Erano gli anni verdi intorno agli anni Sessanta, quando assieme ad altri amici con le tasche al verde si andava con la vecchia, ma gloriosa Topolino, su una spiaggia un po’ distante da Palermo, oltre il borgo di Sferracavallo. La sabbia era finissima e si stendeva per qualche decina di metri fino a mezza gamba. Avevamo solo delle tovaglie da bagno e un cappellino di paglia per il sole. Verso terra canneti e poi vigne e aranceti. Eravamo soli in quel paradiso delle nostre primavere ed estati. Soli e padroni di un mare scintillante.
Dall’isolotto che rotondo si stendeva di fronte lambito dalla schiuma mi immaginavo di sentire canti e tendevo l’orecchio a volere carpire le parole di altre Sirene più docili anche se maliarde come quelle di Odisseo o vedere in lontananza il luccichio delle lance di agguerrite Amazzoni, chiome al vento, a protendere quell’unico prospero seno.
Non erano solo riverberi onirici di un giovane nutrito a miti greci, ma ad evocare queste allucinazioni era il nome, isula di’ li fimmini, con il quale si intendeva e tuttora si intende quell’isolotto aspro e brullo e senza un cespugli, alte rive e un rialzo conico e una torretta diroccata di fine 1500 o “torre di fuori” di fronte alla torre sulla terraferma detta “torre del Senato di Palermo” del 1400. Con una tonnara contesa dal conte di Capaci e l’arcivescovo di Monreale nel 1859 la borgata acquisì autonomia con questo nome.
L’isolotto si innalza solitario di fronte al borgo marinaro che da cui prende il nome, Isola delle Femmine, lungo l’autostrada che porta all’aeroporto Falcone e Borsellino, poco distante dal punto in cui sorge il monumento in ricordo di quell’assassinio del giudice, della compagna e della scorta.
In effetti l’isola e il borgo marinaro di 7.035 abitanti (dati al luglio 2021) non hanno nulla a che vedere con “li fimmini”. Ed è un fiorire di leggende, a cominciare dalla più drammatica di essere stato carcere femminile. Altra fantasia narra di tredici fanciulle saracene, mandate dai genitori per gravi colpe in mare e qui sbarcate finalmente a “cca paci”, “qui pace”, da cui il paese di Capaci. O della prima donna ribelle alle nozze forzate la Lucia che qui si fece morire e il cui lamento disperato echeggia fra le rovine della torre. La suggestione antica in Plinio il giovane in una lettera a Traiano del 62 riguardo al penitenziario femminile o il luogo in cui fanciulle si concedono a giovani guerrieri per la durata di una luna.
Ma con più probabilità il nome è lo sviluppo e lo slittamento fonetico secolare da Insula Fimi, che da isola di Eufemio, tumarca di Bisanzio che intorno all’823 si ribellò e si proclamò imperatore della Sikelia, come si ricava da Michele Amari, storico e patriota (Storia dei Musulmani di Sicilia, I, p. 239 ss.). Per altri deriverebbe dal latino fimus con traslitterazione dell’arabo fim, “imboccatura”, che passò al dialettale “fimmini”. Così nel Bollettino ecclesiastico di Monreale del 1012 che lo riferisce al 1176.

Da qui partì Giuseppe Di Maggio, appena sposato con Rosalia Mercurio il dicembre 1897, genitori di Joe DiMaggio altrimenti noto come “Joltin Joe” verso la terra promessa di tante migliaia di altri siciliani. Approdò nella parte più lontana della Merica, al piccolo villaggio di Martinez, ove nel 1902 lo raggiunse la moglie con la figlia appena nata Adriana e qui nacque il 25 novembre 1914, penultimo di otto figli, il celeberrimo campione di baseball, attività svolta con successo anche dai due fratelli Dom DiMaggio e Vince DiMaggio. Joe fu il più premiato della storia dello sport americano, titolare del record di 56 partite consecutive con almeno una valida battuta (15 maggio-16 luglio 1941). Per tredici stagioni giocò nella Major League Baseball e sempre con i New York Yankees, vinse nove volte la World Series, partecipò a tredici All Star Game e fu nominato tre volte MVP, capoclassifica in media battuta, fuoricampo, e per due volte ciascuna RBI. Nel 1955 fu introdotto nella National Baseball Hall of Fame. Rientrò in attività nel 1969 come allenatore degli Oakland Athletics nel centenario della nascita del baseball, quando in un sondaggio fu dichiarato “Miglior giocatore di baseball vivente”.

Della sua vita con Marilyn Monroe, la prima “diva” per eccellenza, voglio solo ricordare che si occupò a proprie spese dei funerali e prima che la bara venisse chiusa nel cimitero di Brentwood, vicino a Los Angeles, la baciò tre volte e le disse «Ti amo». Per venti anni fece recapitare sulla sua tomba un mazzo di rose rosse, tre volte la settimana.
Dall’8 marzo 1999, giorno della morte, le sue ossa riposano nella sezione del cimitero italiano, l’Holy Cross Catholic Cemetery di Colma, town sorta nel 1925 come necropoli di San Francisco dopo che la città vietò la sepoltura entro i suoi confini. Il Cimitero degli Italiani, fondato nel 1879 dalla Italian Mutual Benevolent Association, ospita le tombe dei molti italiani emigrati in California in cerca di fortuna.
Questa in breve la vicenda umana di un emigrato di eccezione, discendente di una piccola borgata marinara, poco distante da Palermo, che tante braccia e menti ha dato agli USA interi. Protagonista nel ruolo di se stesso in molti film con oltre venti apparizioni, è ricordato in tante canzoni, a cominciare dalla celebre Mrs Robinson di Simon & Garfunkel, primo atleta insignito della Medaglia presidenziale della Libertà da Gerald Ford nel 1977.
In ricordo di Joe DiMaggio nell’anniversario della sua nascita la BCsicilia (Beni culturali di Sicilia), «Associazione culturale e di volontariato che opera per la salvaguardia e la valorizzazione dei beni culturali e ambientali.», in cooperazione con Isola Pittsburg Forever – Mikifrà – Guardia Costiera Ausiliaria Onlus, promossa dalla presidente locale Agata Sandrone, si inaugurerà una Mostra ad isola delle Femmine, Casa Museo Joe Di Maggio, via Cutino, 14, che si terrà dal 25 al 28 Novembre 2021, dalle ore 9,30 alle ore13,00. Saranno presenti lo scrittore e saggista Carmelo Fucarino e lo scrittore Antonino Matranga. Il 26 Novembre incontro con i ragazzi dell’Istituto Comprensivo Francesco Riso di Isola delle Femmine, mentre Mikifrà Alab presenterà una interpretazione dell’abito indossato da Marilyn Monroe il giorno delle nozze con Joe Di Maggio, avvenute nel Municipio di San Francisco.
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