Nel cuore di Verona, nella piazza che del Sommo Poeta porta il nome, la statua di Dante pare pensosamente chiedersi come sarà ricordato quest’anno il 750° anniversario della sua nascita, avvenuta all’affacciarsi dell’estate 1265 (il mese è incerto, ma si sa che avvenne sotto il segno dei Gemelli, come lui stesso confida nel Canto XXII del Paradiso). Dal cielo lo ha rassicurato Samantha Cristoforetti, l’astronauta italiana della Missione Futura, leggendo alcune terzine del Paradiso entrate così a far parte della lista di 187 attività in scaletta per il 2015 in Italia, da sommare alle 173 all’estero (senza contare altre iniziative autonome).
Ebbene, per il suo Poeta l'Italia che fa? Vediamo cosa è stato pianificato, in particolare nelle sue città d’elezione: la natale Firenze, e le due città che lo accolsero esule, Verona e Ravenna. Anche se tutto è partito da Roma che ha inaugurato il calendario delle manifestazioni a palazzo Madama nell’aula del Senato, con un omaggio musicale di Nicola Piovani e Rosa Feola e una lectura Dantis del brillante Roberto Benigni.

Cenotafio di Dante nella Basilica di Santa Croce a Firenze. Scultura di Pietro Lombardo
La città natale
A Firenze il 14 maggio si è tenuta una rievocazione storica, con la sfilata di gonfaloni analoga a quella con cui nel 1865 fu scoperta la statua di Dante realizzata dallo scultore ravennate Enrico Pazzi e con All'improvviso Dante 100 canti per Firenze, performance popolare durante la quale i partecipanti – noti e non – hanno fatto riecheggiare la Divina Commedia in varie aree della città. Le celebrazioni si chiuderanno a dicembre con Ballo 1265 dal 28 al 30 nel Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio: 33 canti in forma di danza, spettacolo elaborato dal direttore della Biennale di Venezia per la Danza, Virgilio Sieni. Per trovare il Poeta a Firenze, si può consultare il sito Internet de La Dante.
La città dell'esilio
A Verona, dove domenica 24 maggio le antiche campane della Basilica di San Zeno suoneranno a festa per ricordare la nascita del poeta, le celebrazioni dantesche sono promosse dal Centro Scaligero degli Studi Danteschi e della Cultura Internazionale che dal 1996 contribuisce a preservare, diffondere e arricchire la ricerca su Dante e le sue opere. La rassegna dantesca programmata dalla città per questo anniversario – che ha già ospitato Teodolinda Barolini, professoressa di italiano alla Columbia University, e Luca Serianni, docente alla Sapienza di Roma e uno dei massimi storici viventi della lingua italiana – ha ottenuto il riconoscimento onorifico della Presidenza del Consiglio dei Ministri ed è promossa dall’Università, in collaborazione con Comune, Diocesi, Società letteraria e Ufficio scolastico regionale per il Veneto; si terranno corsi, seminari e conferenze con i massimi esperti a livello nazionale e internazionale. Dal 9 all'11 ottobre si svolgerà un convegno internazionale organizzato in collaborazione con il Centro Scaligero, dedicato al rapporto tra Dante e Verona, e da questa estate anche Verona sarà una delle sedi della prestigiosa Summer school internazionale in Studi danteschi dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

La statua di Dante a Verona
“L'anniversario dantesco – spiega Nicola Sartor, rettore dell'Università di Verona – pone il nostro Ateneo in prima fila, a livello locale, nazionale e internazionale, nelle celebrazioni del sommo poeta e delle sue opere; i nostri docenti e ricercatori si impegnano da tempo per apportare agli studi danteschi nuova linfa e approfondimenti che permettano a tutta la comunità di fruire di nuovi punti di vista e spunti critici sul tema”.
Volendo ripercorrere le orme di Durante di Alighiero degli Alighieri (diventato poi l’ipocoristico Dante, mentre la variante Alighieri arriva con il suo commentatore Boccaccio), è possibile ricavarsi un itinerario veronese personale: visitare i luoghi che già lo videro, immaginare la sua presenza, riflettere sul suo pensiero. Partenza: piazza dei Signori (o piazza Dante, per la già citata statua che la orna dal 1865), su cui si affacciano le medioevali dimore degli Scaligeri. Il Palazzo del Governo (o del Podestà) di Cangrande lo accolse due volte, fuggiasco, come egli stesso scrive nel Paradiso:
Lo primo tuo refugio, il primo ostello
sarà la cortesia del gran Lombardo
che'n su la scala porta il santo uccello (canto XVII)
Nel 1320 Dante fu invitato dal Capitolo della Cattedrale (e quindi dalla Biblioteca Capitolare) a tenere una conferenza nella chiesetta canonicale di S. Elena, la Questio de aqua et terra è la trascrizione della discussa questione cosmologica.
Pietro Alighieri, il secondogenito, fece di Verona patria, per uffici e affetti: nel 1335 aveva preso in moglie Iacopa di Dolcetto Salerni, dalla quale ebbe almeno sei figli (Dante, Alighiera, Gemma, Lucia, Elisabetta, Antonia). Abitò in città con la famiglia dal 1336, acquistando parallelamente appezzamenti a Gargagnago e a S. Michele delle Matarane. Lì visse anche Dante II, che ingrandì a Gargagnago i possedimenti in seguito trasmessi ai conti Serego Alighieri. E fu proprio a Verona che la famiglia Alighieri si estinse, nel 1558, con di Dante (nella chiesa di San Fermo si trova la cappella Alighieri, realizzata tra il 1545 ed il 1558 e in cui sono sepolti gli ultimi discendenti diretti) e la successione fu affidata ai conti di Serego, con cui si era imparentata l'ultima esponente. La casata tuttora sopravvive appunto con i conti Serego Alighieri.
La città del riposo

La tomba di Dante a Ravenna
Il 27 maggio 1865 si ritrovarono fortuitamente le spoglie del poeta, ritenute perdute e invece nascoste dai francescani del convento attiguo al suo sepolcro a Ravenna, verosimilmente fra il 1515 e il 1519, quando si cercava di riportarle a Firenze. Come racconta Anna Maria Francini Ciaranfi nell’Enciclopedia dantesca Treccani alla voce “iconografia”, le ricognizioni del 1865 e del 1921 confermarono le affermazioni del Boccaccio riguardo alla figura del poeta: “Fu adunche questo nostro poeta di mediocre statura e poi che alla matura età fu pervenuto, andò alquanto curvetto; e il suo andare grave e mansueto; d'onestissimi panni sempre vestito. Il suo volto fu lungo, e 'l naso aquilino; e gli occhi anzi grossi che piccoli; le mascelle grandi; e dal labbro disotto era quello di sopra avanzato; e il colore era bruno; e i capelli e la barba spessi, neri e crespi: sempre in faccia malinconico e pensoso”.
A Ravenna Dante ancora riposa, dal 1321. E, approfittando dell'anniversario, il sindaco di Firenze ha riaperto la disputa sui resti che da tempo il capoluogo toscano vorrebbe restituiti. Ma per la città adriatica non se ne parla: il poeta resta e per le celebrazioni del 750° della nascita anche qui c’è tanto da vedere e fare a tema dantesco. Ad esempio al Museo d’Arte, dal 3 ottobre 2015 al 20 gennaio 2016, la mostra Divina Commedia. Le visioni di Doré, Scaramuzza e Nattini che raccoglie 400 pezzi tra incisioni, acquerelli e un olio, per un'immersione figurativa nella visione dantesca, nell'interpretazione di due illustratori ottocenteschi. Sul sito internet del Centro Dantesco dei Frati Minori Conventuali, si può leggere l’interessante racconto della sepoltura e della peregrinazione delle ossa per sottrarle prima ai fiorentini e poi a Napoleone.
A sud
Al sole del Sud, dal 25 aprile e fino al 31 agosto la Villa Comunale di Sorrento accoglie un’esposizione di 18 lastre di marmo ad alto rilievo, con scene dell’Inferno, firmate dal maestro Benedetto Robazza, già autore, tra l'altro, di un busto di Ronald Reagan conservato alla Casa Bianca.
Dante per expat
Fuori dall’Italia gli 80 Istituti Italiani di Cultura parleranno di Dante in Europa, USA, Sud America, Medioriente, Corea e fino in Australia, su organizzazione del comitato MiBACT: Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, RAI, Comuni di Firenze, Ravenna e Verona, Centro Pio Rajna, Accademia della Crusca, Società Dantesca Italiana e Società Dante Alighieri.