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December 29, 2015
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Vivere a New York: un appartamentino e una tenda tutti per me

Laura GamberinibyLaura Gamberini
Time: 6 mins read

Prima ancora di avere una casa ho avuto lenzuola e cuscini e coperte e pentole e piatti e posate e bicchieri. Ecco, con i bicchieri non mi sono proprio regolata. Ne ho comprati di mille tipi: colorati, per l’acqua, per il vino rosso e persino dei flute. D’altronde, ho trovato un set di 4 flute in cristallo a 30 dollari, considerando che il prezzo originale era il quadruplo non ho proprio potuto rinunciare all’affare. Ho comprato tutta questa marea di roba durante il Black Friday, avete presente, no? In pratica, il venerdì dopo Thanksgiving i grandi magazzini americani fanno sconti pazzeschi. Lo fanno per 24 ore senza stop a partire da mezzanotte. Dopo poche ore gli affari migliori si esauriscono, perciò, soprattutto se si hanno degli obiettivi precisi, è consigliabile partire con largo anticipo e mettersi in fila. La notte dell’ultimo venerdì di novembre in America, infatti, è caratterizzata da file folli davanti ai negozi e da vere e proprie risse. Non sto scherzando. Pare che ci siano stati dei morti in passato durante il Black Friday.

t1Non curante dei rischi, ho scelto come meta per il mio primo Black Friday un grande magazzino cult dove ero sicura di potere trovare di tutto: Macy’s. Sono uscita vittoriosa con uno degli scontrini più lunghi che io abbia mai tenuto tra le mani in cui erano elencati i 57 prodotti che ho comprato a prezzi stracciatissimi. La cosa più divertente è stata uscire da lì, dopo ore di shopping, senza nemmeno una bustina. Mi sentivo leggera e felice, con la consapevolezza che mi avrebbero consegnato tutto a domicilio. Certo, ma a domicilio dove, se non avevo ancora una casa?

Ok, come avrete intuito in più occasioni, sono piuttosto priva di buon senso, ma non al punto di fare uno shopping selvaggio per una casa immaginaria. La casa c’era. L’avevo trovata. Avevo già firmato il contratto. Semplicemente, ci sarei entrata l’1 dicembre che era un martedì, mentre il Black Friday era venerdì 27 novembre. Si trattava di pochi giorni per cui ho semplicemente chiesto una consegna ritardata. Avete visto? A volte so essere veramente smart e cose come la consegna gratuita quando vuoi tu di Macy’s aiutano a sviluppare soluzioni intelligenti!

La casa è un piccolo – ma veramente molto piccolo – appartamentino nel West Village e la cosa veramente esaltante per me è stata che all’inizio fosse completamente vuoto. Non avete idea del senso di onnipotenza che può dare un piccolo appartamento nel West Village tutto per sé da riempire. O anche da lasciare vuoto. Insomma, qualunque cosa. A onor del vero, va detto che l’appartamento non era esattamente vuoto quando sono entrata. Oltre ad esserci tutte le mie chincaglierie di Macy’s che mi sono state consegnate esattamente due ore dopo il mio ingresso, c’era anche il letto con materasso che avevo ordinato online e che mi è stato consegnato immediatamente.

Non ho fatto in tempo ad arrivare con le valige al nuovo indirizzo e a farmi consegnare le chiavi dal Super (una volta vi parlerò di questa strana figura che c’è nei palazzi newyorchesi che non è esattamente un custode, né un amministratore di condominio, ma penso di farlo quando avrò capito esattamente dove inizia e dove finisce il ruolo del Super perché la cosa continua a regalarmi sorprese e a lasciarmi dubbi), insomma appena arrivata alla casa nuova è arrivato anche il mio letto. Quindi, avevo un sacco di roba inutile comprata da Macy’s, qualcosa di utile sempre preso da Macy’s, un letto e un materasso acquistati online, la cucina, comprensiva di frigo, il bagno, comprensivo di lavatrice e asciugatrice. Ecco, visto che la maggior parte delle case a New York non hanno una lavatrice e un’asciugatrice, il fatto di averne una in casa mi ha provocato una forma di euforia per cui per giorni sono stata convinta di non avere bisogno di nient’altro. E poi volevo prendermi il mio tempo. Volevo scegliere accuratamente ogni pezzo che avrebbe fatto parte della mia casetta. Solo così la avrei sentita mia al 100%. Solo che essendo parecchio esigente rischiavo di restare a lungo dentro a una casa piuttosto vuota. La cosa, però, non mi pesava affatto. Adoravo quello spazio vuoto con tutte le sue meravigliose potenzialità. E poi non mi mancava niente: un vaso in cui mettere dei fiori e un frigo in cui tenere in fresco il vino li avevo.

t2Poi un giorno è venuto un mio amico a trovarmi e mentre bevevamo del vino dai miei bellissimi bicchieri di Macy’s, seduti per terra, perché ancora non avevo comprato niente su cui sedersi, mi sono resa conto che forse era venuto il momento di acquistare qualche basic. Così mi è venuta l’idea degli sgabelli. Un mio amico che ha un locale mi ha suggerito di andare a China Town, dove ci sono dei negozi di arredamento che di solito riforniscono solo ristoranti ed esercizi commerciali, ma che sicuramente avrebbero fatto uno strappo alla regola per un privato. Lì avrei trovato una grandissima scelta di sgabelli, poi sarebbe stato a me contrattare con i cinesi. Anche da China Town sono uscita trionfante. Ho fatto un giro preliminare per farmi un’idea dei prezzi generali. Quando poi ho capito che gli sgabelli che piacevano a me erano i più cari, sono riuscita a farmeli dare super scontati bluffando e fingendo spudoratamente di volere a tutti i costi degli altri sgabelli rossi che invece non erano disponibili.

Immaginatevi il senso di onnipotenza di una che rientra nel suo mini appartamento vuoto nel West Village, con sotto braccio i suoi quattro sgabelli, avuti super scontati dai cinesi. Voglio dire, è una cosa che ti fa sentire troppo cool e indipendente. Roba che non avrai mai e poi mai bisogno di un uomo per sentirti così realizzata e libera e felice. A meno che non sia tu a sceglierlo.

Quello stesso giorno è arrivata anche la sedia. Dico è arrivata perché una sera rientrando a casa l’ho vista proprio di fronte al mio ingresso. Succede spesso qui. Quando alla gente non serve più qualcosa la lascia per strada, così se qualcuno la vuole la prende. Non era la sedia dei miei sogni, ma era pur sempre una sedia e a Milano ne ho avuta una uguale. Questo mi ha fatto tenerezza. L’ho presa.

Da un giorno all’altro mi sono ritrovata con quattro sgabelli e una sedia. Continuavo a non sapere come e se avrei voluto riempire il resto della casa. La cosa più ovvia era che prima o poi avrei comprato un divano. Così, quando un mio amico mi ha detto che andava all’Ikea a comprarne uno, gli ho detto “anch’io”. In fondo io adoro andare all’Ikea. Non all’Ikea in generale. A quella di Brooklyn. So che in tanti la detestano e io davvero non capisco perché. Intanto, non so se sapete che da Manhattan ci si può andare in traghetto e che tra l’altro il viaggio nel week end è anche gratis. Poi è bellissima! Seriamente, è super panoramica: si vede persino la Statua della Libertà.

t3Comunque, andare all’Ikea con una persona di buon senso è stato molto utile. Lui aveva perfettamente presente lo spazio di casa mia. Avevamo anche preso le misure. Quindi, oltre al divano potevamo in maniera molto ragionevole valutare come riempire il non troppo spazio in modo intelligente. Con una scrivania? No, tanto io vado sempre alla Library o al bar a scrivere e se anche scrivo in casa lo faccio dal letto. Avrebbe avuto senso prendere una libreria? Per ora ho così pochi libri che non so quanto senso possa avere. Un armadio? Ho già gli armadi a muro in camera da letto. Uno di quei mobili smart in cui si ottimizza al meglio lo spazio? Ecco, c’erano davvero tantissime soluzioni e mi sentivo veramente confusa fino a quando non ho avuto l’illuminazione passando dall’area bambini. Quello che mancava in casa mia era una tenda! Ok, forse ho guardato troppe volte i Tenenbaum, ma sul serio, quando ho visto la tenda dell’Ikea bimbi a forma di castello sono impazzita. Mi piaceva troppo, dovevo averla!

E in effetti era davvero il complemento d’arredo che mi mancava. A parte che in casa sta benissimo, è proprio come avere una mini stanza in più. Per ora ho messo libri, cuscini e una copertina, poi non so. Magari comprerò un giradischi. Più plausibilmente, la farò diventare uno sgabuzzino o qualcosa del genere, in ogni caso, io la trovo davvero divertente e mi mette così di buon umore la mattina svegliarmi e ritrovarmi di fronte alla mia tenda perché mi ricorda tutti i giorni la mia totale libertà. Sono libera. Completamente, totalmente libera, anche di essere a volte sciocca, infantile e insensata.

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Laura Gamberini

Laura Gamberini

Mi chiamo Laura e di mestiere scrivo, prevalentemente per la TV. Ho sempre viaggiato tanto, per lavoro e per passione. Negli ultimi anni ho chiamato casa più o meno 14 posti diversi in 7 città divise in 3 differenti paesi, distribuiti in due continenti. Ho vissuto a Ravenna, a Milano, a Bologna, a Londra, a Roma, a Padova e ho lavorato a Parigi. Ora sono a New York e quelle che vi racconto sono le mie avventure alla ricerca del succo della Grande Mela.

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