L’estate è alle porte e, con le temperature miti e le prime belle giornate primaverili, si fa sempre più urgente risolvere una questione ancora sospesa, che tiene appesi a un filo i prossimi mesi: cosa ne sarà delle vacanze estive? Cosa si potrà fare e quanto si potrà viaggiare?
Per ora, ancora poco si sa di certo, ma sembra che tutto ruoterà attorno a una qualche forma di passaporto vaccinale, sia in UE che in UK e negli USA. Al momento le frontiere sono principalmente chiuse, inclusa la sospensione della libertà di circolazione prevista dagli accordi di Schengen, ma la direzione in cui si stanno muovendo i diversi governi accende un timido lumino di speranza che, con le dovute precauzioni, le vacanze estive 2021 non siano da dare completamente per spacciate.
Il concetto di passaporto vaccinale è declinato in modo abbastanza analogo in tutti i paesi: creare un documento che accerti che il viaggiatore sia stato completamente vaccinato, oppure abbia effettuato un test diagnostico negativo nei pochi giorni antecedenti alla partenza. L’UE ha già pubblicato sui suoi siti ufficiali le specifiche del suo Digital Green Certificate: sarà completamente gratuito, scritto nella lingua del cittadino e in inglese, in formato sia cartaceo che digitale con QR code scannerizzabile dal telefonino. Alle autorità nazionali è demandato l’incarico di organizzarne la distribuzione nel proprio paese. Per esempio, il certificato potrebbe essere rilasciato dagli ospedali, dai laboratori che fanno i tamponi o dai medici curanti.

Il punto cruciale è che tutti i paesi membri dell’Unione dovranno accettare il Certificato come documento valido per l’ingresso, garantendo così che la riapertura frontaliera sia coordinata all’interno dell’Unione. Specifica il comunicato: “se uno Stato Membro continuerà a richiedere a chi in possesso del Certificato Digitale di sottoporsi a quarantena o test dovrà notificare la Commissione e tutti gli altri Stati Membri e giustificare questa decisione”. Le discussioni degli ultimi Consigli Europei lasciano intendere che il passaporto vaccinale nasca precisamente per salvaguardare la stagione estiva, ma sta di fatto che non è ancora stato chiarito da quando questo documento avrà valore legale per poter liberamente varcare i confini nazionali.
Per il Regno Unito, Boris Johnson si era già espresso in favore dell’idea di creare un passaporto vaccinale analogo a quello europeo, ma in aggiunta questo lunedì dovrebbe annunciare anche l’istituzione di un sistema semaforico per gestire i futuri viaggi dei britannici. In sostanza, per l’estate la Gran Bretagna conta di istituire una ripartizione tricolore, creando diverse norme e precauzioni in base alla situazione pandemica del paese di destinazione, che potrà essere catalogato come verde, giallo o rosso.
Leggermente diversa sembra essere la politica dell’amministrazione Biden, che ha rimesso a compagnie private lo sviluppo di app che abbiano la funzione del pass proposto dall’UE. Secondo il Washington Post, dovrebbero essere già in lizza 17 diverse proposte e il governo americano avrebbe assunto un ruolo di coordinamento per garantire che i singoli Stati si muovano in maniera uniforme.

Ci sono già, in effetti, privati che si sono attrezzati preventivamente per assicurarsi di poter fornire ai clienti estivi la possibilità di viaggiare non appena sarà possibile. Ryanair, per esempio, ha aggiunto alla sua app telefonica una nuova funzione, che permette di caricare un test negativo o il certificato vaccinale in modo da averli sempre disponibili digitalmente accanto al proprio biglietto aereo.
Con le frontiere ancora chiuse, la paura delle varianti, la penuria di vaccini e nessuna data precisa cui fare riferimento, è tuttavia difficile prenotare con serenità i viaggi e fare accurate previsioni sui prossimi mesi. Per prepararsi alla prospettiva dei confini chiusi, le compagnie aeree stanno rinforzando la loro offerta di voli interni, come ad esempio nel caso di Ryanair, che aumenterà addirittura del 65% i voli interni in Italia. E così, Morgan Stanley pubblica uno studio secondo cui l’Europa, con la sua complicata situazione vaccinale, dovrebbe aspettarsi una seconda stagione estiva persa: “Il rialzo dei contagi e la lentezza delle vaccinazioni può ritardare la riapertura, mettendo a rischio la seconda estate di fila”.
Rispetto all’anno scorso, infatti, occorre tenere conto delle nuove varianti più contagiose, ma anche di una curva del contagio che, per evitare lockdown totali come quelli della primavera 2020 e preservare l’economia, non è stata completamente appiattita in quasi nessun paese dell’UE. Per l’ennesima volta viene da domandarsi se, a conti fatti, le “mezze misure” degli ultimi mesi abbiano davvero preservato l’economia. Il prezzo da pagare potrebbe essere infatti una stagione estiva persa.