verso lo specchio sul soffitto ed ammirare la vista… accanto a te. Nell’era di Grindr e Bumble nulla è lasciato al caso e, per essere sicuri di essere sempre all’altezza, un metro è convenientemente stampato sulla lastra di vetro che vi separa dal nuovo amico “della porta accanto”.
Civilization by Marco Brambilla from Smith. on Vimeo.
Ed i vincitori dei Grammies sono …… Tutti! In poco tempo infatti, le celebrità si sono riversate nel Meatpacking district e lo Standard Hotel è diventato Platinum. Bisognava andare in ordine alfabetico per contare i personaggi famosi che frequentavano le feste allo Standard Hotel (e i peccati non finiscono mai), Madonna si era messa con Jesus, il suo fidanzato “ready to wear” che nel 2009 era il DJ al Boom Boom room, poi di seguito, Jennifer Lopez, Katy Perry, Lady Gaga, Nick Jonas, Diplo, e Sarah Jessica Parker che sbirciava in giro per assicurarsi che Kim Cattrall avesse già abbandonato la festa.

Celebrità, feste e corse in ascensore sempre più selvagge. Non essendoci uno spazio in hotel che fosse senza celebrità e nell’impossibilità di risolvere il problema fuori dall’hotel, Jay-Z attaccò una lite feroce nell’ascensore dello Standard Hotel con Solange, la sorella di sua moglie Beyoncé. Fu la discesa dal Paradiso.

Allo Standard Hotel, niente è privato, nemmeno le parti intime! Notturne frotte di coppie voyeuristiche e ospiti autosufficienti, condividono le loro intimità con la città davanti alle grandi finestre che vanno dal pavimento al soffitto delle loro camere, nel frattempo durante un party di Grindr nella lounge, due piani dell’hotel furono lasciati con le porte delle camere da letto completamente aperte per la convenienza di tutti gli ospiti. Mentre ci si espone senza reggiseni dalle finestre, ve ne erano circa 18.000 appesi al soffitto del Saloon di motociclisti Hogs and Heifers ( posizionato davanti allo Standard) che divenne famoso dopo il film “Coyote Ugly”. I motociclisti in Harley-Davidson fecero la fila davanti al Saloon per 23 anni fino a quando lo Standard Hotel aprì il suo Bier Garten proprio di fronte al Saloon costringendolo alla chiusura.

Tuttavia, proprio dall’altra parte della strada dallo Standard Hotel, il vero spirito del Meatpacking sopravvive e si spera, ancora per molto, nel Liberty Inn Hotel. L’hotel aprì nel 1908 come pensione per marinai e si chiamava Strand, “accettava solo uomini come ospiti” (marinai) ed era un posto molto rozzo fin dall’inizio. In un vecchio documentario del 1914 si dice che la sua clientela era “la classe di commercianti che fa affari davanti al fiume”. Ebbe pero’ un suo momento di gloria quando il New York Times affittò un piano dell’hotel per raccontare la storia dei sopravvissuti del Titanic. È al giorno d’oggi “il più quotato” hotel romantico ad ore o per soggiorni brevi, ma come i suoi vicini hotel del momento, ha anch’esso avuto un night club, il famoso Anvil, un gay sex-club after hour degli anni 70 e 80. Il Liberty Inn non si è piegato alla gentrificazione e spero che non lo faccia mai, in fondo questo è ancora il Meatpacking district,il posto dove nulla si crea, nulla si distrugge ma tutto si trasforma.