Promuovere il turismo nelle città d’arte italiane è un’impresa relativamente semplice. Roma non ha neanche un vero e proprio video pubblicitario sui social, eppure ogni anno è affollata da milioni di turisti. Ci sono nazioni che lottano per affermare le proprie realtà locali nei circuiti turistici e altre che, nell’era del marketing sfrenato, continuano a lavorare come se il tempo non fosse passato, come se nulla fosse cambiato. Web Marketing? E-commerce? Social Media? Che bisogno c’è di acquisire queste competenze quando sei il fortunato erede di una bellezza secolare? Il discorso vale fino a un certo punto. Cosa succede infatti quando il turista decide di uscire dalle mura? Come condurlo in tutti quei piccoli e graziosi borghi, pregiati gioielli del nostro territorio?
Fiorello Primi, presidente dell’Associazione dei Borghi più belli d’Italia, sembra avere tutte le risposte. Ne ha parlato nel corso di una conferenza organizzata il 28 ottobre all'Italian National Tourist Board di New York, in collaborazione con l’Italian Trade Commission. Durante i suoi molti anni da sindaco di Castiglion del Lago (PG), Primi ha iniziato a collaborare con alcuni sindaci dei comuni italiani per compiere l’impresa delle imprese: valorizzare il proprio territorio e attrarre turisti per frenare lo spopolamento dei piccoli comuni del Bel Paese.
Una nobile impresa: in un paese per vecchi come l’Italia, quelli che soffrono di più sono i piccoli comuni. La crisi e l’arretratezza economica hanno portato al calo della manodopera e alla chiusura di moltissime aziende di piccole e medie dimensioni, spesso a gestione familiare. In un contesto del genere i giovani hanno solo due alternative: il trasferimento o la resistenza. C’è chi emigra in cerca di nuovi orizzonti e chi con tenacia cerca di emergere rimanendo dove è cresciuto, cercando di attirare ricchezza per far ripartire la propria comunità locale.
L’Associazione dei Borghi Italiani ha raccolto la sfida di questi giovani. Quest’anno infatti, grazie all’Associazione, i 250 borghi scelti hanno raccolto 12.000.000 di turisti. E ci sono buone probabilità di vedere questo numero moltiplicato nel giro di un paio di anni. Grazie al rinato turismo, i ragazzi hanno cominciato ad aprire imprese locali, spesso legate alla produzione di cibo: conserve di marmellata, pasta, salse artigianali, prosciutto. Si sono inoltre organizzati con i cittadini per creare percorsi turistici guidati.
L’Associazione inoltre ha fatto del proprio prodotto un vero e proprio brand. I borghi infatti sono scelti in base a settanta parametri specifici, come l’armonia architettonica del tessuto urbano, la qualità del patrimonio edilizio pubblico e privato, la vivibilità e il numero di attività e servizi dedicate ai turisti. I membri dell’Associazione hanno visitato più di 700 borghi e finora ne hanno certificati 250. Tutto questo ha portato alla formazione di un marchio, attraverso un processo simile a quello che avviene per altri prodotti italiani di eccellenza. L’Associazione ha creato poi anche un’apposita guida turistica, che ha venduto 700.000 copie.
“Noi – ha detto Primi – consideriamo ogni turista dei nostri borghi un azionista della bellezza, perché permette alle persone che vivono in questi borghi, che altrimenti non avrebbero risorse, di continuare a sopravvivere. Questo ci consente di continuare a investire sulla bellezza dei nostri borghi e al contempo di mantenere vive le tradizioni. Il nostro obiettivo è quello di preservare la storia del borgo al proprio interno e di tramandarla grazie all’apporto dato dai giovani”.
Alla conferenza di presentazione a New York sono intervenute varie personalità, tra cui Umberto Forti, direttore dell’Associazione e Rosa Maria Musco, direttrice di Borghi Italia Tour Network.