La signora americana cerca una farmacia, ha bisogno di comprare un pacchetto di aspirine. Cammina insieme a suo marito dalle parti del Pantheon e finalmente la trova, in via di Torre Argentina. Entra e rimane a bocca aperta. Quella che si trova davanti, infatti, non è una farmacia, come quelle supermoderne a cui è abituata lei, nel Connecticut. Quello è un vero e proprio museo.
Guarda a bocca aperta l’antico bancone, il numero spropositato di cassetti e cassettini, 436 in tutto, con tanto di targa e numeri di metallo, le acqueforti alle pareti, i vasi ripieni di erbe medicinali, il soffitto a cassettoni d’epoca decorato con stucchi e pitture, le porte interne e la scaletta di legno che porta al piano superiore. I due americani sono letteralmente stupefatti da tanta bellezza, quasi si vergognano nel chiedere un semplice pacchetto di aspirine e, in fondo, hanno ragione. Quello dove sono appena entrati, infatti, è uno degli antichi negozi di Roma.
La farmacia si trova lì da ben due secoli. Ce ne sono altre di farmacie antiche in città, ad esempio quella che si trova sull’isola Tiberina, a fianco dell’Ospedale Fatebenefratelli che, come l’ospedale stesso, risale ben al Cinquecento. In passato era famosa perché forniva farmaci gratuiti alla popolazione. Era molto bella ma alcuni anni fa i ladri fecero un furto e si portarono via quasi tutto. Ora è rimasto poco, anche perché l’attuale proprietario ha deciso anche di restaurare il locale e di adeguarlo alle moderne esigenze. Così ha addirittura coperto con un banale controsoffitto in cartongesso il vecchio soffitto affrescato. Peccato.
Non è facile oggigiorno, nelle difficoltà economiche in cui il paese si trova, riuscire a conservare integra l’immagine dei negozi antichi della nostra città. Per cercare di resistere insieme e di aiutarsi a vicenda, si è costituita nel 2008 l’Associazione dei Negozi Storici e della Tradizione del Centro Storico di Roma, per volontà di alcuni imprenditori che rappresentano storiche attività romane. Uno di questi negozi storici è senza ombra di dubbio Babington’s, la sala da Tè di Piazza di Spagna fondata nel 1893 dalle signorine inglesi Anna Maria Babington e Isabel Cargill e gestita oggi da Rory e Chiara, pronipoti di Isabel. Ha mantenuto lo stile e l’atmosfera dell’epoca vittoriana ed è da sempre punto di ritrovo preferito da romani e stranieri. All’interno, oltre alle deliziose torte e ai pasticcini fatti in casa, si possono gustare ben 120 diverse specialità di tè, provenienti da ogni angolo del mondo.
Se invece avete voglia di un caffè, c’è solo un posto, il Caffè Greco di via Condotti che si trova lì da 250 anni ed è il più antico d’Italia. Fu frequentato, tra gli altri, da Casanova, Andersen, Goethe, Wagner, Stendhal, Byron, Gogol, Mark Twain e perfino da Buffalo Bill e dal capo indiano Toro Seduto: lo dimostrano le centinaia di fotografie d’epoca alle pareti che si fanno largo tra gli antichi specchi, i raffinati lampadari ed i numerosissimi quadri d’epoca, dono dei vari artisti che hanno frequentato il locale nel passato.
Se il vostro insulso e moderno orologio da polso vi ha stancato, andate a via del Corso, da Hausmann. L’azienda di antica arte orologiera fu fondata nel 1794 e si trova nell’attuale sede dal 1891. Rappresenta da sempre le marche di orologeria più prestigiose, è titolare di un rinomato laboratorio di assistenza tecnica, punto di riferimento insostituibile per i collezionisti di tutto il mondo e responsabile della manutenzione dei preziosi orologi dei saloni e degli appartamenti della Santa Sede e della presidenza della Repubblica.
L’Antica Cartotecnica di piazza dei Caprettari è stata fondata nel 1930 dalla signora Elisa Berti, nonna dell’attuale proprietario. Il negozio è stato meta dei più famosi appassionati del "bel scrivere": il grande Eduardo de Filippo acquistava calamai e pennini per comporre le sue commedie. Anche Renato Rascel, amante delle penne stilografiche, così come della preziosa carta da lettere, era un assiduo frequentatore del negozio che ha mantenuto l’atmosfera del passato. All’interno si possono ammirare ed acquistare una vasta gamma di prodotti, sia d’epoca che contemporanei, articoli di cancelleria da collezionare, blocchi notes, quaderni anni ’40, oggetti da scrivania in bachelite, vecchi mappamondi, vi sono infatti borse e porta documenti in cuoio, agende, rubriche, servizi da scrittoio, piccola pelletteria e preziosa carta da lettere.
In via dei Prefetti, di fronte alla sede del Parlamento, c’è invece Tebro, la Casa speciale di Biancheria che iniziò la propria attività nel 1867. Le nobili famiglie romane acquistavano lì i tessuti per realizzare lenzuola, tendaggi ed arredi. Nel 1937 il Cavalier Mario Pizzolato, che aveva già tredici negozi di biancheria in Veneto, rilevò la società e si trasferì a Roma con la famiglia. Da allora si sono succedute tre generazioni che hanno condotto la società attraverso gli anni.
In via del Leoncino si trova invece il negozio di paralumi Lar. È stato fondato nel 1938. All’interno si producono paralumi e lampade di alta qualità secondo una tradizione tramandata per tre generazioni dalla famiglia Gualdani. Qui, ancora oggi, si realizzano paralumi in pergamena cucita, paralumi plissè, e, naturalmente, anche i classici foderati in stoffa, oltre alle numerose lampade in ceramica, ottone, ferro, legno e bronzo. Se siete sportivi andate invece da Banchetti Sport, in via di Capomarzio, angolo con piazza della Torretta. E’ nato nel 1918 ed è stato uno dei primi negozi di abbigliamento e attrezzature sportive della capitale. Ancora oggi il simpaticissimo signor Banchetti, nipote del fondatore, è un punto di riferimento per tutti coloro che vivono lo sport e che amano la qualità e l’eleganza.
Esattamente come Schostal, il negozio di abbigliamento fondato nel 1870 da Lazaro Bloch che si è recentemente spostato dalla sede storica di via del Corso alla vicina e più intima via di Fontanella Borghese. Il signor Roberto Bloch, nipote di Lazaro, continua l’attività di famiglia insieme a sua figlia Veronica. Il negozio aprì subito dopo la breccia di Porta Pia. S’intitolava Alla città di Vienna. Schostal, nome quest’ultimo accattivante perché nordico, mitteleuropeo, ma anche la posizione prescelta era strategica: nel punto centrale dello shopping mattutino e del passeggio pomeridiano. Quando, a fine Ottocento, le signore avevano bisogno di un paio di calze, bianche o colorate, in filo di Scozia, lana o seta, o di una sottana, di un copribusto o di una cuffia, era inevitabile che facessero una sosta nel settore intimo donna di Schostal. Il prezzo delle calze oscillava dalle 2 lire per quelle di cotone fino alle 22 lire per quelle di seta. Con 350 lire si poteva acquistare il corredo da sposa più economico. Roba d’altri tempi, certo, ma questi negozi d’altri tempi sono appunto tutto ciò che resta a Roma, Colosseo e monumenti a parte, della sua storia, del suo passato, delle sue gloriose e raffinate tradizioni. Speriamo di riuscire a conquistare tutto questo ancora a lungo.